In occasione di Festivaletteratura 2020 I Diari da casa di Ugo La Pietra e Corrado Levi ripercorrono i 56 giorni di quarantena. Disegni e parole si incontrano in una riflessione inedita i intima, dal 4 settembre al 30 ottobre 2020 alla Galleria Maurizio Corraini di Mantova.
L’abbiamo sperimentato tutti ma tutti ancora, forse, non l’abbiamo compreso fino in fondo. Il lockdown vissuto in primavera ha cristallizzato le nostre vite per due mesi congelandole nelle pareti di casa. Ma quanto ha influito su di noi tutto questo? Forse la risposta si cela nel nostro intimo e l’arte, come spesso accade, può essere grimaldello per scomporre angosce e analizzarle con la calma dovute.
Così la Galleria Maurizio Corraini, Mantova, ha pensato di unire due testimonianze artistiche di quei 56 giorni sospesi, vissuti fuori dal mondo. Diari da casa. Riflessioni dalla quarantena di Ugo La Pietra e Corrado Levi – programmata dal 4 settembre al 30 ottobre 2020 – combina i resoconti che i due artisti hanno realizzato in questa quarantena, momento unico di riscoperta dell’ambiente domestico. In quei giorni Ugo La Pietra e Corrado Levi – in maniera spontanea e del tutto autonoma – hanno lavorato su dei quaderni con testi, disegni e schizzi, e hanno registrato i loro stati d’animo, le riflessioni, le emozioni, i paesaggi concessi dallo spazio ristretto di una finestra o di un balcone.
Un esercizio quotidiano, per Corrado Levi (architetto e scrittore), associare un disegno a un testo, muovere il pensiero per muovere le gambe e rianimare le stanze di casa:
Sto facendo disegni, uno dal titolo ‘svagato organizzato’ oggi ‘distorto organizzato’. Lo scrivere, e solo una pagina al giorno, è un modo di porre paletti in questo niente, un modo di avere frammenti di organizzazione.
Per Ugo La Pietra, designer e architetto, è operazione più familiare indagare il senso dello spazio, fisico e mentale. Così tematiche come la perduta abitudine di stare in casa, la pratica dell’arredamento, la riappropriazione della città e del luogo domestico, l’ipotesi di una nuova prossemica sono state al centro delle riflessioni dell’artista. Queste sono state condensate in una serie di storie e racconti, abbinati talvolta a uni schizzo o a un disegno.
Dopo un po’ l’idea di uscire diventa ossessiva. Ed ecco che molti prigionieri in casa cercano una via di uscita: la finestra, ma soprattutto il balcone. Il balcone, quel luogo proiettato nello spazio urbano, all’esterno, che in questi ultimi decenni si era riempito di mobiletti porta scope, bidoncini della spazzatura, condizionatori d’aria… Il balcone, quello strumento abitativo che riusciva a rappresentare, nelle mie opere degli anni Settanta, il modo di rompere la barriera tra spazio interno e spazio esterno, oggi è diventato uno degli spazi domestici più utili per superare la forzata claustrofobia domestica
I quaderni realizzati dai due artisti nel corso della quarantena diventano anche due pubblicazioni che usciranno per Corraini Edizioni in occasione della mostra.