Lontano da schemi precostituiti, il Printemps des Arts, la manifestazione annuale che si svolge a primavera nel Principato di Monaco, si conferma ogni volta per l’indipendenza e la qualità delle scelte. Dopo la lunga direzione artistica (2003-2021) del compositore francese Marc Monnet, il Festival si affida da quest’anno alla regia di Bruno Mantovani che nella programmazione della rassegna concede ampio spazio alla sperimentazione e ai linguaggi contemporanei.
Aperta al confronto fra epoche e generi diversi, la Primavera delle Arti è ricca di sorprese e di stimoli. Il Principato fornisce del resto grande sostegno alle attività culturali, cosa che gli permette di avere un Teatro d’Opera dalla storia gloriosa, la Salle Garnier, una grande orchestra, la Filarmonica di Monte-Carlo, una Compagnia di ballo famosa, I Balletti di Monte-Carlo, un Museo di arte contemporanea, il Festival di Primavera.
“Ma fin est mon commencement” (la fine è il mio inizio) è il titolo emblematico di un rondeau di Guillaume de Machaut, in programma per il concerto inaugurale, ma è anche la frase scelta dal direttore Mantovani per questa sua prima edizione del Festival, quasi a suggerire una domanda che sottende tutto il programma: la fine coincide con l’inizio, lo stile appare fin da subito o si costruisce nel tempo? E in effetti i continui rimandi e gli accostamenti tra presente e passato, che scandiscono un intero mese di musica, danza, film, arti grafiche, esplorando la produzione di uno stesso autore o accostando opere di autori differenti, diventano spunti per interrogarsi sullo stile e sull’evoluzione.
Il rondeau di de Machaut è solo una delle tante novità proposte dalla manifestazione monegasca, in cartellone dal 10 marzo al 3 aprile 2022, che trasformerà il Principato in una capitale della musica e delle arti. “Sarà un festival da ascoltare ma anche da vedere, a partire dalla grafica- dice Mantovani – Abbiamo puntato su un’immagine dell’arte armena, un collage artistico che ricorda i colori della diversità, il modo creativo di concepire la composizione e la bellezza. Penso che oggi un festival debba essere radicato nel presente con uno sguardo rivolto al passato”.
L’Armenia sarà dunque tra i protagonisti di questa prossima edizione che ne omaggerà la storia con concerti, una proiezione cinematografica e una mostra dedicata al regista e artista Sergei Parajanov. Presieduto dalla principessa Carolina di Hannover, il Printemps des arts propone molta musica, per tutti e dappertutto, con un programma che spazia tra classica, contemporanea e jazz.
Sale da concerto e luoghi non convenzionali ospiteranno gli appuntamenti, dall’Auditorium Rainier III alla Salle Garnier, l’Église Saint-Charles, il Tunnel Riva, il Museo Oceanografico, l’One-Monte-Carlo, il Lycée Technique et Hôtelier, il Théâtre des Variétés , lo Yacht Club…Non mancheranno tavole rotonde, masterclass e chiacchierate con gli artisti (queste ultime nella magnifica cornice dell’Hotel Hermitage).
Altri tempi forti della prossima edizione: dalla musica del XIV secolo proposta dall’Ensemble Gilles Binchois, alla riscoperta di Haydn e Debussy con il grande pianista Jean Efflam Bavouzet. Spazio alla musica di Bach con l’organista Éric Lebrun, di Mozart, Sciostakovic e Ravel con il quartetto d’archi Quatuor Voce. Non mancheranno le prime assolute commissionate dal Printemps des Arts a Yan Maresz (“Tendances”, 17 marzo), Bastien David (“L’Ombre d’un doute, double concerto pour violoncelles et orchestre à cordes”, 24 marzo), Aram Hovhannisyan e Michel Petrossian (“Sept, les anges de Sinjar”, 27 marzo) e a Bruno Mantovani (“Allegro barbaro, concerto pour percussions et orchestre”, il 31 marzo), il jazz della Amazing Keystone Big Band e le formazioni di rilievo come la Filarmonica di Strasburgo, di Monte-Carlo, di Radio France, il Collectif Xenakis, Les Folies Françoises e l’Orchestra nazionale d’Auvergne.
Per il concerto di chiusura del 3 aprile l’Orchestra Philharmonique di Monte-Carlo con il solista Renaud Capuçon al violino diretto da Andris Poga interpreterà musiche di Beethoven, Dutilleux e Sciostacovic. Del festival verrà messo in evidenza anche il lavoro dietro le quinte con un ciclo di interviste ad artisti inserite sul sito.