Il Metropolitan Museum of Art di New York ha acquisito un rarissimo rilievo in bronzo attribuito a Gian Marco Cavalli, orafo, scultore e incisore italiano che lavorò per la corte dei Gonzaga a Mantova.
Creato intorno al 1500, è considerato il più grande e tecnicamente sofisticato tondo in bronzo risalente al primo Rinascimento. Impreziosito da dorature e intarsi d’argento, l’opera rappresenta quattro figure tratte della mitologia romana e fornisce nuove testimonianze sulla qualità dei primi bronzi realizzati nell’Italia settentrionale.
“Il tondo in bronzo è un capolavoro assoluto, che si distingue per significato storico, virtuosismo artistico e composizione unica“, ha dichiarato Max Hollein, ceo del Museo. “Si tratta di un’acquisizione davvero trasformativa per la collezione di sculture rinascimentali italiane del Met. Non vediamo l’ora di approfondire e mostrare questa magnifica opera, che al tempo ha reso Cavalli uno dei più geniali creatori dello stile di corte dei Gonzaga“.
Cavalli (ca. 1454-1508) ha collaborato per oltre trent’anni con Mantegna, il miglior pittore alla corte dei Gonzaga, e con Antico, il miglior scultore mantovano. Nonostante questo importante curriculum, l’attribuzione del tondo è rimasta incerta fino al suo ritrovamento in una casa di campagna inglese nel 2003. A quel punto le analisi svolte hanno permesso di ricondurre l’opera all’artista. Si è inoltre ipotizzato che il soggetto del tondo possa essere Isabella d’Este, marchesa di Mantova (1474–1539), la più importante donna protettrice di il Rinascimento italiano.
Sarah E. Lawrence, curatrice responsabile Dipartimento di Scultura e Arti Decorative europee del Museo, ha dichiarato: “Sebbene il Met sia ricco di dipinti e stampe del Mantegna e detenga la più grande collezione di bronzi dorati e argentati di Antico al di fuori dell’Europa, non c’è nessun esempio equivalente di un rilievo in bronzo nella nostra collezione. Con questa entusiasmante acquisizione, The Met è oggi uno dei pochi musei al mondo in grado di illustrare la fondamentale collaborazione tra Mantegna, Antico e Cavalli sotto il patrocinio di Isabella d’Este”.
Denise Allen, curatrice del Dipartimento di Scultura e Arti Decorative europee, ha aggiunto: “La sontuosa doratura del tondo mantovano, l’argentatura meticolosamente intarsiata e la cesellatura magistralmente varia identificano il tondo come un capolavoro in cui Cavalli ha espresso le sue capacità superlative di orafo e scultore“.
Con una cornice integrale e un anello di sospensione che consente di appenderlo al muro, il tondo di Cavalli traduce una complessa narrazione pittorica nel linguaggio scultoreo dell’oro, dell’argento e del bronzo, dimostrando le relazioni che intercorrevano tra pittura, scultura, disegno, incisione e oreficeria alla corte dei Gonzaga. Il rilievo, un’allegoria che celebra l’armonia, mostra Venere, dea dell’amore, che sottomette il bellicoso Marte, dio della guerra, e tutti gli altri sotto il suo potere. Come detto, ad assumere il ruolo di Venere sarebbe proprio Isabella d’Este.