Solo poche settimane fa la Salomè con la testa di San Giovanni Battista di Sir Peter Paul Rubens è stata battuta per 27 milioni di dollari durante la vendita newyorkese di Sotheby’s Baroque: Masterpieces from the Fisch Davidson Collection, che offriva dieci “gioielli barocchi”.
Ora Sotheby’s annuncia l’arrivo sul mercato di un altro capolavoro di Rubens, “Ritratto di un uomo come il dio Marte” che proviene ancora dalla collezione Fisch Davidson. Il ritratto sarà offerto nella Modern Evening Sale a New York il prossimo maggio con una stima di $ 20-30 milioni.
Quando era stato venduto da Sotheby’s a New York nel 2000 a $ 8.252.500, aveva stabilito un prezzo record per un dipinto di Rubens. Successivamente ha trascorso molti anni in mostra al Metropolitan Museum of Art di New York.
«In questo dipinto raro e altamente innovativo, lo sguardo penetrante e i lineamenti fortemente definiti del soggetto sono quelli di un ritratto, ma la sua posa e il suo abbigliamento sono quelli di un eroe classico: il dio Marte. Qui vediamo Rubens fondere la sua profonda comprensione della letteratura e dell’arte classica con l’immediatezza fiamminga e un profondo inchino a Tiziano e al Rinascimento italiano, riscrivendo così radicalmente il linguaggio della pittura fiamminga del XVII secolo» Christopher Apostle (Sotheby’s Head of Old Master Paintings New York)
La collezione è arrivata in asta, come spesso accade, a seguito di un divorzio: quello fra Mark Fisch, immobiliarista e amministratore del Metropolitan Museum of Art, e Rachel Davidson, ex giudice del New Jersey.
Il capolavoro è stato svelato oggi, 21 febbraio, a Bruxelles: torna dopo 200 anni in questa città, nel luogo dove è stato eseguito intorno al 1620. Da Bruxelles, si recherà a Londra prima della sua vendita a New York.
L’amore di Rubens per l’antichità classica è ben documentato. Ha viaggiato in Italia nel 1600, quando aveva 23 anni, e qui rimane subito affascinato dai miti, dalle leggende, dall’architettura e dall’arte del periodo classico, attingendo incessantemente dalle sculture, rilievi, cammei e architetture che vi trova, e – ovunque poteva – acquistando antichi manufatti. In effetti, il suo fascino per il mondo classico era così forte che, al suo ritorno ad Anversa, si faceva leggere dai suoi assistenti di studio testi classici mentre dipingeva. Per tutta la sua carriera le opere acquistate in Italia e anche successivamente ad Aversa hanno continuato a fornirgli ispirazione. Ad esempio l’elmo, a forma di testa di delfino, che è una caratteristica così importante del “Ritratto di un uomo come il dio Marte”, era esso stesso nella collezione di Rubens. Credeva che risalisse all’antichità classica, ma in realtà era una borgognotta italiana del XVI secolo all’antica probabilmente realizzata dall’armaiolo milanese Filippo Negroli. Lo stesso elmo compare in Finding of the Pagan Treasures e Judas Maccabeus’s Prayer for the Dead dipinti per la cattedrale di Tournai, così come su un soldato nella Raising of the Cross, installata nel 1637 nell’abbazia di Affligem, e ora al Musée Royaux des Beaux-Arts de Belgique, a Bruxelles.
Nonostante tutto l’amore per i miti e la classicità, raccontano gli esperti di Sotheby’s, «i casi nella ritrattistica di Rubens in cui il soggetto è ritratto in veste classica sono estremamente rari: infatti, questo è l’unico ritratto a figura singola nell’opera di Rubens in cui il soggetto è raffigurato in questo modo».
Ricordiamo gli ultimi tre top price in asta di di Rubens: al primo posto The Massacre of the Innocents venduto per 77 milioni da Sotheby’s Londra nel 2002, al secondo Lot and his Daughters aggiudicato a 52 milioni da Christie’s nel 2016. Terzo posto per la sopracitata Salomè da 27 milioni venduta lo scorso gennaio.