Dopo le installazioni a Palazzo Boncompagni a Bologna, Aldo Mondino continua il suo successo con “Souk Mondano”, alla NP ArtLab di Padova: un viaggio alla scoperta dell’oriente e di un artista davvero unico
Quando da piccolo scoprii la musica di Franco Battiato una parte della mia mente mi riportava sempre a pensare all’oriente: c’era qualcosa in quelle note che oltre a portarmi metafisicamente lontano da dove mi trovavo, sapeva di misticismo e tanto altro. Crescendo ho scoperto tra i miei vari viaggi e tra i miei vari studi che a partire da Matisse (ma anche prima), fino ad arrivare a Boetti (ma anche dopo), agli artisti visivi l’oriente piaceva (e piace), perchè li riempiva di energia e di creatività e spesso alcuni di loro ci rimanevano per lunghi periodi, tornando poi ad ovest o a nord con un’aura diversa e con idee e visioni creative più forti.
Aldo Mondino è uno di quegli artisti che in oriente – verso di esso ed in esso – ha trovato la sua chiave di volta, non solo come uomo ma sopratutto come artista e nella sua gigantesca produzione il legame con le terre arabe (che definiamo con questo termine in linea generale) è chiaro come una musica di Battiato, appunto. Per chi non conoscesse Mondino vi invito a ricercarlo presso i canali che più vi aggradano, con un piccolo consiglio: su YouTube troverete diverse interviste che vi faranno capire quanto questo artista italiano avesse molto da dire.
Io mi soffermerò solo a dire che fu un artista innovativo, senza barriere mentali, e mentre gli altri erano attenti a forme e colori lui guardava ad altro, trovando una forma di linguaggio artistico di altissimo livello composto non solo dal gesto ma anche dalla ricerca dei materiali più inusuali.
Ed eccoci arrivati a Padova, ai giorni nostri.
Allo spazio Np ArtLab la mostra “Aldo Mondino Souk Mondano” aperta il 18 marzo scorso (in una collaborazione tra la galleria in collaborazione con Galleria Umberto Benappi di Torino e con Archivio Aldo Mondino), racconta tutta la produzione dell’artista incentrata sulla sua ricerca e sulle sue opere a tema oriente. Entrati negli spazi di NP ArtLab, la sensazione che si ha osservando l’ambiente è proprio quella che si percepisce girando per i bazar ed i souk in Marocco o in Turchia così cari a Mondino, e le opere sui Dervisci ritratti in una serie di quadri che troviamo all’entrata e già esposti nella mitica biennale d’arte del 1993 curata da Achille Bonito Oliva, ci ricordano che quella sensazione è tutta reale.
La grande ricerca di questo artista però non è solo un attenta ed appassionata ricerca e osservazioni sui modi di vivere orientali, ma sopratutto sui materiali adatti per narrarli; le opere sono per la maggior parte realizzate su linoleum o materiali edili industriali come l’eraclite, ad esempio, senza dimenticarci la tecnica dello smalto su vetro che vuole ricollegarsi ai manufatti in terracotta della città turca di Nicea.
Ci sono ritratti di uomini, angurie, geometrie dipinte, tappeti che ricreano l’ambiente e un’aura potente che collega il tutto.
Il progetto espositivo è stato prolungato fino al 27 maggio 2023: andate a visitare questa bella personale di un artista che avrebbe meritato più attenzione ma che oggi diverse gallerie stanno spingendo nelle loro programmazioni. Anche a Milano, per esempio, Building ospita – fino al 17 giugno – la retrospettiva “Regole per l’inganno”, a cura di Alberto Fiz.