Alla Baruch va il Gran Premio, dotato di 10.000 euro. Per la categoria Nuove Visioni, a vincere il premio è stato Marco Eusepi
È un paradosso, ovviamente. Ma nel giro di pochi giorni assistiamo a importanti premi italiani che vedono trionfare artisti stranieri. E ci viene da domandarci: perché? E perché è invece così raro che accada a italiani affermarsi oltreconfine? Nei giorni scorsi era toccato ai registi belgi affermarsi nella categoria regina dei David di Donatello. Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, premiati per il miglior film con Le otto montagne. Ora succede con il Premio Lissone, che nella categoria Gran Premio – dotata di 10.000 euro – vede affermarsi l’artista rumena Marion Baruch (Timisoara, 1929).
L’artista ha convinto la giuria con l’opera Bridging the gap, 2019, tessuto di cotone, cm 120×104. “Un’opera apparentemente fragile che, dando nuova vita a un tessuto di scarto, nelle sue forme ci obbliga ad immaginare ciò che non è più presente, ma che la nostra sensibilità riattiva attraverso la memoria“, come recita la motivazione della Giuria. Per la categoria Nuove Visioni, a vincere il premio del valore di 5.000 € è stato Marco Eusepi (Anzio, 1991), con l’opera Untitled (Flowering), 2023, olio su tavola, cm 50×60. “Un lavoro meditativo e poetico che in maniera astratta esprime il pensiero dell’artista sulla natura”, nelle motivazioni della Giuria.
Le opere premiate entreranno nella collezione permanente del Museo MAC, già forte di oltre 450 opere d’arte moderna e contemporanea. La giuria era composta da Lóránd Hegyi (storico e critico d’arte), Giovanna Forlanelli Rovati (presidente della Fondazione Luigi Rovati, Milano) e da Francesca Guerisoli (direttrice artistica del MAC di Lissone).