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Art Basel 2023: tutto il fascino di “Unlimited” nelle parole di Giovanni Carmine

François Morellet & Tadashi Kawamata, Pier and Ocean, 2014. François Morellet: Installation of argon blue neon tubes; 150 cm each; Tadashi Kawamata: Wooden pier; Dimensions variable. Mennour (UNLIMITED | U6). Courtesy Art Basel
Giovanni Carmine. Courtesy Art Basel

Unlimited: la sezione di Art Basel in cui trovano spazio opere di dimensioni monumentali. Dal 2000 è uno degli eventi espositivi che maggiormente caratterizzano Art Basel e mantiene inalterata la sua unicità nel panorama delle fiere internazionali. Per il terzo anno consecutivo alla sua guida c’è Giovanni Carmine, Direttore della Kunst Halle Sankt Gallen, che per l’edizione 2023 ha riunito 76 opere di artisti giovani, grandi maestri e artisti storicizzati. Nell’intervista qui sotto il curatore ci ha raccontato come nasce un’edizione di Unlimited.

Silvia Conta: Unlimited si svolge dal 2000, Lei è al suo timone dall’edizione 2021 ed è contemporaneamente Direttore della Kunst Halle Sankt Gallen. Quale percorso professionale L’ha portata a curare uno degli eventi più rilevanti di Art Basel?

Giovanni Carmine: «Sono ormai quasi 25 anni che lavoro con gli artisti e faccio mostre. Alla Kunst Halle produciamo molte esposizioni ad hoc e quindi molta familiarità con il processi artistici e il lavoro nello spazio museale. Ho anche collaborato con Bice Cruiger, alla Biennale di Venezia del 2011. Credo quindi che per Art Basel il motore per chiedermi di collaborare a Unlimited siano stati l’aver maturato tanta esperienza sul campo, l’aver costruito un buon network e il fatto di possedere le capacità per affrontare il complesso lavoro richiesto da un evento espositivo come questo».

Veniamo a Unlimited 2023: quali sono le principali caratteristiche di questa edizione? 

«È l’edizione del completo ritorno dopo la pandemia, ci sono molti progetti ambiziosi, mi fa molto piacere e trovo molto interessante che vengono presentate moltissime nuove produzioni realizzate appositamente per Unlimited o esposte per la prima volta. Sono lavori sia di artisti giovanissimi, come ad esempio Selma Selman, sia di riconosciuti maestri, come Gerhard Richter, che presenta una scultura in anteprima. Ci saranno dei lavori storici fantastici, che in un certo senso formano il contesto per le opere più recenti. Mi fa molto piacere che sia un’edizione di produzione dedicata alle creazione più fresca e che anche quest’anno Unlimited mantenga la sua peculiarità legata alla grande eterogeneità».

Selma Selman, Painting on Metal – Mercedes-Benz, 2023. Oil on metal
Artwork size 300.0 x 400.0 x 30.0 (cm). acb (UNLIMITED | U4). Courtesy Art Basel

Lei ha preso le redini di Unlimited in un momento in cui era necessario traghettarla oltre la pandemia, come l’ha vista cambiare – se è cambiata – in questi tre anni? Più in generale, come si è evoluta Unlimited in oltre vent’anni? 

«La mia prima edizione avrebbe dovuta essere quella del 2020, ma è stata cancellata per la pandemia, in un momento in cui i lavori erano già molto avanzati. Nel 2021 si è svolta un’edizione molto limitata, in un clima di grande incertezza. Nel 2022, invece, l’abbiamo fatta in soli 9 mesi. Questo è forse il primo anno in cui possiamo considerrare superate le limitazioni legate alla pandemia e in cui è stato possibile realizzare la mostra con tempi adeguati. Sono molto felice di aver potuto lavorare in condizioni normali, anche se delle ripercussioni sulla logistica ancora un po’ permangono.
Per quanto riguarda Unlimited più in generale posso dire di aver avuto la fortuna di vedere anche la prima edizione. La nascita di Unlimited è stata un’idea forse un po’ pazza, che si è trasformata in una mostra gigantesca, molto professionale, che rispecchia il mercato e il mondo dell’arte di oggi, incluse le varie problematiche globali del mondo contemporaneo, a cui corrispondo anche le sfide che dovremo affrontare in futuro come sistema dell’arte».

Come avviene il processo di selezione dei progetti presentati a Unlimited? 

«Il dialogo tra Art Basel e le gallerie è costante durante tutto l’anno. Nei giorni della fiera parlo con molte gallerie, inizio già a pensare ai progetti per l’anno successivo.
I progetti vengono proposti dai galleristi in dialogo con me e con il team di Art Basel, naturalmente ci sono artisti la cui ricerca mi interessa in modo particolare, quindi cerco di avviare progetti con loro, anche se purtroppo non è sempre possibile.
I galleristi sono liberi di proporre le opere che desiderano, una volta che ci sono tutti i progetti avviene una selezione insieme al comitato di Art Basel e scegliamo quelle che sembrano essere le opere più interessanti. Naturalmente il livello è sempre molto alto, perché ci vengono sottoposti progetti da gallerie di tutto il mondo, tutti di ottima qualità». 

Franz West, 100 Stühle (100 Chairs), 1998. Steel pipe, wood, and dispersion in 99 parts; 84 × 45 × 55 cm each. David Zwirner
(UNLIMITED | U10). Courtesy Art Basel

I progetti sono unicamente di gallerie presenti nella sezione principale della fiera? I costi per la produzione dei progetti vengono interamente sostenuti delle gallerie? 

«Tendenzialmente i progetti sono di gallerie presenti in fiera, ma possono essere supportati, come spesso accade, da più gallerie, non necessariamente in fiera. 

Sono le gallerie ad assumersi i costi per la realizzazione delle opere: talvolta sono già prodotte, altre sovvenzionate da una sola gallerie e, altre volte ancora, vengono finanziate da più gallerie. Sono poi le gallerie stesse a occuparsi dell’aspetto commerciale legato all’eventuale vendita delle opere».

In termini di mercato come si posizionano i progetti della dimensione e della portata di quelli presentati a Unlimited? Quali tipologie di acquirenti sono tendenzialmente più orientate verso questo tipo di proposte?

«Il mercato non è un settore di mia diretta competenza, ma immagino che si tratti di collezionisti istituzionali o grossi collezionisti privati, a livello di fondazioni o musei privati. Si tratta di opere di dimensioni museali che hanno spesso – anche se non sempre e non per forza – delle caratteristiche tecniche che non sono adatte a collezioni di tipo domestico, quindi immagino sia un mercato più complesso».

Quali sono le sfide di Unlimited per il futuro?

«Credo che anche con Unlimited dobbiamo urgentemente occuparci di sostenibilità, e non in senso metaforico o tematico, ma cercare di diventare un’esposizione dall’impatto ambientale il meno dannoso possibile. In questo senso, potremmo diventare un esempio per tutti i grossi eventi internazionali di questo genere».

François Morellet & Tadashi Kawamata, Pier and Ocean, 2014. François Morellet: Installation of argon blue neon tubes; 150 cm each; Tadashi Kawamata: Wooden pier; Dimensions variable. Mennour (UNLIMITED
| U6). Courtesy Art Basel
Guillaume Bijl, Matratzentraum, 2003 – 2023. Mixed-media installation, Artwork size 400.0 x 625.0 x 1375.0 (cm). Galerie Nagel Draxler (UNLIMITED | U2). Courtesy Art Basel
Carlos Cruz-Diez, Environnement Chromointerférent, Paris 1974/2018. Video, installation; 4’40”; Dimensions variable; Unique. Galleria Continua (UNLIMITED | U21). Courtesy Art Basel
Radcliffe Bailey, Upwards, 2018. Mixed media, Artwork size 610.0 x 610.0 x 18.0 (cm). Jack Shainman Gallery
(UNLIMITED | U37). Courtesy Art Basel

 

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