Collezioni straordinarie, in libreria il nuovo libro di Marin Montagut, autore di Ricordi di Parigi – Botteghe e atelier di una volta. Alla scoperta di collezioni uniche, magiche e inaspettate e delle loro storie
Figlio di antiquari, con nonna pittrice, Marin Montagut, illustratore e designer francese, è cresciuto circondato di oggetti di ogni tipo, frequentando fin da bambino botteghe antiquarie, mercatini e case d’asta. Per lui, insomma, il collezionismo è un stato fin dal principio un affare di famiglia, un mondo – o forse, meglio, un sistema di pensiero – che è stato fondamentale per la sua formazione. È da poco uscito in libreria il suo Collezioni Straordinarie (edizioni L’Ippocampo), un volume fotografico con un reportage dei suoi viaggi alla scoperta di collezioni (e collezionisti!) originali, inaspettate e incredibilmente aesthetic.
Le sue collezioni sono tra le più diverse, per genere e soggetto, e tiene a tutte in maniera viscerale. C’è la collezione di gessi, quella di tavolozze: ogni oggetto per lui ha un’anima, e queste collezioni sono il risultato di una costante ricerca, una caccia, un’avventura alla ricerca di oggetti speciali, con storie da raccontare, con scenari da evocare. Sono piccoli tesori raccolti durante i suoi viaggi in giro per l’Italia e il Portogallo, o curiosando nel negozio di brocante di sua madre, a Honfleur; per Marin sono fonte di ispirazione per il suo lavoro da designer, tutte immagini e sensazioni legate al suo immaginario e ai suoi ricordi di infanzia. In Italia, per esempio, ha scovato diversi ex-voto in argento che ha poi rielaborato e riprodotto in porcellana, in Portogallo invece i registos, antichi reliquiari sottovetro con cornici decorate e dipinte, realizzati un tempo dalla suore. Un’altra delle sue collezioni, poi, è quella dei Santibelli, Madonne in terracotta policroma rivestite d’oro (il nome deriva dai venditori italiani che le vendevano per le strade di Marsiglia).
Nel corso degli anni queste collezioni si sono configurate quasi in maniera casuale, senza seguire necessariamente un obiettivo prefissato, ma lasciandosi guidare piuttosto dal piacere della scoperta, delle sorpresa, affidandosi alla serendipity.
Come nelle antiche wunderkammer, in queste collezioni trovano spazio oggetti diversi tra loro, che dialogano gli uni con gli altri in lingue e in modi inaspettati, al contrario però delle antiche collezioni di eccentricità dei nobili europei, quelle di Marin Montagut sono collezioni di oggetti, comuni, modesti a prima vista, testimonianze di vita quotidiana, utensili che potrebbero essere considerati perfino banali a prima vista, ma che nobilitati in queste raccolte vengono nobilitati come protagonisti di un nuovo racconto.
Per l’allestimento del suo personale atelier Marin prende così ispirazione dalla poetica confusione di queste collezioni: ci sono i mappamondi, antiche cartelline da disegno ricoperte di carta marmorizzata, i tarocchi (con il loro fascino folkloristico intriso di misticismo e estetica sgargiante), illustrazioni anatomiche; tutti tasselli che sottolineano il suo spirito eclettico e curioso.
“Nel corso degli anni ho incontrato molti uomini e donne, antiquari professionisti e semplici appassionati. Come un bambino – scrive nel volume Collezioni Straordinarie – sono stato sedotto, commosso, abbagliato e talvolta sorpreso da alcune loro collezioni. Il mio libro nasce da quelle emozioni e atmosfere“. Nasce così questo volume fotografico, con l’intento di raccontare per immagini un viaggio alla scoperta di queste raccolte insolite, uniche, e dei loro proprietari: ci sono collezioni di caraffe ottomane, di ceste di vimini, di obelischi in pietra dura… Un tour de force in dieci capitoli alla scoperta di questi micromondi bizzarri e pieni di meraviglia.
Pagina dopo pagina possiamo quindi intrufolarci in negozi di chincaglierie trasformati in piccoli musei, in grotte delle meraviglie, in dimore storiche, tra calchi in gesso, cappelli antichi, spazzole di ogni tipo, manichini, piccoli pacchetti mai aperti trasformati in istallazioni d’artista. Nel capitolo numero 9, ecco un detour anche a Saint-Ouen, alle porte di Parigi, il mercato delle pulci più antico e e grande del mondo, frequentato a inizio ‘900 anche da artisti come Alberto Giacometti e Tanguy, e scrittori come Colette (a caccia di pezzi per la sua collezione di fermacarte in cristallo): “Secondo André Breton qui non era il cercatore a trovare un certo oggetto, ma viceversa...”. Qui si possono trovare oggetti per le collezioni di tutti i tipi: statue, mobili, tappetti, arazzi, macini da caffè, cornici, interruttori in bachelite, stampi di rame per dolci… Tesori insoliti per pochi soldi, pronti a rivelarsi agli occhi dei collezionisti più attenti, o più eccentrici.