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I punti chiave del mercato dell’arte 2023

Salvo, Il Mattino
Sotheby’s Chairman and Auctioneer Oliver Barker fielding bids during the auction

In un mondo ideale ci piacerebbe vivere un miglioramento continuo, dove ogni anno riesce sempre a fare meglio del precedente. Questo diventa particolarmente vero quando si parla di economia, dove ci si auspica che la rincorsa alle prestazioni finisca sempre con un nuovo record, con l’asticella spostata almeno un pochino più in alto. Il mercato dell’arte non fa eccezione. Nel mondo reale, però, a fare eccezione sono in realtà tutti i settori, impossibilitati a rispettare aspettative irraggiungibili che ne evidenziano i paradossi interni. Era francamente impensabile, per esempio, che il mondo dell’arte riuscisse anche solo ad avvicinarsi a un 2022 da record. Nulla da dire, allora? Niente affatto: un anno dal fatturato dimezzato rispetto al precedente porta comunque in dote aspetti cruciali, novità importanti, elementi che ci fanno intendere che comunque il mercato di sta muovendo. E il cambiamento, si sa, è l’unico vero principio d’esistenza.

DECRESCITA INEVITABILE

I 100 lotti più preziosi passati in asta nel 2023 hanno totalizzato 2,4 miliardi di dollari, rispetto ai 4,1 miliardi di dollari del 2022. Un calo ampiamente preventivato, diventato poi evidente già nella prima dell’anno, quando le vendite combinate di Christie’s, Sotheby’s e Phillips hanno registrato un calo del 18%. E le grandi vendite autunnali, anche a New York, non sono riuscite a risvegliare un’annata piatta, fiaccata da un contesto politico-economico non certo esaltante. Nell’incertezza generale fare investimenti è sempre più rischioso. Così diventa rischioso, anche per chi vuole vendere, proporre grandi opere con il dubbio di non ottenere i risultati sperati. In più, il 2022 era stato veramente eccezionale, con ben sei opere vendute sopra i 100 milioni di dollari. Quest’anno, invece, sono state solo due: Femme à la montre (1932) di Pablo Picasso e Dame mit Fächer (1917) di Gustav Klimt. Nota curiosa: solo Klimt, insieme a Basquait, compare nella top ten delle opere più care sia del 2022 che del 2023. In ogni caso, la maggior parte delle grandi aggiudicazioni quest’anno sono condensate nell’unica grande raccolta passata in asta, ovvero la Collezione Landau, battuta da Sotheby’s per 406 milioni di dollari a novembre. Alla fine, Christie’s ha chiuso a 6.2 miliardi di fatturato, ovvero meglio del 2019 (+7%), ma peggio del 2022 (escludendo l’eccezionale vendita della Paul Allen Collection -7%, considerando la Paul Allen Collection -25%). Sotheby’s invece, per raggiungere gli 8 miliardi totali dello scorso anno, deve sommare tutti i suoi dipartimenti.

MA UN GRANDE RECORD NON É MANCATO

Dopo una lunga, concitata e indecisa battaglia Lady with a Fan di Gustav Klimt viene venduto da Sotheby’s Londra per 74 milioni di sterline, che con i premi della casa d’asta diventano 85.3 milioni di sterline. É il dipinto più prezioso mai venduto all’asta in Europa. Ma non solo. Il risultato incredibile, tradotto in dollari (108.8 milioni), rende il quadro il più caro mai venduto in asta per quanto riguarda Klimt. Superato Birch Forest, venduto per 104.5 milioni di dollari da Christie’s nell’asta dedicata alla collezione di Paul Allen nel 2022.

Gustav Klimt, Dame mit Fächer (Lady with a Fan), 1917-1918, estimate in the region of £65m ($80m)
Gustav Klimt, Dame mit Fächer (Lady with a Fan), 1917-1918, estimate in the region of £65m ($80m)

LA PITTURA FIGURATIVA É SEMPRE IMBATTIBILE, MA…

Nel 2023, un crescente entusiasmo per l’arte astratta è stata una tendenza marcata. Ma guardando i dati, gli artisti figurativi rimangono i più gettonati tra gli acquirenti. Ciò vale soprattutto per il mercato secondario di prima fascia, dove la figurazione riesce sempre a ritagliarsi le maggiori attenzioni dei collezionisti. All’asta, 67 dei primi 100 migliori risultati nel 2023 sono opere figurative, in leggero calo rispetto ai 70 del 2022. Dato eccezionale che si spiega in modo semplice: le grandi aggiudicazioni riguardano principalmente artisti canonizzati, molto spesso pittori e molto spesso figurativi, legati al primo Novecento e quindi meno inclini all’astrazione. Tanto che, quando invece limitiamo il campione agli artisti ancora viventi, il numero di opere astratte vendute all’asta sale a 47 su 100. Abstract is coming?

LE NUOVE LEVE CORRONO VELOCE

Anche quest’anno la categoria che è maggiormente cresciuta è quella dei Young Contemporaries, ovvero degli artisti nati dal 1977 in poi. In particolare, tra i segmenti di opere da oltre un milione di dollari, la loro crescita è di gran lunga la più impressionante. Addirittura, se consideriamo gli ultimi cinque anni, il numero di aggiudicazioni sopra il milione è aumentato del 366,7%. In totale il numero di dollari movimentati è più che quadruplicato, passando da 36,9 milioni a 194 milioni. Un dato probabilmente senza precedenti, che certificata un interesse inedito del mercato per artisti in vita, addirittura giovani. Cioè di artisti che devono ancora superare lo scoglio della storia, che dunque si trovano maggiormente esposti a oscillazioni, se non cadute, nelle loro valutazioni. Ma anche a crescite clamorose, ed è quello che sperano i collezionisti.

QUESTIONE DI GENERAZIONE

Nel 2023, i collezionisti della Generazione X hanno speso più dei loro colleghi più giovani (che l’anno scorso li avevano superati), registrando in media una spesa complessiva più elevata per i dipinti (145 mila dollari contro 108 mila dollari per i Millennial). Sono sempre loro quelli che hanno speso di più in opere su carta, anche se i millennial sono ancora avanti quando si parla di sculture, installazioni, fotografia e videoarte. I collezionisti della Generazione Z hanno registrato la spesa media più elevata per stampe e arte digitale, che indica questi medium come punto d’ingresso, grazia ai loro prezzi accessibile, per i collezionisti più giovani che entrano nel mercato dell’arte.

Salvo, Il Mattino

SI ACQUISTA DI PERSONA

È tornato l‘acquisto di persona, con la stragrande maggioranza dei collezionisti (86%) che compra tramite un rivenditore e la maggior parte di questi (84%) che acquista di persona presso la galleria. Questi i dati riportati nel “The Art Basel and UBS Survey of Global Collecting in 2023”, che segnala come invece gli acquisti alle fiere d’arte siano scesi dal 74% al 58%. I collezionisti viaggiano infatti meno, con una partecipazione media a quattro fiere nel 2023 contro le cinque del 2019 pre-pandemia. Per quanto riguarda gli acquisti tramite gallerie estere, le regioni ad attirare il maggiore interesse sono state Francia e Giappone, rispecchiando un forte interesse per gli artisti francesi e giapponesi. Le aste sono state il secondo canale di vendita più utilizzato dai collezionisti, con circa tre quarti degli intervistati che hanno acquistato all’asta nella prima metà del 2023.

FRIEZE ENTRA ALLA BIENNALE DI VENEZIA

Una notizia che forse passerà in sordina, catalogata come passaggio inevitabile in un mondo (dell’arte e non solo) dove abbiamo visto di tutto e nulla più ci stupisce. Oppure sarà una novità che un campanello d’allarme l’accenderà: un ente fieristico, con interessi privati e ramificati, mette un piede in uno dei progetti culturali pubblici più importanti del calendario. Ma a guardar bene forse non è che un sintomo, l’ennesimo, di un sistema da sempre in equilibrio precario, costantemente costretto a cercare nuova linfa per alimentarsi. Ma veniamo al dato di fatto: Frieze – conosciuta in tutto il mondo come organizzatrice di fiere, ma ha anche una rivista molto letta – ha stretto una partnership a cinque cifre con la Gran Bretagna per la realizzazione del padiglione nazionale alla Biennale di Venezia 2024. Un intervento privato inedito, che va a sommarsi al sostegno pubblico fornito dalla British Council Commission e da altri sponsor privati (tra cui Burberry). Una necessità che si è resa “essenziale” a causa della “visione ambiziosa” del padiglione di John Akomfrah, che ha richiesto “un maggiore sostegno da parte di sponsor e mecenati per realizzare l’intera portata del suo incarico“, ha affermato il direttore dello sviluppo del British Council, Andrew McGlynn.

EXPLOIT ITALIANI: SALVO, TANCREDI, CAPOGROSSI

Non capita tutti gli anni di vedere tre artisti – o meglio, le loro opere – crescere in modo così significativo, candidarsi a diventare un vero e proprio trend del mercato nazionale e internazionale. Per Salvo la rincorsa è partita già da qualche mese, se non qualche anno, con i suoi dipinti (in particolare i paesaggi, su tutte le valli assolate e le città innevate) costantemente presenti nelle aste italiane e straniere. Ma il 2023 è stato semplicemente incredibile. Dati alla mano, le migliori 14 aggiudicazioni sono avvenute tutte quest’anno, addirittura 27 delle ultime 30 (con le altre tre che risalgono al 2022). L’escalation di record è stata conseguente: a maggio un Senza titolo da Farsetti (284 mila euro), a ottobre Il giorno fu pieno di lampi la sera verranno le stelle da Christie’s Londra (800 mila euro) e infine a novembre Il Mattino da Christie’s Hong Kong (1 milioni di euro). Nel mezzo, come detto, decine di altre grandi aggiudicazioni. Per Tancredi, invece, è stato un fulmine improvviso. A ottobre, mentre da Christie’s a Parigi tutti gli occhi erano per Mirò, ecco che il vero risultato clamoroso l’ha piazzato Tancredi, con Omaggio a Debussy (Il cielo la terra e l’acqua) venduto a 730 mila euro. Il precedente record, 539 mila euro di Natura e contemplatività, risaliva al 2008. Discorso analogo per Giuseppe Capogrossi, che il 7 dicembre da Bonhams, sempre a Parigi, ha visto la sua Superficie 106 venduta per 419 mila euro. Aggiornato, senza avvisaglie, il record di 300 mila euro che perdurava dal 2006 (Superficie 251 da Farsetti). Due grandi risultati internazionali che promettono un seguito nel 2024.

BLEU ROYAL EXCEPTIONAL COLOURED DIAMOND AND DIAMOND RING
BLEU ROYAL EXCEPTIONAL COLOURED DIAMOND AND DIAMOND RING

IL LUSSO É ORMAI UNA COSTANTE

Da Christie’s l’asta della collezione di gioielli di Heidi Horten ha totalizzato 156 milioni di dollari, superando così la collezione di gioielli di Elizabeth Taylor, venduta nel 2011 per oltre 137 milioni di dollari. Il segmento dei gioielli, in particolare, ha portato l’intero dipartimento del lusso, il preferito dai nuovi buyers della maison, a siglare un fatturato record di 1 miliardo di dollari. Merito anche della vendita di uno dei diamanti blu più rari al mondo, il Blue Royal, per la cifra record di 44 milioni di dollari. É il quarto diamante blu più prezioso mai venduto in asta. Blu è anche la grande aggiudicazione in tema gioielli di Sotheby’s, ovvero lo straordinario diamante da 11,16 carati noto come Bulgari Laguna Blu. Una pietra preziosa dall’eccezionale saturazione del colore e un vibrante blu oceanico. Creato nel 1970 da Bulgari come anello, il gioiello è classificato come Fancy Vivid Blue, ovvero una delle varietà più rare di diamanti. 25 milioni di dollari il valore raggiunto all’asta.

SEMPRE PIÙ ASIA

L’importanza del mercato asiatico sui risultati globali del mercato dell’arte, soprattutto per le case d’asta, non è certo una novità. Va però segnalata che tale crescita non accenna a fermarsi, anzi continua a salire. Christie’s quest’anno ha registrato addirittura una crescita del 30% di nuovi collezionisti provenienti dalla sola Cina, certificando la saluta di un mercato che lascia intravedere ampie possibilità di crescita. Non a caso la maison ha in programma l’apertura di una nuova sede a Hong Kong per il 2024. Anche Sotheby’s ha registrato una presenza sempre maggiore di collezionisti asiatici, che nell’ultimo lustro si sono aggiudicati circa un terzo (32%) dei lotti che hanno superato il milioni di dollari. La loro predilezione è per gli antichi maestri cinesi, ma anche se si parla di arte occidentale non mancano di dire la loro, rappresentando il 18% dei buyers quando si tratta di arte contemporanea e il 17% quando in vendita c’è arte moderna e impressionista.

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