Una bella pubblicazione di Franco Maria Ricci, Tesoro Mexicano, racconta la natura centro-americana così come apparve ai primi conquistadores: attraverso il compendio di Nardo Antonio Recchi è giunto fino a noi il codice del dottor Francisco Hernández risalente agli anni Settanta del Cinquecento. Una pubblicazione a metà fra arte e storia, per bibliofili ma non solo
Pur animati dall’istinto della conquista e del fanatismo cattolico, i soldati al seguito di Cortés non sfuggirono però al fascino di una natura così diversa da quella della Spagna, a loro così familiare. Il Messico si annunciava anche sotto forma di un regno animale e vegetale al limite della mitologia. Ma ci fu anche chi seppe guardarlo con occhi scientifici, a cominciare dal dottor Francisco Hernández che mise a punto un vastissimo catalogo, percorrendo il territorio del Messico fra il 1571 e il 1577. Dopo sei anni di lavoro, animato dall’amore per la ricerca empirica e la filosofia naturale, erano pronti ben sedici volumi manoscritti, redatti anche grazie all’aiuto di numerosi indigeni, che spiegarono allo spagnolo le varie caratteristiche e proprietà delle piante e gli usi in farmacopea, anche se questi, con spirito prettamente colonialista, non aveva troppo fiducia nelle loro effettive competenze.
Comunque fosse, questo grande catalogo della fauna e della flora messicana conobbe però vicende assai tormentate: non venne mai dato alle stampe, e i sedici volumi manoscritti rimasero confinati nella biblioteca reale dell’Escorial, a Madrid, fino a quando, nel 1671, un devastante incendio non li ridusse in cenere, assieme a centinaia di altri preziosissimi libri. Sembrò così che della monumentale opera di Hernández non dovesse rimanere traccia, ma per fortuna non era così: circolava infatti in Europa da una ventina di anni, un compendio eseguito dal filosofo, medico e scienziato salernitano Nardo Antonio Recchi che nel 1580, a 40 anni era stato nominato medico della Casa Reale dal sovrano Filippo II. Quel compendio era a lungo rimasto inedito, custodito dai discendenti, fino a quando nel 1651, Federico Angelo Cesi, lo scienziato romano fondatore dell’Accademia dei Lincei, curò personalmente la pubblicazione del manoscritto del medico salernitano.
La pubblicazione di Franco Maria Ricci, Tesoro Mexicano, rende finalmente accessibile al grande pubblico, in un’elegantissima veste tipografica, un’opera cardine nella conoscenza del Nuovo Mondo da parte dei conquistadores spagnoli. I cinque approfonditi saggi, di Giorgio Antei, Lucia Tomasi, Giuseppe Olmi, Alejandro de Ávila e María Isabel Grañén Porrúa, tracciano la storia di un’avventura editoriale che si inquadra nel più vasto contesto della conquista coloniale e dell’approccio culturale verso quello che allora veniva chiamato il Nuovo Mondo, a cominciare proprio dallo studio della sua flora e della sua fauna, che ebbe nel Sumario de la Natural Historia de las Indias di Fernandéz de Oviedo una delle prime pubblicazioni in materia.
Oltre al lato scientifico, emerge anche il lato più strettamente umano dello studio di Hernández, il quale come accennato riteneva i nativi sudamericani popolazioni barbare e incivili. Le osservazioni su di loro, infatti, lasciano quasi sempre emergere disprezzo per i loro usi e costumi e per le loro scarse conoscenze scientifiche (in realtà, furono loro a spiegare al medico spagnolo come utilizzare le loro piante, anche se Hernández non prese troppo sul serio quel patrimonio di conoscenze). Ma questo atteggiamento lo si deve inquadrare nella mentalità spagnola dell’epoca, che all’istinto della rapina univa un senso religioso al limite del fanatico, per cui ogni cultura straniera veniva giudicata con il metro del cattolicesimo.
Quindi, l’opera di FMR è importante perché, con i saggi che si affiancano alle tavole di Hernández (come alle tavole di importanti artisti che hanno lavorato sulla fauna e la flora sudamericane), ampliano il punto di vista sul suo lavoro e lo contestualizzano in una precisa epoca storica, con i suoi pregi e difetti.
Infine, il grande formato e la preziosità della carta permettono di apprezzare al massimo la bellezza delle illustrazioni che riproducono con perizia piante e animali dell’area messicana, che all’epoca destarono in Europa una profonda meraviglia.
Tesoro Mexicano. Visioni della natura fra Vecchio e Nuovo Mondo
Franco Maria Ricci
Pagine 256, Euro 60,00