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Napoli, perla del Sud e coacervo di civiltà. In un volume di Franco Maria Ricci

Piazza del Plebiscito con la Basilica di San Francesco di Paola. Photo Luciano Romano

Franco Maria Ricci, storica casa editrice parmense dedicata all’arte e alla cultura, rende omaggio ad alcune delle più belle città italiane attraverso una serie di pubblicazioni monografiche di alto spessore intellettuale e dalla pregevole estetica.
Dopo Bergamo e Mantova, la terza puntata del viaggio di ArtsLife è dedicata a Napoli, “capitale” del Mediterraneo, dai mille volti greco, romano, angioino spagnolo, città di splendori e miserie fra le più contraddittorie e affascinanti d’Europa

Roma. Epicurea e gaudente, sobria e mondana, nobile e popolare, intellettuale e “lazzarona”, Napoli è una città dai mille volti, dove civiltà diverse si sono succedute nei secoli, ognuna lasciandovi una sua eredità. Scorrendo le pagine del corposo e raffinato volume di Franco Maria Ricci, il lettore compie un viaggio nell’anima di una città che ancora oggi è in parte misteriosa, con le sue origini non del tutto certe, quelle cappelle a metà fra culto ed esoterismo, e quel sottosuolo ancora in parte da esplorare. 

I saggi in volume di Giuseppe Galasso, Pier Giovanni Guzzo, Nicola Spinosa, Maia Confalone, si avventurano con garbo, con dovizia di particolari ma sena verbosi accademismi, fra la storia della città, il suo patrimonio artistico, i suoi edifici monumentali, le vestigia archeologiche, la Cattedrale, il monastero di Santa Chiara, senza però dimenticare le chiese e i teatri minori, tutti altrettanti poli di una vita quotidiana frenetica e indaffarata, che nei secoli non ha mancato di incuriosire e affascinare più di un visitatore straniero, così come di porre mille interrogativi alla stessa Italia.

Giuseppe Sanmartino, Cristo velato (1753).Cappella Sansevero. Photo Luciano Romano

Napoli è una città caratterizzata da un profondo senso del sacro: secondo una tradizione, gli Apostoli Pietro e Paolo passarono da Napoli lungo la via del loro martirio; la figura di San Gennaro, con il suo celebre miracolo, domina ancora oggi la vita spirituale cittadina. Al fondo, però, l’eco di antichi culti pagani che rivivono tuttora per tramite dell’accentuato cromatismo della vita religiosa napoletana. Un aspetto che anche il tesoro artistico cittadino non manca di sottolineare, attraverso una rutilante drammaticità di colori, gesti, espressioni facciali. Nel suo saggio, Nicola Spinosa affronta appunto l’evoluzione dell’arte e dell’architettura a Napoli, dove la sobrietà del Rinascimento trovò accoglienza ma fu poi “spazzata via” dal soffio teatrale del tardo Cinquecento e del Barocco seicentesco, che interpretarono al meglio l’identità locale.

Per meglio documentare i tanti volti di questa città caleidoscopica, Caterina Napoleone ha curata una “Antologia Napoletana” attingendo alle testimonianze sulla città di intellettuali, artisti e scrittori dall’Età Romana al Novecento. Se Strabone nella Geografia, ancora rammenta i giochi sacri di origine greca e loda la tranquillità dell’antica Neapolis, così come la campagna circostante, Matilde Serao indugia sulle leggende d’amore che starebbero all’origine della città, Giovanni Boccaccio vi ambientò più di una novella, conquistato dal quel rutilante e colorato mondo sospeso fra Oriente e Occidente, Pietro Giannone narra della tradizione bibliotecaria avviata dal Cardinal Seripando nel XVI Secolo, Charles de Brosses rimaneva meravigliato dal fasto della corte borbonica, dalla mole del Vesuvio e di quell’atmosfera spagnoleggiante che si respira in città, e Francesco De Sanctis indulge nel ricordare il Caffè del Gigante, letterario e mondano insieme.

Guillaume de Verdelay, Etienne Godefroy e Milet d’Auxerre, Busto reliquiario di san Gennaro (1304-05). Duomo, Cappella del Tesoro di San Gennaro. Photo Luciano Romano

Napoli ha mille volte che queste pagine fanno riemergere in tutta la loro freschezza, con una particolare attenzione all’epoca borbonica, che la vulgata ancora oggi crede essere stato un periodo di oscurantismo e arretratezza. Così non fu, grazie a personaggi come Filangieri, Tanucci, Galiani, e i sovrani Carlo III e Ferdinando IV (quest’ultimo più noto con il semigoliardico soprannome di “Re Lazzarone”). Tracciando la storia della città, Galasso ne ripercorre appunto le vicende, insistendo sulla ricchezza culturale che ha caratterizzato ognuna delle diverse civiltà che hanno lasciato a Napoli una loro impronta.

Busto virile identificato con il cosiddetto Scipione, forse un sacerdote isiaco, II secolo a. C.Museo Archeologico Nazionale. Photo Luciano Romano

Non solo testo scritto: le fotografie di Luciano Romano colgono dettagli di affreschi, di architetture, di dipinti, di sculture, che rispecchiano i diversi aspetti della personalità di Napoli, città dai mille colori di cui Raffaele La Capria celebra il famoso “giallo”, colore e fenomeno naturale che nasce solo da particolari condizioni atmosferiche e dall’incontro al tramonto fra il sole e il mare; un prodigio dalla breve durata, solo pochi minuti, sufficienti però a creare una memoria indelebile. Napoli, in fondo, nonostante la sua magnificenza, è delicata e commovente come un raggio di sole.

 

Napoli
Franco Maria Ricci, 2009
pp. 348, Euro 80,00

www.francomariaricci.com

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