Tokyo Gendai è nata scommettendo sul potenziale della scena artistica e del mercato nipponici, ottendo conferme in termini di affluenza, vendite e interesse internazionale fin dalla sua edizione inaugurale, nel luglio 2023. Dal 5 al 7 luglio 2024 la fiera aprirà al pubblico la sua seconda edizione – nuovamente sotto la guida dalla Direttrice Eri Takane – e tornerà negli spazi del PACIFICO Yokohama, uno dei centro congressi più estesi del mondo, con una line-up di 69 gallerie (ve ne avevamo parlato qui). Nell’intervista qui sotto Magnus Renfrew (classe 1975, cresciuto a Cambridge) co-fondatore di Tokyo Gendai e profondo conoscitore dell’area Asia-Pacifico ci guida alla scoperta della fiera e del suo posizionamento nel mercato dell’arte giapponese e internazionale.
Magnus Renfrew è stato fondatore e direttore di ART HK: Hong Kong International Art Fair (2007-2012) e di Art Basel a Hong Kong (2012-2014), è co-direttore di Taipei Dangdai e co-fondatore di ART SG, la fiera di Singapore. È stato inserito due volte nell’ArtReview Power 100 come una delle figure più influenti del sistema dell’arte mondiale. Nel 2013, inoltre, è stato nominato Young Global Leader dal World Economic Forum come riconoscimento del suo contributo alla costruzione della scena artistica in Asia.
Sta per inaugurare la seconda edizione di Tokyo Gendai. Come è nata la fiera e quali sono i suoi obiettivi?
Magnus Renfrew: «Stiamo lavorando a Tokyo Gendai dal 2016, riconoscendo l’incredibile potenziale del mercato dell’arte in Giappone. L’edizione inaugurale di Tokyo Gendai si è svolta nel luglio 2023 e la risposta della comunità culturale giapponese è stata estremamente positiva.
La nostra aspirazione per Tokyo Gendai è quella di mostrare il meglio che il Giappone ha da offrire a un pubblico internazionale, di espandere il pubblico e il mercato dell’arte contemporanea in Giappone e di introdurre gallerie e artisti di spicco nel mercato giapponese».
Come si colloca Tokyo Gendai nel panorama delle fiere d’arte contemporanea giapponesi? E nel panorama internazionale?
«Negli ultimi cinque anni in Giappone si è registrato un aumento del numero di eventi artistici, festival e fiere locali. Il governo e le altre istituzioni stanno prendendo sul serio il mercato dell’arte giapponese, ritenendo che questi eventi aumentino le opportunità di sviluppo dell’economia e di beneficio per la società in generale. Il Tokyo Gendai svolge un ruolo importante in questo contesto.
All’interno del panorama internazionale, Tokyo Gendai rappresenta un momento chiave del calendario artistico internazionale per il mondo dell’arte: gallerie, curatori, professionisti del mondo dell’arte e collezionisti possono confrontarsi con la scena artistica giapponese. Oltre alla fiera in sé, c’è una settimana ricca di eventi e un programma VIP ampliato prima dell’inizio della fiera e dopo la sua conclusione che consente ai collezionisti di esplorare altre parti del Giappone».
Qual è l’obiettivo principale dell’edizione 2024? Quali sono gli aspetti che permangono dalla prima edizione e quali sono le caratteristiche principali della nuova?
«Tokyo Gendai 2024 ha un focus internazionale ancora più forte rispetto alla fiera inaugurale e presenterà arte contemporanea di livello mondiale riunita da 69 gallerie provenienti da 18 Paesi del mondo. Siamo lieti di dare il benvenuto ad alcuni importanti nuovi arrivati, tra cui Pace Gallery, che aprirà uno spazio a Tokyo, Galerie EIGEN + ART di Berlino e Alison Jacques di Londra.
L’anno scorso abbiamo ricevuto un feedback molto positivo sui nostri programmi. Dopo il successo del debutto dell’anno scorso, torna Tsubomi “Flower Bud”, che quest’anno presenta le opere di quattro artiste di diverse nazionalità, generazioni e identità culturali. La mostra sarà presentata da SPECTRUM, un collettivo internazionale di curatori d’arte e professionisti che sviluppano progetti artistici che si confrontano con le idee di rappresentazione e diversità, e sarà co-curata da Marina Amada, curatrice d’arte contemporanea con sede a Parigi e Kyoto e co-fondatrice di SPECTRUM, e da Soojung Yi, curatrice del National Museum of Modern and Contemporary Art della Corea. La mostra presenta sedici opere di quattro artisti che riflettono sul nostro rapporto con le civiltà e l’ambiente naturale, presentando opere di artisti diversi, da pezzi recenti di artisti emergenti e sottorappresentati, a nomi affermati e riconosciuti a livello internazionale. Tra gli artisti figurano le newyorkesi Mika Tajima e Miya Ando, l’artista visiva tailandese Sareena Sattapon e l’artista concettuale americana Jenny Holzer».
Quali sono le caratteristiche principali del mercato dell’arte contemporanea in Giappone? Ritiene che ci sia più interesse nel collezionare artisti giapponesi o internazionali? Che posto occupa l’arte contemporanea giapponese nel mercato globale dell’arte?
«Siamo nel bel mezzo di una nuova fase per il mercato dell’arte asiatico: se all’inizio il mercato era strettamente incentrato su Hong Kong, nell’ultimo decennio si è ampliato fino a comprendere altri punti di riferimento culturali, in linea con la grande importanza economica e culturale di molte città asiatiche. Con la maggiore accessibilità del Giappone al pubblico delle gallerie internazionali, grazie al nuovo regime di tassazione, gli artisti e le gallerie giapponesi hanno una fantastica opportunità di sfruttare le dinamiche in rapido mutamento all’interno della regione e di esporre opere giapponesi a collezionisti internazionali».
Come descriverebbe, in breve, la scena artistica contemporanea giapponese? E in particolare la scena artistica contemporanea di Tokyo?
«La scena artistica contemporanea di Tokyo è vibrante e dinamica e fonde l’estetica tradizionale giapponese con l’innovazione d’avanguardia. La città ospita gallerie di fama mondiale e quartieri eclettici, come Roppongi e Shibuya, che celebrano la creatività e la cultura locali. Il crescente interesse di Tokyo per gli eventi artistici, come il Tokyo Gendai, attira l’attenzione del mondo intero e fornisce al Giappone il palcoscenico di cui ha bisogno per mostrare l’eccellenza della scena artistica contemporanea».
Qual è la Sua visione per il futuro di Tokyo Gendai?
«Negli ultimi cinque anni abbiamo notato che una generazione più giovane di collezionisti, sia giapponesi che di tutto il mondo, si sta impegnando attivamente nel mercato dell’arte e siamo certi che continuerà a farlo. Tokyo Gendai continuerà a fornire un’opportunità sia ai collezionisti affermati che a quelli giovani di scoprire e sperimentare in prima persona alcune delle più interessanti opere d’arte contemporanea, in una delle scene artistiche più vivaci del mondo.
Tokyo Gendai e la scena artistica giapponese hanno un enorme potenziale di sviluppo nei prossimi anni. Ci sono tutti gli ingredienti perché il Giappone diventi un mercato d’arte di primo piano e assuma un ruolo molto più importante nel mondo dell’arte globale».