Recipes for Broken Hearts è il titolo della prima edizione della Bukhara Biennal, che dal 5 settembre al 20 novembre 2025 metterà in scena l’intero spettro creativo dell’Uzbekistan: arti visive, culinarie, performative, tessuti, artigianato, musica, danza e architettura.
La secolare storia di Bukhara l’ha vista succedersi nelle epoche come passaggio chiave lungo la Via della seta e poi ancora come luogo di scambio culturale tra Asia, Africa e America Latina nel ventesimo secolo. Oggi la tradizione si rinnova con la nascita della Bukhara Biennal, evento artistico in programma per il prossimo settembre e che si candida a diventare una delle più grandi iniziative internazionali nel campo dell’arte contemporanea in Asia centrale.
L’evento fungerà da piattaforma per mettere in luce artisti e artigiani uzbeki, affiancati da artisti riconosciuti a livello internazionale, tra cui Antony Gormley, Laila Gohar, Himali Singh Soin, David Soin Tappeser, Subodh Gupta, Bekhbaatar Enkhtur, Wael Shawky, Delcy Morelos e Marina Simão.
Ideato dalla direttrice artistica Diana Campbell, il concept curatoriale e il titolo della prima edizione della biennale – Recipes for Broken Hearts – deriva da una leggenda ampiamente nota che sostiene che la ricetta del piatto base uzbeko, il palov, fu inventata dal colto e padre della medicina moderna, Ibn Sina, per curare il cuore spezzato di un principe che non poteva sposare la figlia di un artigiano. Ispirandosi a questa storia, Recipes for Broken Hearts sottolinea l’importanza delle esperienze condivise per una guarigione collettiva, promuovendo la connessione e la collaborazione tra artisti e artigiani locali e internazionali.
Per l’occasione, la città sta sistemando alcuni dei suoi luoghi storici, i quali andranno a ospitare i vari eventi. Tra questi la casa-museo di Fayzulla Khodjaev, la madrasa di Miri-Arab, la moschea di Magoki Attori, il minareto di Kalyan e il caravanserraglio di Olimjon. Al loro interno prenderanno vita le opere degli artisti partecipanti. Alcuni di loro hanno già confermato la loro presenza: Aziza Azim; Behzod Boltaev; Gulnoza Irgasheva; Oyjon Khayrullaeva; Hassan Kurbanbaev.
Già sicuri anche alcuni progetti: l’artista multidisciplinare coreano-uzbeka Daria Kim si concentrerà sulle numerose storie della diaspora coreana in Uzbekistan, conservate attraverso la collezione della Nuron Gallery di circa 1.400 opere di artisti coreano-uzbeki. Così come la presenza di artisti internazionali come Gabriel Chaile (Argentina); Shakuntala Kulkarni (India); Liu Chuang (Cina); Kei Imatsu (Giappone); Pakui Hardware (Lituania); Nomin Zezegmaa (Germania/Mongolia) e Binta Diaw (Senegal-Italia).