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Bolaffi sorprende con Boetti! Un Arazzo vola a quasi 1 milione in asta

Alighiero Boetti, Segno e disegno, 1978.
Alighiero Boetti, Segno e disegno, 1978.
Alighiero Boetti, Segno e disegno, 1978. Venduto per 800 mila euro

L’Arazzo di Alighiero Boetti guida un’asta da 1.9 milioni di euro per Bolaffi. Qui le altre aggiudicazioni dell’asta di Torino del 5 novembre 2024.

Che l’asta di Bolaffi si inserisse nel punto giusto del calendario artistico, con una Torino eccitata e dinamica, l’avevamo ipotizzato. Ma che la vendita di arte moderna e contemporanea del 5 novembre avrebbe riscosso un tale successo era difficilmente pronosticabile. In particolare, la soddisfazione più grande è quella riscossa con Senza titolo (Segno e disegno) di Alighiero Boetti, venduto per 800 mila euro alla fine di un duello a distanza all’ultimo rilancio tra tre collezionisti – uno dei quali italiano – collegati al telefono, che hanno fatto salire l’arazzo ben oltre le stime iniziali di 280-350 mila euro.

Una soddisfazione verbalizzata anche da Filippo Bolaffi, amministratore delegato di Aste Bolaffi: «Posizionandosi tra i top lot più importanti venduti negli ultimi anni da Aste Bolaffi, l’arazzo di Boetti conferma la nostra capacità di individuare opere d’arte di altissimo livello e renderle visibili ai compratori più raffinati ed esigenti a livello internazionale. Questo eccezionale risultato consolida la crescita della casa d’aste nel mercato dell’arte moderna e contemporanea, che rimane un asset class molto vitale in Europa e nel mondo».

L’aggiudicazione rappresenta però solo l’apice di una vendita in grado di portare nelle casse della maison 1,9 milioni di euro, merito di una percentuale di lotti venduti vicina all’80%. Tra questi si è distinta un’altra opera di Botti, la penna a biro su carta intelata Mimetismo, del 1979, salita fino a 100 mila euro, così come la Primavera di Salvo, aggiudicata a 87.5 mila euro.

Guardando alle altre aggiudicazioni, lo studio di Gustav Klimt per il ritratto della dama viennese Sonja Knips esposto al Belvedere di Vienna è passato di mano per 55 mila euro, la serigrafia di Robert Rauschenberg Star Quarters I-IV per 37.500 euro, l’opera Il nome di Carmen del 1970 di Emilio Isgrò, le cui celebri cancellature nel 2024 compiono 60 anni, per 215, 35 mila euro.

Molto ambiti dai collezionisti anche i due pannelli serigrafati su tela da Giacomo Balla con farfalle e fiori provenienti da Casa Balla a Roma (32.5 mila euro), la rara scultura in terracotta di Ligabue, Albero con cane e gatto, pezzo unico eseguito nel 1952-1953 nella fornace Vecchia di Luzzara con l’argilla della golena del Po (31.3 mila euro) e la punta di piombo su carta di Amedeo Modigliani Tête tournée (25 mila euro).

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