La capitale attraverso l’obiettivo di Gabriele Basilico in una mostra a Palazzo Altemps, a Roma. Nelle sale di un museo meraviglioso, fra statue antiche e rare, il fotografo milanese colpisce nel segno. E mette a nudo alcuni aspetti cruciali della romanità.
La mostra Gabriele Basilico. Roma è aperta fino al 23 febbraio 2025. Bisogna aggirarsi con la dovuta attenzione nelle sale di Palazzo Altemps per percepire la relazione tra le foto e l’ambiente, tra un oggetto contemporaneo, come una fotografia, e la classicità di statue e affreschi. Oltre al rapporto di Basilico con la capitale, la mostra celebra anche gli ottantant’anni dalla nascita del grande fotografo (Milano 1944-2013); dopo la mostra milanese del 2023, a dieci anni dalla morte. L’esposizione romana è stata concepita per essere esportata anche all’estero. Roma è, quindi, la prima tappa di un percorso ideale pensato dagli organizzatori: la Direzione generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, il MUFOCO – Museo di Fotografia Contemporanea di Milano, l’Archivio Basilico e il Museo Nazionale Romano – Palazzo Altemps. La curatela è di Giovanna Calvenzi e Matteo Balduzzi.
L’opera di Gabriele Basilico su Roma prende le mosse dai primi incarichi di reportage per la stampa nazionale, per l’editoria, per i musei, le aziende, enti pubblici e privati. Per poi passare ai lavori monografici, come il progetto d’indagine sul corso del Tevere. Ad accogliere i visitatori che iniziano il percorso c’è un’immagine del Foro Romano. Illuminata da destra dal sole mattutino, la foto sembra perfettamente inserita fra i busti in marmo dell’esposizione permanente. Nella prima sala, si susseguono le fotografie in bianco e nero datate tra gli anni Ottanta e il Duemila, anno giubilare. Si spazia dai luoghi iconici della Roma classica, Colosseo in testa, alle architetture razionaliste dell’Eur. Il fascino sospeso della città eterna fa il resto.
Al centro del percorso troviamo la stanza dei provini, 250 piccole immagini, corredate degli appunti del maestro. “Un processo di sviluppo delle immagini legato alla fotografia analogica, che i giovani quasi non conoscono”, spiega la curatrice della mostra, Giovanna Calvenzi.
L’occhio di Basilico è preso dagli spazi e dalle linee; ma anche dalle prospettive, come nel caso dello scatto del 2010 a Fontana di Trevi, dove le persone in primo piano sembrano parte di un trompe l’oeil tra antico e moderno. Nella seconda parte del percorso troviamo, infatti, foto più recenti, con un Pantheon illuminato dall’alto, adagiato nel senza tempo. E l’acqua del Tevere immortalata a colori, inusualmente per Basilico che prediligeva il bianco e nero.
La mostra Gabriele Basilico. Roma si inserisce nel periodo di esordio del Giubileo, che inizia con le imminenti festività natalizie. Colpisce il connubio tra il contesto storico artistico di Palazzo Altemps, uno dei più suggestivi nella capitale e legato alla romanità classica, e le fotografie di una Roma contemporanea ancora decorosa, pur nel fascino della sua eterna decadenza. Basilico riesce a cogliere ciò che di ancora vivo trasuda dalle pietre della storia, antica e più moderna. E ci restituisce un’atmosfera perduta; forse definitivamente, dopo i cambi di paradigma legati alla pandemia e al turismo selvaggio, asso pigliatutto dei nostri luoghi storici. Pur essendo passato poco tempo, i luoghi iconici ritratti da Basilico, tra passerelle montate sui marmi (Fontana di Trevi), lotte tra gladiatori e turisti (Colosseo), biglietti d’ingresso in chiesa (Pantheon), sembrano aver cominciato un processo di trasformazione sul quale, da più parti, ci si inizia a interrogare.