Nel cuore di Milano – a pochi passi dal quartiere di Porta Venezia, considerato uno tra i 40 più cool al mondo secondo la rivista Time Out, domani 15 gennaio, dalle 18, la Fondazione Luigi Rovati ospiterà un incontro sullo stato avanzato delle ricerche archeologiche relative all’antica città di Tarquinia, uno dei più rilevanti centri della civiltà etrusca.
Situata a nord del Lazio, tra Roma e Grosseto, Tarquinia è ancora oggi una straordinaria meta turistica sotto il profilo storico, artistico e paesaggistico, in particolare sono per i monumenti e le testimonianze presenti sul territorio. Posta al centro dell’Etruria meridionale, Tarquinia (Tarch(u)na, che deriva da quello dell’eroe eponimo Tarconte) ebbe grande splendore in epoca etrusca diventando capitale di un vasto territorio tra Vulci, Volsini e Caere. La storia della città fu sempre collegata con le più antiche vicende della Storia di Roma. Sotto il potere di ben tre re Tarquini (Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo) fu infine sottomessa definitivamente da Roma dopo la battaglia di Sentino, nel 295 a.c., diventando dunque parte dei territori romani nella regio VII Etruria. Sul suo litorale si sviluppò la colonia marittima di Gravisca, che fino alla fondazione di Centumcellae (Civitavecchia) da parte dell’imperatore Traiano nel II secolo d.c., rappresentò il principale porto dell’Etruria meridionale, abbandonato in seguito alle scorrerie dei corsari saraceni in epoca altomedievale. A rendere la città tappa obbligatoria per studiosi e appassionati è la presenza di una delle maggiori raccolte di reperti etruschi e delle magnifiche necropoli che si trovano nelle vicinanze della città nuova
In particolare, il seminario dal titolo “Sei personaggi in cerca del loro vissuto”, si concentrerà sulle indagini scientifiche che hanno portato alla scoperta di nuovi dettagli sulla vita e sulle condizioni delle persone vissute a Tarquinia in età etrusca, a partire da un affascinante ritrovamento: sei scheletri, parte di un gruppo di venti esemplari rinvenuti nel sito della Civita.
L’incontro sarà un’occasione unica per approfondire le nuove scoperte attraverso le ricerche di esperti di diverse discipline. A intervenire saranno: Giovanna Bagnasco Gianni (Università degli Studi di Milano), che presenterà le indagini umanistiche, mettendo in luce gli aspetti storici e culturali dei ritrovamenti; Simon Stoddart (Magdalene College, University of Cambridge), che esplorerà le indagini naturalistiche, fornendo un’analisi approfondita dei resti scheletrici e dell’ambiente circostante; Matilde Marzullo (Università degli Studi di Milano), che approfondirà il contesto in cui sono stati trovati i sei personaggi e le implicazioni socioculturali delle loro storie; Cristina Cattaneo (Università degli Studi di Milano), che parlerà di antropologia e traumi, esaminando i segni lasciati dalla vita quotidiana e dalle possibili violenze su questi individui; Lucie Biehler-Gomez (Università degli Studi di Milano), che discuterà della patologia e delle condizioni di vita, focalizzandosi sulle malattie e sulle difficoltà a cui gli Etruschi erano sottoposti.
Le indagini sono parte di un progetto di ricerca che coinvolge l’Università degli Studi di Milano, in collaborazione con istituzioni internazionali come l’Università di Cambridge. Grazie a queste collaborazioni, gli studiosi sono riusciti a restituire non solo una visione storica più dettagliata dell’antica civiltà etrusca, ma anche nuove prospettive sui traumi, le malattie e le condizioni di vita che caratterizzavano gli abitanti di Tarquinia.
Il seminario è aperto a tutti, ma rappresenta anche un’importante occasione per gli studenti iscritti al corso di laurea magistrale in Archeologia e ad altri corsi afferenti al Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano. La partecipazione all’incontro, infatti, rientra tra le attività seminariali che possono conferire CFU. L’ingresso alla conferenza è libero e basta registrarsi sul sito.
La Fondazione Luigi Rovati
La Fondazione (intitolata a Luigi Rovati, medico, ricercatore e imprenditore farmaceutico, Cavaliere del Lavoro e Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana) rappresenta il palcoscenico perfetto per ospitare questo incontro che lega storia, archeologia e arte. La Fondazione è infatti un centro di eccellenza che da anni promuove il dialogo tra archeologia, scienza e cultura, e si propone come luogo di riferimento per la riflessione su temi di grande rilevanza storica e scientifica. Attraverso eventi e approfondimenti, la Fondazione crea un continuum tra arte e scienza, elementi fondamentali per la produzione culturale nella società della conoscenza. Sempre guidata dalle parole di Rovati «Quello tra storia e arte è un legame affascinante. Capire il rapporto che lega un popolo alle sue espressioni artistiche è avvincente, così come lo è vedere che i cambiamenti di stile nell’arte sono lo specchio di mutamenti nella società. Riuscire a cogliere questo legame mi ha aiutato a comprendere popoli lontani nel tempo e nello spazio e ha costituito la base della mia visione del fare impresa». L’ obiettivo è coinvolgere un pubblico sempre più ampio, stimolando una riflessione profonda sul nostro passato e sul suo impatto sul presente.