
La grande mostra presenta 50 sculture di Medardo realizzate in gesso, cera e bronzo, messe a confronto con oltre 60 artisti moderni e contemporanei
50 sculture realizzate in gesso, cera e bronzo, accostate a oltre 250 fotografie e disegni. Fino al 10 agosto, il Kunstmuseum di Basilea ospita una straordinaria retrospettiva dedicata a Medardo Rosso, uno degli scultori più radicali e visionari tra XIX e XX secolo. Curata da Heike Eipeldauer (mumok, Vienna) ed Elena Filipovic (Kunstmuseum Basel), la mostra mette l’artista a confronto con oltre 60 artisti, tra cui Brâncuși, Warhol, Hesse, Oppenheim, Benglis, Baghramian e Kaari Upson. Rivelando l’ampiezza della sua influenza, dal modernismo agli sviluppi più recenti dell’arte concettuale e performativa.

Medardo Rosso, spesso in dialogo e competizione con Rodin, e vicino a figure come Degas, ha rivoluzionato la concezione plastica con opere che sfumano i contorni, cancellano i dettagli e abbracciano l’imperfezione. Le sue figure non sono pensate per essere osservate da ogni lato, ma progettate frontalmente, immerse in una luce che dissolve i volumi, restituendo allo spettatore un’impressione fugace, quasi fotografica. La sua poetica si fonda sulla caducità, sull’istante: anti-monumenti che parlano con una voce sommessa ma intensa.
La mostra sottolinea quanto Rosso sia stato non solo uno scultore ma un pensatore visivo. Il suo uso pionieristico della fotografia – con negativi ritagliati, stampe manipolate e giochi di luce – anticipa pratiche artistiche contemporanee. Tra le opere più interessanti si segnalano Bambino malato (1895) ed Ecce Puer (1906), due esempi di come Rosso sapesse trasformare materia e luce in emozione pura. La scenografia della mostra richiama lo spirito installativo che già Rosso praticava: non semplici esposizioni ma esperienze immersive, in cui sculture e immagini dialogano tra loro, come accadeva nei suoi allestimenti parigini d’inizio Novecento.
















