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La potenza del verbo. Barbara Kruger al Guggenheim Museum di Bilbao

Barbara Kruger, Another day. Another night, Guggenheim Museum, Bilbao Barbara Kruger, Another day. Another night, Guggenheim Museum, Bilbao
Barbara Kruger, Another day. Another night, Guggenheim Museum, Bilbao
Barbara Kruger, Another day. Another night, Guggenheim Museum, Bilbao
Fino al 9 novembre il museo basco offre tutti i suoi spazi alle speculazioni grafico-linguistiche della Kruger

La lingua è una forza potente e ci definisce. Ci parla di gerarchie, di adorazione e di disprezzo”. Con queste parole Barbara Kruger introduce lo spirito che attraversa Another day. Another night, la sua prima grande retrospettiva in Spagna, in programma al Museo Guggenheim Bilbao dal 24 giugno al 9 novembre. Una mostra che non è solo un’esposizione, ma una dichiarazione: una potente immersione nel linguaggio del potere, costruita attraverso decenni di arte visiva che scardina, interroga, riscrive.

Curata da Lekha Hileman Waitoller, la rassegna è frutto di una stretta collaborazione con l’artista, tuttavia assente alla preview. E trasforma gli spazi del museo in un vero e proprio campo di tensione tra parole, suoni, immagini e architettura. L’approccio di Kruger è radicale fin dalle origini: sin dagli anni Ottanta ha decostruito i meccanismi della comunicazione di massa e della cultura visiva, sovvertendo i linguaggi del marketing, della propaganda, della religione, dell’informazione. Le sue opere, prevalentemente caratterizzate da fotografie in bianco e nero con testi in bianco su rosso o nero, sempre con formati monumentali – non spiegano: provocano.

 

Taglienti interrogativi

Al centro di questa mostra c’è il tema che attraversa tutta la sua produzione: l’incessante indagine sui sistemi che influenzano chi siamo, cosa desideriamo, cosa crediamo. Kruger si appropria delle frasi fatte della pubblicità, dei mantra della politica, dei luoghi comuni di Internet. E li restituisce al pubblico come taglienti interrogativi. L’opera Untitled (I shop therefore I am), qui presentata in una spettacolare versione a LED e sonorizzata (oltre cinque metri di altezza), ne è un esempio paradigmatico. Un montaggio animato e sonoro che smonta la celebre proposizione cartesiana per rivelare le derive consumistiche dell’identità moderna. Le variazioni della frase – I shop therefore I hoard, I need therefore I shop, I love therefore I need – sono stoccate filosofiche che minano le nostre percezioni.

Non si tratta mai solo di parole. Ogni testo, ogni frase, ogni scelta tipografica è parte di un’architettura simbolica che obbliga il visitatore a prendere posizione. E proprio in questa dinamica di attrito tra lettore e opera, Kruger inserisce nuovi livelli sensoriali, proiezioni video, paesaggi sonori, installazioni immersive.

 

Barbara Kruger, Another day. Another night, Guggenheim Museum, Bilbao
Barbara Kruger, Another day. Another night, Guggenheim Museum, Bilbao

In Untitled (Forever), la famosa citazione di Orwell – “Se vuoi unʼimmagine del futuro, immagina uno stivale che calpesta un volto umano – per sempre”- non è solo letta, ma assorbita fisicamente, in scala gigante, nello spazio. In Untitled (Verità) la parola “verdad” sbiadisce lentamente dal nero al grigio, un lento dissolversi che solleva una domanda cruciale: la verità svanisce o cambia forma?

Un deposito di memorie

Una componente fondamentale dell’esposizione è il legame tra arte e territorio. Kruger ha creato per Bilbao l’opera Untitled (Camino), site-specific e plurilingue. Che intreccia lo spagnolo e il basco in un percorso visivo che si snoda attorno all’atrio del Museo. Non solo un omaggio alla ricchezza linguistica del contesto basco, ma un’estensione concreta del proprio pensiero. Ogni lingua è un deposito di memorie, conflitti e poteri, e ogni parola pronunciata o scritta è una scelta.

Anche le Rogue Audio – interventi sonori nascosti tra le sale – introducono una dimensione inattesa, intima, in cui voci incorporee bisbigliano frasi come “Ti amo” o “Mi dispiace”. Spezzando la durezza del messaggio visivo e invitando a una riflessione più sottile sull’uso della voce, sulla confessione, sul pentimento.

 

Barbara Kruger, Another day. Another night, Guggenheim Museum, Bilbao
Barbara Kruger, Another day. Another night, Guggenheim Museum, Bilbao

Barbara Kruger non fa arte per essere contemplata, ma per essere messa in discussione. In un’epoca in cui l’informazione è diffusa in modo iperaccelerato, e il linguaggio è un campo di battaglia, la sua opera invita a interrompere la passività. A sostituire il consumo con l’analisi, l’identificazione con il dubbio. Another day. Another night. è un’occasione per osservare come la coerenza estetica di un’artista possa contenere in sé una forza dirompente e mutevole. Che prescinde dai valori plastici dell’”opera d’arte”, ma è capace di leggere il presente meglio di qualunque algoritmo. Una mostra incisiva, in un tempo in cui il significato stesso delle parole è spesso decisamente precario.

 

 

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