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Dep Art, Marconi, Lucio Del Pezzo e un fotografo speciale. Accade a Ceglie Messapica…

Lucio Del Pezzo, Dep Art OUT. Ph. Fabio Mantegna
Lucio Del Pezzo, Dep Art OUT. Ph. Fabio Mantegna
L’intervento del fotografo Fabio Mantegna diventa l’anello di congiunzione nel progetto dei due galleristi nell’ambito del progetto Dep Art Out, in Puglia

Due importanti gallerie d’arte, un grande artista, un (non) luogo speciale. Da un po’ al centro delle dinamiche estive del contemporaneo in Italia. Parliamo della sede pugliese di Dep Art: il trullo di Dep Art Out. Ristrutturata nel 2022 e adibita a spazio espositivo, questa struttura rurale immersa nella campagna di Ceglie Messapica si trasforma in un luogo inedito e sorprendente. Ospitando mostre “one night only”, con opere di artisti nazionali e internazionali. 
In occasione dell’edizione 2025 di Dep Art Out, tra gli artisti presentati c’è anche Lucio Del Pezzo, proposto in collaborazione con la Fondazione Marconi.

Ma l’esposizione diventa anche il momento per valorizzare il ruolo di un fotografo strettamente legato ai due galleristi: Fabio Mantegna. Per lui questo evento ha un significato speciale: da bambino, infatti, aveva scoperto l’edificio della galleria Marconi, proprio di fronte alla sua scuola elementare, e con lo sguardo curioso e incantato si era immerso in un mondo di meraviglie.

Verso la metà degli anni Duemila, grazie a un’amicizia comune con Turi Simeti, Mantegna incontra Antonio Addamiano e la Dep Art Gallery. Da questo incontro nasce un legame profondo, che va ben oltre il tradizionale rapporto lavorativo tra gallerista e fotografo. Nascono così anche i primi video-doc dedicati agli artisti.

 

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Fabio Mantegna
Un passato da musicista

Mantegna (1978, Milano), si forma all’istituto d’arte di Orvieto. Artista e creativo eclettico – con un passato da musicista – attivo dalla metà degli anni 2000, concentra la sua pratica sulla fotografia di artisti, d’arte contemporanea e musica dal vivo, prediligendo i ritratti. Dopo alcuni anni vissuti a Roma, si stabilisce definitivamente a Milano. Nel 2010 avvia un percorso continuativo con l’archivio del pubblicitario Armando Testa, collaborando con Gemma De Angelis Testa. In questa occasione si occupa della documentazione fotografica della collezione d’arte contemporanea di ACACIA, un progetto che coinvolge anche molti artisti partecipanti e prestigiose sedi espositive, come Palazzo Reale e il Museo del ’900 di Milano.

Dal 2012 collabora senza interruzioni con la Fondazione Mudima di Milano, dedicandosi a diversi progetti fotografici che ritraggono artisti e personalità di rilievo internazionale quali Umberto Eco, Alberto Casiraghi, Philip Corner, Gillo Dorfles, Achille Bonito Oliva, Jannis Kounellis, Antonio Dias, Arnaldo Pomodoro, Yoko Ono, Lee Ufan, Ben Vautier, Arturo Schwarz, Emilio Isgrò, Turi Simeti e molti altri.

Parallelamente al lavoro con gallerie e fondazioni, Mantegna sviluppa i suoi progetti personali di fotografia; nel 2016 presenta The Life of a Swiss Guard, un reportage sulla vita quotidiana della Guardia Svizzera Pontificia. La mostra personale, composta da 86 scatti, viene allestita presso i Musei Vaticani ed è accompagnata da un catalogo con un testo di Antonio Paolucci. 
L’anno seguente, in via Tadino, a Milano, nasce Mudima Lab, uno spazio espositivo dedicato alla fotografia, curato da Irene Di Maggio e Fabio Mantegna. Sempre nel 2017 riceve il Premio Dondero.

 

Lucio Del Pezzo, Dep Art OUT. Ph. Fabio Mantegna
Fotografo e gallerista

“Antonio non è solo un cliente, ma un amico. Costruiamo i progetti insieme, viaggiamo, visitiamo gli studi degli artisti, lo seguo nelle fiere e dialoghiamo su come raccontare gli artisti”, spiega Mantegna. 
Il loro rapporto testimonia l’importanza di un lavoro a stretto contatto – un tempo molto più comune – tra fotografo e gallerista. Come nel caso di Enrico Cattaneo e Giorgio Marconi o Giorgio Colombo e Alighiero Boetti, Mantegna e Addamiano collaborano con un obiettivo condiviso: narrare e rappresentare gli artisti nel modo più fedele e sincero possibile.

Tra i progetti realizzati insieme, il più recente è la sede pugliese di Dep Art.
 Il successo del progetto si deve soprattutto al calore degli amici di Ceglie, che si sono uniti alla causa insieme ai fondatori Antonio Addamiano e Amanda Nicoli, accogliendoli nella comunità e creando un terreno fertile per lasciare il segno.

In questo luogo dove il tempo sembra sospeso, Mantegna osserva con attenzione gli artisti, ne studia il carattere per catturarne l’essenza. Nei suoi scatti, e nei video, frutto delle giornate di allestimento e delle interviste, emerge il desiderio di restituire, attraverso l’obiettivo, ciò che l’artista vive nel momento stesso della creazione dell’opera.

Raccontare gli artisti

Mantegna sottolinea l’importanza della sensibilità nel raccontare gli artisti:
 “L’atto creativo di un artista, o l’artista stesso, è complesso. Si tratta di cogliere un turbinio di pensieri, emozioni e concetti che, per definizione, non possono essere catturati. Bisogna essere discreti, muoversi con cautela e rispettare lo spazio e il tempo della persona che si ha davanti”.

Le fotografie di Mantegna “non sono ferme”: lo scatto immortala un attimo e trasmette memoria. Guardandole, non si può fare a meno di chiedersi cosa il soggetto stesse pensando, cosa fosse accaduto prima e cosa sia successo dopo.

LUCIO DEL PEZZO
In collaborazione con Fondazione Marconi, Milano
A cura di Veronica Recchia
Domenica 3 agosto, dalle 19.00 alle 21.00

Dep Art OUT, Ceglie Messapica

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