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Ritrovato il testamento che cambia la storia di casa Shakespeare

Timbro e sigillo sul testamento di Thomas Nash. Foto: The National Archives
Timbro e sigillo sul testamento di Thomas Nash.Courtesy The National Archives
Per oltre un secolo è rimasto sepolto in una scatola senza etichette, nascosto tra vecchi documenti negli Archivi Nazionali del Regno Unito. Oggi, quel foglio ingiallito del 1642 è tornato alla luce: il testamento di Thomas Nash, l’uomo che con il suo ultimo atto di volontà scatenò una disputa legale sulla dimora di William Shakespeare a Stratford-upon-Avon.

La scoperta porta la firma di Dan Gosling, responsabile senior dei registri legali degli archivi, che si è imbattuto nel testamento tra una serie di documenti di cancelleria del XVII secolo. Una versione originale non era stata vista da più di centocinquant’anni. “Si tratta di una scoperta emozionante – ha commentato Gosling – che dimostra come l’esecuzione del testamento di Shakespeare non fu affatto lineare”. Il documento, redatto il 25 agosto 1642, era stato steso da Nash, marito di Elizabeth, nipote del drammaturgo. Al centro della contesa, la residenza di famiglia conosciuta come New Place. Shakespeare l’aveva acquistata nel 1597: una casa imponente a tre piani, costruita in mattoni e legno, con venti stanze, dieci camini, un’ampia sala e un cortile. Una delle più grandi di Stratford, teatro della vita domestica del poeta fino alla sua morte nel 1616.

New Place, l’ultima dimora di William Shakespeare a Stratford-upon-Avon.Credits: David Jones/PA Images. Courtesy Getty Images.

Nash, però, nel suo testamento lasciava la proprietà al cugino Edward, nonostante non ne avesse alcun diritto: la casa era stata infatti ereditata da Susanna, figlia maggiore di Shakespeare e madre di Elizabeth, ancora viva e residente a New Place al momento della redazione. “È probabile – osserva Gosling – che Nash avesse fatto quel testamento pensando di sopravvivere sia a Susanna che a Elizabeth”. Non andò così. Nash morì prematuramente nel 1647, mentre entrambe erano in vita, e il suo atto confuse non poco le carte. Susanna e Elizabeth furono costrette a ricorrere a un documento legale per riaffermare i propri diritti sull’eredità del drammaturgo. Edward, dal canto suo, citò in giudizio Elizabeth pretendendo che rispettasse il testamento.

L’esterno del testamento di Thomas Nash.Courtesy The National Archives

Durante il processo, fu presentato in tribunale proprio l’originale del testamento appena riemerso. “Elizabeth dovette portare il testamento di suo marito davanti ai giudici e spiegare perché non ne avesse rispettato le disposizioni” ricorda Gosling. Da lì, il documento finì archiviato nei registri della cancelleria, dove sarebbe rimasto dimenticato per secoli. Il verdetto preciso della vicenda non è chiaro. Sappiamo però che New Place rimase a Elizabeth. Quando lei morì nel 1670, il suo testamento riconobbe a Edward il diritto di acquisire la proprietà, aggiungendo le parole “secondo la mia promessa formalmente fatta a lui” — un dettaglio che lascia intravedere accordi orali precedenti. La storia della dimora, tuttavia, prese un’altra piega: la casa tornò alla famiglia Clopton, che l’aveva originariamente costruita nel 1483 con Hugh Clopton. L’edificio fu demolito e ricostruito nel 1702. Oggi il sito appartiene e viene gestito dallo Shakespeare Birthplace Trust.

Quanto al testamento di Nash, la sua ultima apparizione documentata risaliva al XIX secolo, quando uno studioso di Shakespeare lo vide presso il deposito della cancelleria conosciuto come Rolls chapel. Ma non essendo stato catalogato, il documento sparì dalla memoria collettiva per oltre 150 anni. La sua riscoperta negli Archivi Nazionali restituisce non solo un reperto prezioso, ma anche un nuovo tassello nella storia intricata delle eredità shakespeariane.

Testamento di Thomas Nash.Credits The National Archives

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