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Tassa sul possesso di opere d’arte: il mondo dell’arte francese insorge

Paris Photo, 2024
Paris Photo, 2024
La proposta di tassare il semplice possesso di opere d’arte, avanzata da due parlamentari francesi per il bilancio del 2026, ha scatenato una dura opposizione da parte dell’intero settore artistico del Paese. La misura, ideata da Jean-Paul Matteï del Movimento Democratico e Philippe Juvin dei Repubblicani, trasformerebbe la Francia nell’unico grande mercato artistico al mondo a imporre una tassa patrimoniale sulla mera detenzione di opere.

L’onda di protesta ha visto anche la sottoscrizione di una dichiarazione congiunta tra Art Basel, la casa d’aste Drouot, l’organizzazione per la gestione dei diritti d’autore ADAGP, l’Associazione per la Diffusione Internazionale dell’Arte Francese (ADIAF), che assegna il Premio Marcel Duchamp, e il Comitato Professionale delle Gallerie d’Arte (CPGA). Un portavoce di Art Basel ha sottolineato l’impegno della fiera nel sostenere le gallerie e l’ecosistema artistico francese, esprimendo serie preoccupazioni per la possibile contrazione del mercato.

Secondo le stime degli oppositori, un tale provvedimento potrebbe causare una perdita fiscale fino a 578 milioni di euro, considerando l’indotto generato dal mercato dell’arte. I critici mettono in luce diverse criticità: Cécile Verdier, presidente di Christie’s Francia, ha sollevato dubbi sulla fattibilità tecnica, chiedendosi come si possa tassare un bene che non viene né acquistato né venduto e come le autorità fiscali possano accertarne il possesso. Ha inoltre avvertito che i collezionisti, per evitare la tassazione, potrebbero smettere di acquistare opere, ricorrere a passaggi ereditari informali e interrompere i prestiti alle istituzioni museali.

L’esperta d’arte Hailey Widrig ha aggiunto che la proposta giunge in un momento di particolare instabilità politica in Francia, creando ulteriore incertezza. Il gallerista Kamel Mennour, da sempre attivo “politicamente”, ha definito la proposta una “doccia fredda” che arriva proprio poco dopo il successo di Art Basel Paris e nella stessa settimana di Paris Photo, altra fiera d’eccellenza in Europa, affermando che una tale tassa “ucciderebbe l’arte” e indurrebbe i collezionisti a lasciare il Paese. Di nuovo Cécile Verdier ha ricordato che un tentativo analogo fu discusso, e poi accantonato, nel 1981 durante la presidenza di François Mitterrand, dimostrando come anche in passato si sia riconosciuto il potenziale dannoso di una simile misura per il settore culturale. Aggiornamenti in corso

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