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Wildt a Forlì

Adolfo Wildt, Un rosario – MCMXV, 1915, marmo dorato, cm. 42x54. Milano, Collezione privata
L’anima e le forme tra Michelangelo e Klimt
Adolfo Wildt, Un rosario – MCMXV, 1915, marmo dorato, cm. 42x54. Milano, Collezione privata
Adolfo Wildt, Un rosario – MCMXV, 1915, marmo dorato, cm. 42×54.
Milano, Collezione privata
Un genio dimenticato. Adolfo Wildt fu uno scultore milanese attivo durante il periodo Fascista, in particolare nel primo trentennio del Novecento: nacque nel 1868, primogenito di sei figli, e suo padre, Adamo Wildt, era portiere a Palazzo Marino. Adolfo Wildt ebbe in vita una lunga carriera di successi sia come artista che come professore: dopo la terza elementare cominciò subito a lavorare. Fu garzone da un barbiere, da un orafo e da un artigiano marmista. A undici anni entrò a far parte della bottega di uno scultore (Giuseppe Grandi), e a tredici iniziò a lavorare nello studio Villa, sempre come marmista. “Diventai rapidamente il primo ‘finitore’ di Milano”, scrive di sé lo stesso Wildt. Una superba capacità di “lisciare” la pietra: il marmo viene passato un’infinità di volte, fino a diventare quasi come avorio. Arrivò ad esporre in tutt’Italia, ed ebbe molti committenti tedeschi. In un crescendo di successo e notorietà nel mondo artistico, aprì uno studio prima in corso Garibaldi e poi in via Vivaio. Arrivò anche a fondare, in via Amadei, al Circolo d’Arte e Alta Cultura, una scuola d’arte del marmo, che poi nel 1923, sempre sotto il suo insegnamento, sarà trasferita a Brera (“Scuola del Marmo”). Oggi una mostra ai Musei San Domenico di Forlì crea un ritratto articolato e completo di un artista che non ha attualmente la riconoscenza che gli spetta anche a causa del periodo storico in cui operò. Fino al 17 giugno (dal 28 gennaio) sono esposte più di duecento opere di Wildt realizzate dalla fine del primo decennio del ‘900, con un’attenzione speciale agli anni ’20 e ’30. Oltre all’incredibile eccellenza tecnica, i lavori di Wildt testimoniano una straordinaria autonomia, nonostante operasse durante gli anni del regime fascista. L’artista, infatti, da un lato risulta vicino ai grandi scultori del passato per la sua vocazione al monumentale, la fedeltà alla figura e alla precisione con cui lavora il marmo (in linea con lo stile del regime), dall’altro, però, ogni immagine che crea risulta talmente purificata ed essenziale, da ispirare indubbiamente anche richiami ad uno stile gotico ed espressionista. Classico e anticlassico insieme, eclettico e attento difensore della tecnica, Wildt è un caso unico per la sua autonomia rispetto al periodo in cui opera. In mostra a Forlì, oltre ai busti del Duce, di Pio IX e di Vittorio Emanuele III, caratterizzati uno stile anzitutto celebrativo e imponente, si possono infatti vedere anche figure come ”Vedova” (1892-93), ovvero quella che Wildt ritiene la sua prima scultura come artista: rappresenta il volto della moglie, Dina Borghi, scultura d’impressionante delicatezza e perfezione per un giovane artista che si definiva “autodidatta”. Della stessa finezza e dolcezza anche opere come “Pietà”, il piccolo bronzo (46 cm di altezza) che raffigura Maria che sorregge Gesù morto, quasi protetto dal suo velo, o “San Francesco” (1926), presente in mostra nelle due versioni in marmo e in bronzo. Per sottolineare ancora più efficacemente l’esclusività di un linguaggio artistico eclettico e ricco di sfumature come quello di Wildt, i curatori Fernando Mazzocca, Paola Mola e il comitato scientifico presieduto da Antonio Paolucci, hanno deciso di affiancare alle opere dell’artista milanese anche quelle di ulteriori scultori e pittori che collaborarono direttamente con Wildt (come Lucio Fontana e Fausto Melotti), o che furono a lui contemporanei (come Alberto Martini, Morandi, Klimt, Previati o De Chirico), fino ad artisti anche anteriori a Wildt, ma a cui s’ispirò (come Canova, Bernini, Michelangelo, Durer, e persino una terracotta del 480-470 a.C, la “Menade davanti a Dioniso” di Pittore di Pan). Dalle numerose opere di Wildt e dai confronti continui con quelle di altri artisti a lui correlati, si riesce a trarre una impressione precisa sia dell’artista milanese, sia del periodo storico in cui operava, e sono ispirati interessanti parallelismi e confronti tra varie epoche. La mostra è solo l’inizio di un programma più ampio che prende il nome di “Progetto Novecento. Percorsi-Eventi-Interpretazioni”, che si svilupperà nel 2013, sempre a Forlì, città dove nacque di Mussolini, con la mostra “Dux”, dedicata ad una ricognizione sull’ “arte italiana negli anni del consenso”. L’idea di cominciare il “Progetto Novecento” con Adolfo Wildt parte dall’eccezionale nucleo di opere dell’artista che già Forlì conserva da anni, dovute al rapporto di mecenatismo esistente tra Wildt e la famiglia Paulucci di Calcoli, protagonista della storia della città, e grazie alla disponibilità dell’archivio Scheiwiller, editore milanese che per via famigliare ha ereditato molte opere dello scultore. Collegate a Forlì e a Wildt sono già previste altre tre mostre nelle vicinanze: a Faenza “La ceramica nell’età di Wildt” al Mic-Museo Internazionale delle Ceramiche (28 gennaio-17 giugno). A Cervia “Giuseppe Palanti. La pittura, l’urbanistica, la pubblicità da Milano a Milano Marittima” ai magazzini del Sale (5 maggio-2 settembre 2012), e a Predappio, nell’Archivio del Novecento, due mostre: “Annalisa Mori, donna e artista del ‘900, il talento e il coraggio” (4 febbraio-6 maggio 2012) e “Renato Bertelli, la parentesi futurista” (12 maggio-5 agosto).
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INFORMAZIONI UTILI
“Wildt- L’anima e le forme tra Michelangelo e Klimt”
Forlì, piazza Guido da Montefeltro
28 gennaio-17 giugno 2012
Musei San Domenico
Mostra a cura di: Fernando Mazzocca e Paola Mola
Comitato scientifico presieduto da Antonio Paolucci
Orari: martedì-venerdì, ore 9.30-19. Sabato, domenica, giorni festivi:
9.30-20. Lunedì, chiuso. 9 e 30 aprile, apertura straordinaria.
Prezzi biglietto: intero, 10 euro. Ridotto, 7 euro. Speciale
(per scolaresche, scuole primarie e secondarie), 4 euro.
Gratuito per bambini fino ai 6 anni, un accompagnatore per ogni gruppo,
diversamente abili con accompagnatore, due accompagnatori per scolaresca,
giornalisti con tesserino, guide turistiche con tesserino.
Tel. 199.75.75.15, www.mostrawildt.it
Tel. per visite guidate e laboratori: 02-43.35.35.20, servizi@civita.it

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