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Nuvolone a Varese

Carlo Francesco Nuvolone, Giuseppe e la moglie di Putifarre, 1645 c.a., Lovere, Accademia Tadini(Foto: www.accademiatadini.it).

A Varese Nuvolone ha una stanza tutta per sé 

 Si rinnova, per il secondo anno consecutivo, la collaborazione tra l’Accademia Tadini di Lovere (Bergamo) e la città di Varese dopo la mostra, del 2011, dedicata alle incisioni di Canova. Fino al 20 gennaio 2013 sala Veratti – nel centro storico della Città Giardino – ospita due tele di Carlo Francesco Nuvolone (Milano 1609 circa – 1661), grande interprete del Barocco lombardo formatosi all’Accademia Ambrosiana di Milano con il padre Panfilo (Cremona o Mantova 1580 circa – Milano 1651) prima, e con il Cerano (Romagnano Sesia, 23 dicembre 1573 – Milano, 23 ottobre 1632) in seguito. I dipinti esposti, realizzati in pendant intorno al 1645 per un raffinato collezionista, acquistati da Luigi Tadini all’inizio del XIX secolo e conservati oggi nell’omonima Accademia, rappresentano, rispettivamente, Giuseppe e la moglie di Putifarre e Susanna e i vecchioni.

Carlo Francesco Nuvolone, Giuseppe e la moglie di Putifarre, 1645 c.a., Lovere, Accademia Tadini (Foto: www.accademiatadini.it)

Raffigurano entrambi episodi dell’Antico Testamento,  incentrati su tentativi di seduzione falliti, dato che la virtù dei personaggi insidiati – Giuseppe e Susanna – non viene intaccata. Nuvolone li rappresenta puntando su una gestualità accentuata e sull’esibizione di nudi femminili seducenti, elementi perfettamente in linea con la destinazione privata delle opere e con il linguaggio della seconda metà del XVII secolo.

Carlo Francesco Nuvolone, Susanna e i vecchioni, 1645 c.a., Lovere, Accademia Tadini. (Foto: www.storiedellarte.com)

Ma quali sono le ragioni dell’esposizione dei pregevoli dipinti in sala Veratti? L’evento si caratterizza per la scelta di porre l’attenzione sull’attività varesina dell’artista, come testimoniano sia gli apparati didattici sia il catalogo edito da Lativa. Del resto Nuvolone, la cui prima opera firmata, il Miracolo di Santa Marta, è custodita nel Seminario Arcivescovile di Venegono Inferiore, giunse a Varese intorno al 1650 per lavorare al Sacro Monte. Qui eseguì gli affreschi della terza cappella, tra cui la Fuga in Egitto dell’edicola esterna andata perduta e sostituita nel 1983 dall’acrilico di Renato Guttuso, nonché quelli della quinta. Ma in questo accenno alla presenza del Milanese in città non si possono tralasciare tre opere segnalate anche nel catalogo da Daniele Cassinelli, Conservatore dei Musei Civici del Castello di Masnago: la Strage degli Innocenti, conservata proprio al Castello, l’ Immacolata, posta nella chiesa omonima a Masnago e un San Felice in adorazione della Vergine, collocato nella chiesa dei Cappuccini.

L’ultima annotazione riguarda l’allestimento di sala Veratti, dove le tele sono state disposte su un supporto ligneo di color amaranto che le rende maggiormente fruibili. Un doveroso accenno, infine, alla sinergia tra diverse realtà – quali l’Assessorato alla Cultura del Comune di Varese, l’Associazione Culturale Varesevive, l’Accademia Tadini di Lovere, i Club Rotary del Seprio, il comitato culturale del CCR di Ispra – che ha permesso l’organizzazione della mostra.

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INFORMAZIONI UTILI:

Nuvolone tra sacro e profano al Sacro Monte sopra Varese
10 novembre 2012 – 20 gennaio 2013
Varese, Sala Veratti, via Veratti, 20
Orari: da martedì a domenica
9.30 – 12.30 / 14.00 – 18.00
Ingresso gratuito

Informazioni: Castello di Masnago tel. 0332/820409
IAT Varese, via Romagnosi, 9 tel. 0332/281913 – 286056

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