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Il boom della scultura

Alberto Giacometti, L’homme qui marche.

“Non ha l’ottimo artista alcun concetto
c’un marmo solo in sè non circoscriva
col suo superchio, e solo a quello arriva
la man che ubbidisce all’intelletto.”

Michelangelo Buonarroti

“Quale arte è la più onorevole?” Scatenata da Benedetto Varchi nel 1546, questa sembrava essere la questione che più attanagliava l’art system del Rinascimento. Intervistati tutti gli artisti dell’epoca, ognuno tirava l’acqua al proprio mulino, tessendo le lodi dell’arte nella quale eccelleva. La Disputa delle Arti coinvolse anche Giorgio Vasari che, creatore del mito di Michelangelo, non poté fare a meno di scrivere nel suo Proemio alle Vite che “La scoltura è un’arte, che levando il superfluo dalla materia suggetta la riduce a quella forma, che nell’idea dello artefice è disegnata”.

Sono passati circa 500 anni e oggi la scultura abbonda sul mercato dell’arte: fiere e gallerie hanno un’offerta che tocca ogni materiale e dimensione. Un riscatto della terza dimensione che solo fino ad un decennio fa era vista come un parente povero della “flat art”.
Eppure è esistito un tempo in cui la statuaria era apprezzata sopra ogni altra cosa. Da Donatello al divino Michelangelo, fino al Bernini, e, ancora, Houdon e Rodin nel XVIII e XIX secolo non avrebbero potuto godere di status migliore. Poi il silenzio. O quasi.

E adesso una riscoperta dell’arte più nobile investe il mercato, forse incoraggiata dall’arte concettuale che esce dalla bidimensionalità della tela, o forse una necessità a fronte della scarsità di offerta di pittura di alta qualità.
Così scattano i record: $27.5m, una cifra mai raggiunta prima da una scultura all’asta, per “Bird in Space”, un’opera astratta di Costantin Brancusi causa dello storico Caso Brancusi. Infatti, al suo arrivo negli USA nel 1926, un funzionario della dogana non riconobbe l’artisticità dell’opera e non esentò Brancusi dal pagamento della tassa di importazione, scatenando un caso che si concluse solo due anni dopo con una sentenza del tribunale a favore dell’artista.

Passano un paio di anni ed ecco spodestato il record dell’artista romeno: Tete de femme (Dora Maar), una testa in bronzo firmata Picasso viene battuta per mezzo milione di dollari, dopo essere stata esposta ad Art Basel Miami Beach.
Record superato però pochi mesi dopo da una statuetta mesopotamica ritrovata vicino a Baghdad. Datata 3000a.C., l’opera trova un nuovo proprietario per $57.2.

E poi ancora $50m e rotti per MatisseNu de dos, 4 état (Back IV) – e Modigliani Tete -, e un’ovazione per Giacometti che con “L’homme qui marche” oltrepassa la barriera dei $100m. La cifra, spesa da Lily Safra, vedova del banchiere libanese Edmons Safra, ha spodestato “Il ragazzo con la pipa” di Picasso, che, venduto nel 2004 per £97m, fino ad allora deteneva il record assoluto all’asta.

Confermano la crescita della scultura anche le recenti aste di “Impressionist & Modern Art” tenutesi questa settimana a Londra. Da Christie’s una scultura di Auguste Rodin, “Eve après le péché”, stimata £500/700.000, raggiunge i £2.861.875; supera la stima massima anche uno dei due Giacometti in catalogo, “Saint-Anne (Saint-Tropez)” che viene aggiudicato per £2,637,875; e ancora un “Cavallo” di Marino Marini, dai £250.000 iniziali passa di proprietario per £1.025.075.
Da Sotheby’s è record per Camille Claudel, la scultrice allieva di Rodin, che con il bronzo “La valse” datato 1892, raddoppia il suo record raggiungendo i £5,122,500. Seguono “Working model for draped reclining mother and baby” di Henry Moore che  trova un acquirente per £3.554.500, e Degas arriva a £1.426.500 con un cavallo e a £602,500 con una ballerina spagnola.

La febbre della scultura contagia anche il mercato degli Old Masters, oltre ai Moderni. Forse le cause sono attribuibili al numero ridotto di dipinti di qualità eccellente disponibili sul mercato, o forte al fascino della scultura dato dalla sua storica posizione di secondo piano, ma non vi è dubbio che l’opera in 3D rappresenti una garanzia per gli acquirenti che a prezzi contenuti possono aggiudicarsi lotti di altissima qualità, fuggendo da investimenti “pericolosi” e speculazioni.

Così il cambio di rotta porta allo sviluppo del mercato scultoreo: incrementano le vendite e più i mercanti trovano la loro strada in questo settore. Ecco quindi che la London Art Week (28 giugno – 5 luglio), la 41° Olympia International Art & Antiques Fair e la Art Antiques London appena concluse, e la Masterpiece a Chelsea (27 giugno – 3 luglio) schierano gallerie specializzate in scultura in grado di offrire ai collezionisti imperdibili occasioni. E fuori dal mercato fieristico, esposta a Londra per tutto il mese di giugno, la gigantesca torre d’acciaio corten dal titolo “Buscando la Luz IV” di Eduardo Chillida che sarà all’asta “Modern & Contemporary Art” da Christie’s il 25 e 26 Giugno a cifre stellari.

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3 Commenti

  • La signora Greta è informata e ci propina una serie di numeri significativi sulla paranoia del mercato dell’arte. Li fa passare come indicativi di una tendenza “rivoluzionaria” nel mondo dei fruitori, che il commento della Notargiacomo fa in fretta a smontare: che un numero sparuto di individui (in rapporto ai 6 miliardi di poveracci che popolano il pianeta azzurro) spenda cifre da capogiro e alimenti di conseguenza quella paranoia non ha proprio niente a che vedere con l’arte. E non solo perché da almeno un secolo si è lasciata alle spalle la categorizzazione aristotelica, bensì perché è vita, l’unica alternativa possibile alla merda dell’esistenza quotidiana, mentre nel mondo del denaro, a cui nessuno può sfuggire “non esiste vera vita nella falsa” (T.W. Adorno, in Minima moralia) L’articolo della Greta, che si limita a un elenco di cifre, è semplicemente immorale.
    FDL, Fuori dai denti

  • Interessante il discorso sulla scultura, ho paura che non sia esattamente un boom, però. E senza dubbio è un peccato che al di là della compra-vendita delle opere dei grandi dei secoli scorsi la scultura non sia diffusa, apprezzata ed inserita nella nostra quotidianità. Gli scultori esistono oggi, adesso e producono opere interessantissime, ma quante persone hanno una scultura in casa oggi? Quante ne acquisterebbero una? Quante piazze nelle città ospitano opere di arte moderna? Quante periferie? Non credo si possa parlare di boom, purtroppo!

  • finalmente cominciano a riapprezzare chi lavora alacremente con la mente e con il braccio, chi ha il grande sogno di rendere i sogni realtà…… la terza dimensione e poi la quarta….. su su fino alla ricerca del proprio Dio interiore….. ecco perchè adoro la scultura, oltre al fatto che è un investimento sicuro perchè fatto di tecnica, creatività e grande passione, solo chi scolpisce può capire……

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