Print Friendly and PDF

E’ Fabio Cavallucci il nuovo direttore del Centro Pecci di Prato

E’ Fabio Cavallucci il nuovo Direttore del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato. La decisione, presa dal Consiglio Direttivo del Centro Pecci, è avvenuta dopo un’attenta analisi e valutazione di tutte le candidature pervenute che ha individuato in Cavallucci, oltre alla solida esperienza curatoriale e multidisciplinare a livello internazionale, anche un’importante capacità organizzativa e gestionale unita ad una profonda esperienza del territorio e della scena toscana.
Tutte caratteristiche importanti che gli riconoscono una forte corrispondenza rispetto alle attuali esigenze del Centro che attraverso l’ampliamento degli spazi e nuove funzioni punta ad un rilancio a livello regionale, nazionale e internazionale.

E Sgarbi? Pare che il celebre critico d’arte non abbia digerito la sua esclusione dalla direzione del Centro Pecci, infatti ieri 26 marzo, in occasione della presentazione del suo ultimo libro “Tesori d’Italia”, ne ha approfittato per sparare a zero su Cavallucci, accusandolo di non conoscere i musei, e sul Sindaco Roberto Cenni dal quale si aspettava di più. Continuando, davanti alle telecamere di Striscia la Notizia ha invece denunciato i ritardi del cantiere e lo spreco di soldi pubblici.

Fabio Cavallucci (Santa Sofia di Romagna, 1961) ha fondato e diretto dal 1990 al 1998 la Galleria d’arte contemporanea “Vero Stoppioni” di Santa Sofia, dove ha contribuito alla realizzazione del parco sculture (con opere permanenti di Staccioli, Mattiacci, Poirier e Nagasawa, tra gli altri).
Dal 1996 al 2005 ha insegnato (come assistente di Renato Barilli) Fenomenologia degli Stili all’Università di Bologna.
Dal 1996 al 2000 è stato direttore artistico e fondatore di “Tusciaelecta, Arte Contemporanea nel Chianti” invitando a realizzare interventi ambientali in vari luoghi nell’area compresa tra Firenze e Siena artisti internazionali come Mario Merz, Joseph Kosuth, Christian Boltansky, Bill Viola, Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto e altri.
Nel 2001 ha curato insieme a Pier Lugi Tazzi un progetto specifico per la Biennale di Venezia (refreshing_) con gli artisti Massimo Bartolini, Cai Guo-Qiang, Olafur Eliasson, Tobias Rehberger e Rirkrit Tiravannija chiamati a realizzare in forma artistica un bar, un ristorante e un carrello ambulante.
È stato direttore dal 2001 al 2008 della Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento. Sotto la sua direzione la Galleria Civica è stata definita da Art-Sites, Guide to Northern Italy Museums (San Francisco, 2005) come “uno spazio artistico dinamico con un programma all’avanguardia in grado di rivaleggiare con i grandi musei di arte contemporanea” Nel corso degli otto anni Cavallucci ha organizzato e curato più di 350 mostre ed eventi speciali di artisti quali Cai Guo-Qiang, Katarzyna Kozyra, Maurizio Cattelan, Santiago Serra, Aernout Mik, Gillian Wearing. Sempre sotto la sua direzione sono stati esposti in mostre collettive lavori di importanti artisti internazionali (da Duchamp a Klein, da Beuys a Basquiat) e inoltre sono stati sostenuti progetti di giovani emergenti molti dei quali italiani e provenienti dalla regione (Michael Fliri, Stefano Cagol ed altri). E’ stato inoltre il fondatore del Premio Internazionale della Performance che ha visti fra i partecipanti alla giuria alcuni fra i maggiori esperti a livello mondiale di performing art come Marina Abramovic, Valie Export, Jimmie Duhram. Il premio è stato il trampolino di lancio per alcuni dei più interessanti artisti d’oggi come Nico Vascellari e Michael Fliri.
Dal 2006 al 2008 Cavallucci è stato coordinatore di “Manifesta 7. Biennale europea di arte contemporanea” che è stata realizzata nel 2008 in Trentino Alto Adige coinvolgendo quattro città (Trento, Rovereto, Bolzano e Fortezza) e più di 180 artisti provenienti da ogni parte del mondo.
Nel 2009 ha curato l’apertura dello spazio Alt (Arte, Lavoro, Territorio) di Alzano Lombardo (Bergamo).
Nel 2010 è diventato direttore artistico della XIV Biennale Internazionale di Scultura di Carrara. Attraverso il progetto “Postmonument” la biennale ha analizzato la necessità di monumenti nella società presente con la partecipazione dei maggiori artisti e architetti contemporanei quali Carl Andre, Urs Fischer, Maurizio Cattelan, Frank O. Gehry, Zaha Hadid, Paul McCarthy, Monica Bonvicini e giovani promesse come Rossella Biscotti e Marcelo Cidade.
Sempre nel 2010 Fabio Cavallucci viene nominato direttore del Centro d’arte contemporanea Castello Ujazdowsky di Varsavia che comprende, oltre al dipartimento delle arti visive anche musica, teatro, danza e cinema. Sotto la sua direzione sono state organizzate varie mostre tra qui quella di Maurizio Cattelan “Amen” ; quella di Jòzef Robakowski “My Own Cinema” ; e inoltre “Ukranian News” (mostra di giovane arte ucraina); “Laboratory of the Future” (con opere di Ashford, Sierra, Deller e Lacy) e infine “British British Polish Polish” (con lavori degli Young British Artists e dell’arte critica polacca degli anni Novanta).
Dalla metà degli anni Ottanta Fabio Cavallucci ha pubblicato numerosi testi, libri e cataloghi molti dei quali collegati alle mostre da lui curate. Ha collaborato con varie riviste di arte ed estetica come “Rivista di Estetica” , “New York Arts” , “Arte Mondadori” , “Flash Art Italia” e “Flash Art International”, “Exibart” e “Abitare”.
Ha tenuto conferenze e dibattiti in varie Accademie e Università italiane e straniere.

Commenta con Facebook

leave a reply

*