La Madonna con Bambino e San Giovannino ritrovata nelle collezioni di Villa Carlotta, Museo e Giardino Botanico sul Lago di Como, è un capolavoro della Scuola del Perugino del XVI sec. A confermarlo è stata l’analisi dello Spettrometro Bruker Alpha che ha individuato tutti gli elementi compositivi necessari per sancirne l’autenticità.
L’opera, che farà parte delle collezioni permanenti della Villa, è stata presentata al pubblico ieri, 20 maggio, e rimarrà in mostra fino al prossimo 8 novembre, in un’esposizione che mixa l’antico con la tecnologia.
Infatti a compendio dell’antica tavola esposta saranno messi a disposizione dei visitatori dei tablet che permetteranno di “esplorare” virtualmente il dipinto. Un morphing permetterà di comprendere le somiglianze tra l’opera recuperata dalla dimora tremezzina e le altre Madonne del maestro fiorentino mentre i più piccoli potranno interagire con il quadro eseguendo un restauro virtuale, passando il dito sull’immagine riprodotta e pulendo la zona toccata. In particolare, l’allestimento sarà arricchito da una riproduzione 3D dell’opera che permetterà anche alle persone non vendenti di apprezzarne la bellezza.
Ma la vista non sarà l’unico senso coinvolto per apprezzare l’armonia dell’antica tavola. Infatti Villa Carlotta, in collaborazione con la profumeria del Castello di Genova, da luglio proporrà per i propri ospiti anche un percorso sensoriale fatto di profumi ed essenze che sono le stesse in voga al momento dell’esecuzione del quadro.
Un viaggio nei colori, nella sensualità e delicatezza delle forme ma anche nelle antiche fragranze dimenticate per apprezzare un’opera che è pura poesia visiva e patrimonio culturale tutto da scoprire.
E Villa Carlotta non è solo protagonista della scoperta ma anche deus ex machina della complessa operazione di recupero. Il dipinto su tavola, a lungo stimato come una copia di fine Ottocento della Scuola del Perugino, si avvale oggi della nuova datazione grazie a un accurato lavoro di pulitura a cura di Paolo Aquilini – restauratore interno della dimora tremezzina – e dello studio milanese di Barbara Ferriani e alla successiva analisi dei pigmenti color blu del quadro.
Il lavoro è stato affidato dall’antica Dimora al Laboratorio di Ricerca di Chimica Analitica dell’Università degli Studi dell’Insurbia. Un team di professionisti, grazie all’utilizzo dell’innovativa tecnica della Spettroscopia Infrarossa in Riflessione Esterna – procedimento che permette l’analisi senza prelievi di campioni dall’opera – ha confermato la veridicità della datazione per la parte inerente al mantello della Madonna.
Oltre alle prove scientifiche, accreditano la scoperta anche lo stile e la tavolozza dell’opera. Sono molte, infatti, le “assonanze visive” tra la Madonna con Bambino e San Giovannino e le tele cinquecentesche, a partire dal classico schema compositivo a tre dove la raffigurazione della Madonna, Gesù e San Giovannino ripropone un canovaccio progettuale tipico della pittura tra il XV e XVI secolo e creano un link immediato a quella del Perugino. Un rapporto che è confermato anche dalla fisionomia di Maria, dall’aspetto aggraziato di Gesù e San Giovannino, dall’equilibrio della posa e della composizione e suggellato ulteriormente dalle cromie nitide e dalla luce tersa.
“Il ritrovamento del dipinto che va ad arricchire le nostre collezioni d’arte permanete ci riempie di emozione – annuncia Serena Bertolucci, Direttrice di Villa Carlotta. – Un capolavoro ritrovato, un contributo alla Bellezza che da sempre la nostra cultura sa esprimere e che diventerà patrimonio del mondo”.
Una scoperta, quella di Villa Carlotta, che racchiude anche una sfida. Infatti se la datazione è certa, il nome dell’autore rimane ancora sconosciuto. E bisogna cercarlo tra gli allievi e i seguaci del Perugino.