“Trasformare la città con uno sguardo”. Fino al prossimo gennaio 2018 Mimmo Paladino (Paduli, 1948) inaugura a Brescia un progetto pluriennale dal titolo Ouverture. Si tratta di un progetto che ha l’intento di selezionare ogni anno un artista mettendo in dialogo le opere con i luoghi che le accolgono. Un percorso d’artista, dal cuore della città al Parco Archeologico fino al Museo di Santa Giulia.
I primordi a colloquio con il contemporaneo. L’artista selezionato per il 2017 è il maestro della transavanguardia Mimmo Paladino, artista capace di alimentare la storia, trasformando i simboli della cultura figurativa del mediterraneo, dagli archetipi al Novecento.
Il percorso si espande da Piazza della Vittoria, simbolo ancora discusso ma oramai affrancato della retorica fascista piacentiniana, tra Piazza della Loggia, sede della amministrativa città, e il Duomo. Qui Paladino ha posizionata ben sei tra i più celebri totem della sua poetica: una riedizione bresciana del Sant’Elmo e lo Scriba, opere che, per dimensioni e per collocazione, connoteranno in modo estremamente plastico la grande geometrica Piazza. Poi il gigantesco Zenith, la scultura equestre in bronzo e alluminio del 1999, alta quasi cinque metri, il grande Anello e, in una superficie liquida, la Stella. A campeggiare sul basamento che fu del contrastato “bigio” di Arturo Dazzi, rimosso dal Consiglio Comunale nel 1946, una imponente figura in marmo nero, realizzata appositamente per l’occasione, che riporta invece alla tradizione della grande avanguardia del Novecento.
I 20 Testimoni del 2009, opere in tufo dal richiamo archetipico, accolgono i visitatori nell’area archeologica del Capitolium. Nella prima Sala del Tempio, e qui si entra nel cuore più segreto di Brixia, Paladino ha voluto proporre gli evocativi quattro Corali del 1997, opere a tecnica mista su foglia d’argento su tavola e Senza titolo, egualmente del 1997, grande serigrafia e olio su tela.
Nel Sancta Sanctorum dello stesso Capitolium, ovvero nella cosiddetta Quarta Cella, la divinità è evocata da Ritiro, 1992, colosso in bronzo dipinto. Cinque Specchi ustori in ottone, serigrafia e pittura di ben cinque metri di diametro ciascuno, sono stati realizzati da Paladino appositamente per il Teatro Romano di Brescia e costituiscono una delle principali attrazioni dell’evento.
La tappa successiva è al complesso museale di Santa Giulia, dove architetture e testimonianze romane convivono con quelle longobarde, rinascimentali e via via settecentesche, creando una sintesi di stili, epoche e atmosfere. Paladino e Di Corato hanno scelto questa volta di connotare in modo specifico i luoghi di più intensa suggestione dell’antico complesso monastico ora museale, a partire dal Chiostro di Santa Maria in Solario dove campeggia la Grande figura reclinata (bronzo dipinto del 1990).
Un altro bronzo inedito del 2016 vigila sul Chiostro Rinascimentale, mentre la Grande Figura in vetro e acciaio del 2015 osserva, all’interno del Coro delle Monache, la Croce del 2008 in ferro patinato, appiattita sull’antico pavimento in pietra e in dialogo con l’immensa crocifissione cinquecentesca del Ferramola cha la sovrasta. Lo scabro nitore longobardo di San Salvatore, cuore del sito UNESCO bresciano con i suoi elegantissimi stucchi, si coniuga perfettamente con il Velario, tela dipinta del 2010, e d’altra parte con la Testa in pietra del 1992.
Un altro grande Bronzo del 2002, all’interno della Cappella di Sant’Obizio, rende tridimensionale un particolare dell’affresco del Romanino. Coinvolge la poetica presenza del Senza titolo, la figura in bronzo circondata da uccellini del 2002, collocato nella Cripta. Si arriva in seguito all’interno delle sale del museo. La prima è la Sezione Preistoria e Protostoria dove le antiche ceramiche esposte nelle teche sembrano voler accogliere due esemplari di Dormiente del 2000, in terracotta e ferro. Poi troviamo diversi esemplari di elmi in terracotta e calce o in ferro e bronzo.
Per la successiva Sezione Romana e Medievale sono stati scelti Bue Apis del 1993 e dei Vasi ermetici del 1994, rispettivamente in bronzo e ferro. Il richiamo classico è evidente anche in altri due bronzi, uno del 1999 e il secondo – il Busto con tazzina – del 2000, così come in Architettura che completa questa Sezione. A popolare i mosaici romani delle Domus dell’Ortaglia, due figure in alluminio dipinto, del 2005, mentre tra gli affreschi sempre romani campeggia il Cavaliere rosso, bronzo del 2007, ispirato a Marino Marini.
Accanto alla Croce di Desiderio, in santa Maria in Solario, scrigno di Santa Giulia, ecco che le forme solenni della Cattedra di San Barbato, in ottone e bronzo, dialogano con la croce di Desiderio, dove i segni del potere sacro si fondono con quelli del potere temporale. Un’ istallazione in terracotta di circa ottanta metri quadri, anch’essa inedita, accoglie il visitatore nell’atrio della fermata della Metropolitana alla Stazione FS, come segno di continuità con Subbrixia.
Informazioni utili
Mimmo Paladino. Ouverture
Brescia, Piazza della Vittoria | Museo di Santa Giulia Brixia, Parco Archeologico di Brescia Romana | Teatro Romano| Duomo Vecchio | Metropolitana Stazione FS
Dal 6 maggio 2017 al 7 gennaio 2018