La sede milanese della kaufmann repetto apre le sue porte all’artista Nancy Spero con la mostra Sky Goddess. Dal 13 settembre al 25 ottobre 2018.
“Sky Goddess”. Si accendono i riflettori su donne protagoniste della storia e artefici del proprio destino. Americana, attivista, artista. Nancy Spero, classe 1926, una carriera cinquantennale che ha coperto l’intero dopoguerra, si impossessa degli spazi della sede milanese della kaufmann repetto grazie alla forza pienamente e straordinariamente femminile del suo universo visivo.
“Let’s lead, let’s run ahead, let’s be in the forefront!” Nancy Spero
Il titolo dell’esposizione, Sky Goddess, si rifà all’elemento matriarcale precipuo nel lessico visivo della Spero. La dea del cielo è una figura femminile ricorrente in diversi lavori dell’artista: intrinsecamente simbolica, rappresentata in posizione inarcata sulla terra e sui suoi abitanti, risalente all’antico Egitto ma utilizzata anche nella tarda età imperiale, essa si impone come protettrice dell’umanità da lei generata.
Dalle divinità del cielo e della fertilità, alle donne vittime dei conflitti mondiali, passando dalla donna cubista di Picasso, Marlene Dietrich, alle figure nate dalla sua stessa immaginazione è all’interno di questo immaginario visivo che si dispiega la creatività dell’artista statunitense, che si distingue per il costante dialogo che genera tra culture, tradizioni ed epoche storiche differenti, dando vita a un presente che parla con un passato e che non si sottrae dal conversare con l’avvenire.
Il mondo visivo essenzialmente femminile della Spero, che emerge prepotentemente nei lavori realizzati tra gli anni Ottanta e i primi anni Duemila, scelti per l’esposizione nella galleria milanese, è qualcosa oltre modo multiforme, diversificato e, per queste ragioni, completo, nel quale la centralità della donna dimostra, e dipende, dal suo ruolo di attivatrice-attrice all’origine del mondo e della formazione della cultura.
Fil rouge dell’esposizione e, più in generale, alla base del lavoro dell’artista è la rilettura del rapporto tra uomo e donna, contrariamente alla tradizione, sbilanciato a favore di quest’ultima. Quella storia dell’umanità, che conosciamo e che tramandiamo, ha sempre elevato a protagonista l’uomo nel massimo del suo splendore lasciando nel derivante cono d’ombra la donna. È proprio questo perenne secondo piano ad essere messo in discussione dalla poetica dell’artista americana che intende ribaltare il paradigma tradizionalmente univoco con un lessico visivo assai sconvolgente e provocatorio.
Nancy Spero, appartenuta alla prima generazione di artiste americane vicine al movimento femminista (è stata co-fondatrice nel 1972 di AIR-Artists in Residence, una galleria a New York gestita in cooperativa da sole donne), compie un’azione davvero interessante: ricostruisce la Storia spodestando dal trono la figura maschile. Le immagini fortemente allegoriche scelte per essere messe sul supporto pittorico affermano la necessità di imporre una nuova visione del mondo, aspirando a un rapporto in cui la donna è la dominatrice indipendente dall’altro genere, la vera protagonista della civiltà.
“Non vogliamo assolutamente diventare uomini: siamo donne e siamo fiere di esserlo. Ma reclamiamo il diritto di possedere qualità umane tradizionalmente definite “maschili” e di integrarle con quelle “femminili” e diventare in tal modo persone più complete. Ciò libererà anche gli uomini dalla costrizione a essere virili, ruolo, questo, altrettanto limitativo del nostro. In breve, vogliamo creare un ambiente umano in cui ogni qualità trovi un terreno fecondo per germogliare e svilupparsi in ogni persona.” The Boston Women’s Healt Book Collective, Noi e il nostro corpo, Feltrinelli, 1974, p.18.
La scelta della carta come materia prima per la realizzazione dell’opera, messa a punto dalla Spero negli anni ’70, lavorata principalmente attraverso l’uso combinato della pittura e del collage, dimostra il deciso contrapporsi alle tecniche pittoriche maggiormente diffuse e al valore generalmente assegnato a questo materiale sostanzialmente fragile; ma, soprattutto, mostra il prevalere della missione etica di cui si è fatta carico l’artista sull’elemento estetico: l’opera è trasformata in un “monumento effimero”. Ogni tratto narra una storia, e facendo ciò assolve la domanda di senso generata dallo sguardo spettatoriale, con una forza e una chiarezza che non lascia dubbi all’interpretazione.
Campiture leggere e delimitate di colore combinate alla stampa e al collage rispondono all’esigenza di dare forma a una nuova soggettività in grado di decostruire quella tradizionale anche sul piano materico. Il lavoro creativo della Spero, intriso di ribellione, riafferma un linguaggio pittorico che si oppone apertamente al rifiuto degli anni Settanta e Ottanta verso la pittura e la scultura, in quanto linguaggi troppo ancorati alla tradizione.
L’artista americana decostruisce la pittura tradizionale, affermando un nuovo linguaggio sempre pittorico ma dai tratti fortemente femminili: attraversa varie epoche storiche estrapolando e portando con sé quelle figure femminili vissute sempre in uno spazio subordinato, mescolandole poi su uno stesso rotolo di carta, elevandole a principali figure nell’opera in grado di affermarsi anche sullo spazio esterno, quello occupato dallo spettatore.
Informazioni utili
Nancy Spero. Sky Goddess
kaufamann repetto, via di Porta Tenaglia, 7 20121 Milano
Tel. 02 72094331
Martedì-sabato