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Calibro Calabro. 28 anni e uno spazio pazzesco, in pieno centro a Milano. Intervista a Tommaso Calabro

Tommaso Calabro Tommaso Calabro
Tommaso Calabro
Tommaso Calabro

Il 15 settembre 2018 ha aperto la Galleria di Tommaso Calabro a Milano. Abbiamo incontrato il gallerista nel suo studio in Galleria, vista Piazza San Sepolcro. Un bilancio dei primi tre mesi di apertura e un 2019 che scalpita. Una galleria che vuole essere aperta alla città, e soprattutto “viva”. Concerti, collaborazioni e un importante Dubuffet in arrivo…

Un biglietto da visita coi fiocchi, gli stucchi e gli affreschi. Uno spazio (in senso lato) concepito sul trittico dogma. Qualità, qualità, qualità. Triplice mantra, al limite dell’imperativo categorico, necessario per un’operazione del genere. Puntare a essere una galleria di riferimento italiana e internazionale nel giro di pochi anni. Un passo alla volta ovviamente, com’è logico che sia. Anche perché l’operazione in questione è cominciata solamente tre mesi fa. A Milano. L’unica realtà -e comunità- in Italia per potere azzardare un progetto del genere, grazie a dinamicità, investimenti, efficienza, internazionalità e tutte queste belle cose che il capoluogo lombardo possiede. Lo spazio (in senso stretto) è Palazzo Marietti, meraviglia nobile del sette-ottocento meneghino: un suggestivo susseguirsi di parquet intarsiati, saloni stuccati, cappelle affrescate, caminetti e via dicendo, vista retro Pinacoteca Ambrosiana e chiesa di San Sepolcro. Il miglior modo per concepire una galleria nella calda e classica Italia, alla faccia dei bianchi cubi londinesi. Il gallerista è lui, Tommaso Calabro, da Feltre (Belluno), poi Milano, Londra e di nuovo Milano. Classe 1990, studi alla Bocconi, Courtauld di Londra, un master al King’s College sempre a Londra, esperienze da Sotheby’s (Milano e Londra) e soprattutto Nahmad Projects. Preso sotto l’ala della famiglia degli storici galleristi d’origine libanese esattamente tre anni fa, da un incontro fortuito e fortunato con uno dei capostipiti di famiglia durante un opening di Sotheby’s. Una svolta di vita e carriera sensazionale: trovarsi a soli 25 anni (almeno dalla limitata prospettiva italiana) a dirigere la galleria con uno dei giovani di famiglia, Joseph. “Protezione” elevatissima che è occasione e opportunità, che va costruita, coltivata e alimentata con abnegazione e competenza. O non si va da nessuna parte. E ora il salto da “solista”, a Milano.

Domanda sulla bocca di tutti. L’investimento per aprire uno spazio del genere in pieno centro città? “Mutuo, prestiti e un investimento”. Figlio di galleristi, mercanti o simile? “Sono figlio di statali, padre medico e madre insegnante. Mio nonno aveva una piccola galleria a Feltre”. Quindi chi c’è “dietro” Tommaso Calabro? “Me stesso”. 

Prima di entrare in galleria… Attualità, aste di New York, ultime fiere viste. Un breve bilancio complessivo per capire la salute del mercato fine 2018. 

Partiamo dalla aste: i risultati sono stati buoni, certi prezzi di aggiudicazioni per l’arte inglese, americana e tedesca sono stati eccellenti, mentre l’arte italiana ha risentito di una flessione che è in corso da qualche mese. Vista la crescita degli ultimi anni, era inevitabile che i prezzi di alcune opere italiane dovessero scendere. Non mi ha pertanto eccessivamente stupito il legno di Burri, vista la stima molto aggressiva. A riguardo, pensiamo che la Plastica Nera di Burri venduta da Sotheby’s NY nel Novembre 2017 era stata battuta intorno ai 10 Milioni. Non ci sono troppi acquirenti per opere di Burri sopra i 10M.

Pur non essendoci andato, so che a Miami chi aveva delle opere giuste è riuscito a venderle. Riferendomi strettamente al mercato, per giuste intendo opere che sono importanti nell’opera generale dell’artista, hanno un prezzo corretto e non sono passate recentemente in asta.

Galleria Tommaso Calabro
Galleria Tommaso Calabro

Pieno centro a Milano, splendido palazzo del Settecento, Twombly e soprattutto Tancredi. Era necessario fare all in per iniziare col botto la tua carriera (solista) da gallerista…

Lo spazio e la piazza centrale che ho scelto sono sicuramente elementi importanti che aiutano a promuovere la galleria. Vorrei che la mia galleria diventasse sinonimo di qualità e progettualità. Vorrei che i visitatori sentissero questo spazio come unico e siano felici di ritornare più volte a vedere le mostre. Per questo sto cercando di proporre esposizioni dal respiro internazionale, che abbinino opere di alto livello ad idee curatoriali interessanti e ricercate. 

Terminata la mostra su Tancredi (feltrino come lui ndr). Bilancio? Progetti per l’anno prossimo? Come vuoi impostare la tua galleria?

Sono stato molto contento della mia prima mostra. Sono venuti numerosi visitatori e tanti collezionisti, anche stranieri, che erano di passaggio a Milano. La prossima mostra sarà su Dubuffet, che manca da Milano da circa 30 anni! Inaugurerò sabato 2 febbraio. Dal 18 al 25 febbraio, in occasione della settimana della moda, presenterò Le Tipe Umane, il mio primo progetto multidisciplinare frutto di una collaborazione con il designer Andrea Incontri e curato da Caroline Corbetta. Per quest’anno non farò MiArt né altre fiere. Ma ho molte attività programmate in galleria, come concerti e presentazioni. Voglio che la galleria sia sempre viva.

Sotheby’s Milano, Sotheby’s Londra, Nahmad, professore alla Bocconi, Galleria. Un crescendo assoluto. Determinazione, lavoro, fortuna, coraggio. Altro? Quando è scattata la scintilla che ti ha portato ad aprire la galleria?

Direi che lavoro, determinazione e coraggio sono stati i fattori chiave della mia crescita professionale, ma non sarei onesto se non dicessi che la fortuna ha giocato un ruolo importante per la mia carriera. Menzionavi il mio incontro con la famiglia Nahmad: essere stato al posto giusto al momento giusto mi ha aiutato moltissimo! Mi riferisco anche ad amicizie personali che ho sviluppato nel tempo e che hanno inciso nella mia scelta di aprire una galleria ora, a 28 anni. Grandi amici ed addetti ai lavori come il gallerista Max Hetzler o Boris Cornellisen e Lorenzo Rebecchini, specialists di Sotheby’s, mi hanno sempre incoraggiato a questo salto.

Cosa ti ha dato e quanto è servito lavorare da Nahmad e Sotheby’s? In una città come Londra poi…

Sono state ovviamente due esperienze fondamentali. Lavorare con Sotheby’s e con Claudia Dwek è stato molto formativo e forse il passaggio più importante della mia crescita. Collaborare con la famiglia Nahmad, invece, mi ha catapultato in un altro universo dove ho potuto confrontarmi e lavorare con dei capolavori fantastici, organizzando mostre e fiere particolarmente importanti.

Galleria Tommaso Calabro
Galleria Tommaso Calabro

Milano o Londra? Preferenze, differenze? 

Preferisco Milano, la citta è in crescita costante. Londra, invece, non sta attraversando un ottimo momento visto l’incertezza dovuta a Brexit. Milano piace molto anche agli artisti e ai collezionisti stranieri che in questi mesi sono venuti a trovarmi. Avessi aperto a Londra sarei stato uno dei centinaia di galleristi che lavorano in Inghilterra. Qui ce ne sono meno e questo cambia notevolmente l’esperienza della galleria. Ho notato che i visitatori passano più tempo in galleria a Milano, mentre a Londra entrano ed escono senza tuttavia prestate particolare attenzione.

Modelli? Gallerie, galleristi, critici, curatori. Dei riferimenti imprescindibili?

Per diversi motivi, mi sono posto come modelli due grandi galleristi del secolo scorso. Nello specifico, ho sempre ammirato la visione pionieristica di Carlo Cardazzo. Mi piace ricordarlo con le parole di Luca Massimo Barbero, che di Cardazzo ha scritto: “la sua personalità era paragonabile ai vulcani che nascono all’improvviso e che nell’arco di una notte vanno a formare un’isola, che poi magari viene dimenticata, ma che resta lì, per sempre.” Come secondo modello c’è Alexander Iolas, il cui eclettismo mi affascina da anni. A Iolas dedicherò una mostra a settembre.

Elementi fondamentali per la tua carriera. A un giovane laureando che si cimenta nel settore. Consigli? Relazioni, conoscenze, social…

Abbinate da subito allo studio esperienze lavorative come stage o internship. Quest’ultime sono fondamentali principalmente per due motivi: vi permettono di capire da subito se vi piace lavorare in questo ambiente e vi permettono di allacciare rapporti che potrebbero rivelarsi fondamentali per la vostra carriera. Al giorno d’oggi, lavorare sulle relazioni a livello lavorativo è essenziale. Cercate dei modelli e impegnatevi a seguirne le orme. Usate i social come strumento di lavoro e non solo come divertimento.

Obiettivi a lungo termine. Collaborazioni con istituzioni, artisti giovani, fiere…

A livello personali i miei obiettivi sono quelli di crescere e migliorarmi. Nello specifico, per la galleria, vorrei realizzare mostre sempre più importanti e iniziare a collaborare con alcuni artisti che mi piacciono particolarmente, come Toby Ziegler. Per raggiungere questi scopi, sarei contento di collaborare anche con musei o istituzioni pubbliche. Ci deve essere più dialogo tra mondo pubblico e privato in Italia, sarebbe un beneficio per entrambi.

Galleria Tommaso Calabro
Galleria Tommaso Calabro
Tommaso Calabro
Tommaso Calabro, alle spalle Tancredi

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