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Il meglio di Flashback 2019. Da Sargent a De Chirico, una fiera che si conferma faro dell’Art Week di Torino

Ghiglia Ghiglia
De Chirico
De Chirico

Torino. Gli Erranti (The Wanders) è il titolo della settima edizione di Flashback, fiera d’arte all’insegna dell’antico e moderno, diretta da Stefania Poddighe e Ginevra Pucci, oramai uno dei capisaldi della Art Week sabauda. Dal 31 ottobre al 3 novembre 2019 il Pala Alpitour si trasforma in una sorta di scrigno senza tempo e dimensione, vetrina di secoli di storia dell’arte racchiusi nei 50 stand partecipanti allestiti sui 4 mila metri quadrati del complesso disegnato da Arata Isozaki. I Vagabondi di questa edizione, che prende spunto da un romanzo del 1989 di Arkadij e Strugackij, “The time wanderers”, sono viaggiatori senza meta nella storia dell’arte che osservano, ricercano, sbagliano e imparano dagli errori per conoscere e scoprire. A supportare il tema prescelto un allestimento innovativo concepito come sentiero labirintico, realizzato da Fast Events (ditta specializzata in allestimenti fantascientifici) su progetto di Startarch, studio di architetti di eventi d’arte.

FLASHBACK_Pubblico in fiera_foto di Giuliano Berti_2
FLASHBACK_Pubblico in fiera_foto di Giuliano Berti_2

Queste le 10 cose assolutamente da non mancare quest’anno in fiera

Galleria dello Scudo, Verona

Una nota di attenzione va all’allestimento proposto dalla Galleria dello Scudo che accoglie il visitatore con La Nena di Arturo Martini, un busto in terracotta del 1930 di cui esistono dieci copie. La fanciulla, realizzata da Martini per la sua prima mostra di Torino, venne regalata alla giornalista Eleonora Doleatto che recensì la mostra dell’artista sui quotidiani torinesi. Fa da contraltare alla pacata Nena, la terracotta -sempre di Martini- di Giuditta e Oloferne del 1932. Sulla parete grigia di fondo, lo scenario si tinge dei colori cupi di Tre figure di Mario Sironi. La tempera su carta intelaiata, risalente ai primi anni del 1940, presenta la cornice originale realizzata da Sironi. Segue Natura morta con funghi di Filippo De Pisis, 1925-27. Alle spalle del visitatore, la parete destra ospita gli Arlecchini del ’23 di Gino Severini, produzione legata al movimento del Realismo magico. Realizzati all’inizio degli anni ’20 con tempera e oro su carta, i soggetti carnevaleschi fanno parte della corrente artistica del Ritorno all’ordine. La peculiarità di questi disegni risiede nel loro carattere gioioso e nella loro rarità. Seguono L’archeologo Coloniale del 1938 di Giorgio De Chirico e due opere esterne allo stand su sfondo rosso di grande raffinatezza: Fantasia sulle dune, 1962, di Tullio Crali e Nebulosa di René Paresce del 1935. Il retro dello stand è abitato da 4 lavori tipici della produzione degli anni 1980 di Marco Gastini. Ad un anno dalla scomparsa del pittore, vengono proposte le produzioni col Blu Kein, le carrube, e il carbone.

Martini
Martini
Gastini
Gastini

AFRO alla Galerie Jean-François Cazeau, Parigi (F), Sanremo IM (I)

Fra le pareti della Galerie Jean-François Cazeau, troviamo una chicca del periodo Informale italiano. È Il Giardino Della Speranza del 1958 di Afro Basaldella (1912-76). La tela risale agli anni di massimo splendore della carriera dell’artista, segnata da grandi partecipazioni fra cui Documenta I a Kassel, Germania e il premio come miglior artista italiano alla Biennale di Venezia.

Modigliani e De Chirico alla Galleria Torbandena, Trieste (I)

La Galleria Torbandena presenta un disegno a matita su carta, databile 1917 di Amedeo Modigliani. È Figura femminile seduta (Jeanne Hébuterne), il ritratto dell’amata compagna. Sul retro, il disegno riporta le etichette della XVII Biennale di Venezia del 1930 e di Palazzo Reale, 1958 Milano. L’opera risale al periodo in cui l’artista inizia ad acquisire notorietà tramite le sue prime personali. Altro fiore all’occhiello della galleria è La quadriga rovesciata di Giorgio De Chirico del 1929. L’opera risale al periodo maturo dell’artista, ed è un pezzo che ha partecipato alle principali esposizioni italiane fra cui quella del 1987 a Palazzo Reale a Milano.

De Chirico
De Chirico

Sargent alla Galleria Russo, Roma (I)

Alla Galleria Russo è possibile ammirare Princess de Beaumont del 1884 di John Singer Sargent (Firenze 1856 – Londra 1925). L’opera raffigura la principessa Beaumont de Beaumont di Liegi (Belgio) che sposò il principe Ruffo de Calabria. Il dipinto, ascrivibile ad uno dei pittori di ritrattistica ottocentesca più significativi dell’epoca, è corredato dall’iscrizione “Portraitprovisoiredenier à Dieu”, un arcaismo francese che significa “senza impegno”. Il quadro potrebbe dunque essere una prima versione per il ritratto, realizzato in attesa di ricevere la commissione ufficiale. La figura è elegantemente abbigliata con una veste che riflette lo stile degli anni sessanta dell’Ottocento. L’abito scuro è corredato da un impalpabile scialle in velo che copre le spalle nude della principessa, mentre l’elaborata acconciatura con penne nere è in pendant con il collare nero in organza arricciata. I dettagli (orecchini e neo) e lo sguardo della principessa catturano immediatamente lo spettatore.

Sargent
Sargent

I fiamminghi alla Caretto e Occhinegro

Trionfo di pittura fiamminga presso Caretto e Occhinegro. Il progetto espositivo convoglia artisti di grande calibro del seicento fiammingo. Spiccano le collaborazioni fra i pittori JanBrueghel II e Pieter van Avont per Paesaggio con Riposo durante la fuga in Egitto del 1630 eMadonna con Bambino entro un paesaggio, 1660, olio su rame e l’eclettico dipinto di Francis Francken III databile al 1660 Giochi di Scimmie (allegoria della condizione umana).

Stand mix antico e contemporaneo alla Galleria Gian Enzo Sperone, Sent (CH), New York (USA)

Gian Enzo Sperone propone un allestimento che miscela arte antica e contemporanea. Lo scultore sudafricano Evan Penny (1953) domina l’ala sinistra dello stand con L. Faux: CMYK, del 2001-2005, un mezzo busto in silicone dai colori 3D. Alla sua destra Santa Caterina d’Alessandria di Lorenzo Lippi (Firenze 1606-1665), affiancata da Canibales Club di Julian Schnabel del 2009 e dal San Sebastiano in ceramica di Luigi Ontani del 1994.

Ontani
Ontani

Ghiglia, Magnolia, Società di Belle Arti, Viareggio LU (I)

La Società di Belle Arti presenta Magnolia di Oscar Ghiglia del 1930-32, pittore tra i maggiori esponenti della corrente dei postmacchiaioli.

Ghiglia
Ghiglia

La temperatura dorata del Giappone, Schreiber Collezioni, Torino (I)

Di grande impatto l’allestimento di Schreiber Collezioni (TO). Il tema imperante, l’arte giapponese antica è presentata con assoluta eleganza formale. Tre dipinti a fondo oro –fil rouge dell’allestimento- governano le tre pareti dello stand. Subito sotto, dei basamenti in ferro fungono da piedistalli alle opere, mentre al centro delle tre pareti un tappeto, anch’esso color oro, ospita un grande tavolo laccato scuro su cui poggiano piccole statue intervallate da un ritmo di corde che scendono dal soffitto.

Schreiber
Schreiber

Fregio di Giulio Aristide Sartorio, Antonacci Lapiccirella Fine Art Roma (I)

Sartorio
Sartorio

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