A quarant’anni dalla scomparsa, il MAXXI di Roma dedica una grande retrospettiva a Gio Ponti. Amare l’architettura getta luce sulla poliedrica attività di un architetto e designer difficile da eguagliare. Fino al 13 aprile 2020.
Non solo architetto e designer, ma anche art director, scrittore, poeta e critico. Fu artista a 360° gradi Giovanni Ponti, detto Gio (Milano, 1891-1979), una delle figure di spicco del dopoguerra. Sostenitore di leggerezza, smaterializzazione delle facciate degli edifici, necessità di un’armonia tra ambiente urbano e natura, Gio Ponti è stato un maestro assoluto che ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’architettura e del design del Novecento, secolo che ha attraversato quasi per intero.
Va in scena al MAXXI di Roma, fino al prossimo 13 aprile, una grande retrospettiva che celebra i quarant’anni dalla scomparsa del grande personaggio. Materiali archivistici, modelli, fotografie, libri, riviste, e oggetti permettono al visitatore di scoprire o approfondire la conoscenza di un protagonista eccellente della produzione italiana di architettura, il cui lavoro ha lasciato tracce importanti non solo in Italia ma anche in giro per il mondo; tra i suoi progetti più celebri, il grattacielo Pirelli (1956-1961) a Milano, la Concattedrale Gran Madre di Dio (1964-1970) a Taranto o il Denver Art Museum (1970-1971) in Colorado.
Nel video del MAXXI di Roma, la mostra Amare l’architettura raccontata da Margherita Guccione, direttore MAXXI Architettura, Maristella Casciato, curatrice della mostra e senior Curator of Architectural Collections al Getty Research Institute di Los Angeles, Giovanna Melandri, presidente Fondazione MAXXI e Fulvio Irace, curatore della mostra e critico e storico dell’architettura.