In pochi se ne saranno accorti, ma domenica 2 febbraio, è andato in onda in tv uno dei principali film cult di tutti i tempi: Arancia meccanica. Il capolavoro di Stanley Kubrick del 1971 è stato mandato allo sbaraglio in prima serata, alle 21 su Iris (canale tematico Mediaset in chiaro,dedicato al cinema), senza obiettivi ben precisi; e, di fatto, mancandoli tutti.
Iris ci aveva già provato nel marzo scorso, mettendo in onda il film per la prima volta in prima serata,con risultati di ascolto deludenti: 313 mila spettatori e l’1.4% di share. Un esito simile è arrivato anche ieri sera al secondo tentativo: 327mila e di nuovo circa l’1.4% di share, battuto persino da reality in onda tutto il giorno come Bruno Barbieri 4 Hotel (su Tv8, 521mila spettatori e il 2.07%) o Camionisti in trattoria (su Nove, 432mila e 1.67%).Nello stesso orario di Arancia meccanica, domenica sera su Rai3 andava in onda Amore criminale, una serie di inchieste che hanno come fulcro i femminicidi, con il loro corollario di violenze sulle donne, stupri e maschilismo, tutti argomenti esplicitati in modo artistico ma fortissimo dalla pellicola di Kubrick. La morale, come spiegò lo stesso regista ai suoi detrattori, è probabilmente simile a quella del programma di Rai3: l’ultraviolenza di Alex e dei suoi compagni drughi è tanto disgustosa quanto difficile da estirpare. Ma siamo sicuri che il pubblico di prima serata di una televisione in chiaro, quindi raggiungibile a soli colpi di telecomando dagli adolescenti (dando per scontato che i bambini siano protetti dai genitori informati dal bollino rosso), sia in grado di decodificare tutto questo? Da una parte, nel programma di Rai3 (anche questo con il bollino rosso), si cerca di svegliare le coscienze su un problema urgente ed attuale. Dall’altra, si dà in pasto a chiunque un’opera d’arte che come tale, per definizione, sfugge alla morale corrente;e in un contesto e un orario in cui il pubblico si aspetta tutt’altro, magari il solito film sui supereroi, per rimanere in tema di adolescenza.
Che Arancia meccanica fosse un capolavoro della cinematografia mondiale è stato chiaro a molti fin da subito. Due nomi illustri su tutti: i registi Federico Fellini e Akira Kurosawa lo apprezzarono già negli anni 70.Ma, per i suoi contenuti e le immagini violente, quella di Arancia meccanica è una storia fatta di polemiche, censure, persino minacce perpetrate ai danni del regista Kubrick e della sua famiglia, quando il film uscì nelle sale 49 anni fa.In Italia rimase con il divieto ai minori di 18 anni fino al 1998, quando una sentenza del Consiglio di Stato ridusse il limite ai 14 anni. L’anno precedente, alla Mostra del cinema di Venezia del 1997, il filmvenne presentato in edizione restaurata in occasione del Leone d’oro alla carriera conferito a Stanley Kubrick. In tv arrivò per la prima volta solo nel 2007, e in seconda serata,alle 22.30 su La7, preceduto da un documentario che ne raccontava la storia e i contenuti.Questa volta, la collocazione e la promozione di un film così speciale avrebbero forse meritato un maggior riguardo. A meno che lo scopo, sulla lunga distanza, non sia il banale sdoganamento di immagini forti e contenuti provocatori in fascia protetta, anche a discapito di una pietra miliare del cinema.Internet e i social ci hanno abituato a guardare in solitudine tutto e il contrario di tutto spesso nello stesso momento, in un enorme e volontario appiattimento;ma la televisione è un media diverso, per il quale il pubblico da decenni si ritrova nelle case, alla sera, per partecipare ad un rito collettivo. Sanremo docet.