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Alberto Sordi. Posticipata a settembre la grande mostra del centenario

Locandina Alberto Sordi Centenario Alberto Sordi Locandina della mostra
Locandina Alberto Sordi
Centenario Alberto Sordi – Locandina della mostra

Ecco come si snoderà il percorso espositivo della grande mostra dedicata al centenario della nascita di Alberto Sordi, posticipata a settembre in seguito alle misure di contenimento determinate dall’emergenza del Covid-19

La grande mostra dedicata al centenario della nascita di Alberto Sordi (15 giugno 1920) era l’evento più atteso nella Capitale insieme alla grandiosa esposizione su Raffaello alle Scuderie del Quirinale.

Fin dai primi giorni di apertura delle prevendite si erano registrati numeri record di prenotazioni da tutta Italia. Oltre 10.000 di prenotazioni.

La situazione generale causata dal Coronavirus ha però stravolto la programmazione della mostra che doveva aprire al pubblico lo scorso 7 marzo. Inizialmente la mostra era stata spostata al successivo due aprile. Poi sappiamo tutti come è andata.Quelle che apparivano solo come misure precauzionali in luoghi pubblici come i musei, in poco tempo si sono trasformate in lockdown per tutta la popolazione.

È stata dunque annunciata una nuova data e non corrisponde al 18 maggio, giorno indicativamente previsto come quello della riapertura dei musei. O meglio, di quelli che potranno adeguarsi a tutte le misure di contenimento dell’infezione previste dalle disposizioni studiate dal Comitato Scientifico che prevedono, tra le tante misure da adottare, anche quelle di un contingentamento degli ingressi dei visitatori.

La mostra infatti aprirà i battenti il 16 settembre 2020 e speriamo tutti che questa sarà la data definitiva.

La rassegna  infatti,  non è stata allestita in un museo (anche se lo diventerà ufficialmente dopo la fine della mostra) ma nella storica villa dell’attore in piazzale Numa Pompilio.  E’ evidente che in una villa, per quanto spaziosa, non era non era possibile adeguarsi alle stringenti misure di contingentamento degli ingressi – e in generale a tutte le misure di contenimento del virus – previste dal governo per la riapertura a maggio.

Il valore della mostra infatti, è soprattutto il contenitore, ossia la stessa villa che ci racconta l’uomo dietro il gigante del cinema italiano. Una villa mai aperta al pubblico se non con la prenotazione di piccoli gruppi attraverso la Fondazione Alberto Sordi.

Il salotto della villa di Alberto Sordi durante l’anteprima per la stampa dell’apertura. Roma 15 giugno 2015. ANSA/ANGELO CARCONI

Quello che sarà raccontato nella mostra dunque, non sarà solo il grande attore ma soprattutto l’uomo. Non che ci sia una netta separazione tra i due. L’attore era completamente consacrato al suo lavoro, proprio per questo non aveva mai voluto sposarsi.

Tuttavia, per un personaggio pubblico come lui, abituato a continui bagni di folla, la casa era un vero e proprio rifugio dove coltivare l’affetto delle sorelle e circondarsi delle cose che amava di più. Per questo aveva impiegato tanto tempo, soldi ed energie, per arredarla: i lavori di ristrutturazione durarono circa due anni.

Una sorta di dorato retrobottega dalla travolgente vita mondana del tempo. Un’oasi di tranquillità ma anche di rigore e disciplina. Non entravano giornalisti e fotografi ma solo gli amici della sua dimensione privata, salvo la tradizionale festa di Santo Stefano in cui partecipavano  praticamente tutti i protagonisti del cinema italiano.

Tutto bruscamente interrotto però nel 1972. Devastato dal dolore per la morte della sorella Savina, l’attore trasformerà quel rifugio, crocevia di feste e allegria, in una sorta di fortezza aperta a pochissimi intimi.

Il percorso lungo le stanze della villa, guiderà  via via i visitatori a scoprire i gusti, le passioni e i particolari dell’Alberto privato che si intersecano e dialogano con la sua carriera nel mondo del cinema. E i tanti volti del suo talento. L’attore infatti, è stato anche doppiatore, regista, produttore, sceneggiatore, editorialista per il Messaggero, cantante, compositore, filantropo.

Una mostra forse immaginata dallo stesso attore che catalogava quasi maniacalmente tutto il materiale della sua prestigiosa carriera. Come ha spiegato Gloria Satta – giornalista del Messaggero – che figura tra i curatori della mostra:

Lui è stato l’archivio storico di se stesso. La cosa che amava di più quando era in vita era raccontare la storia della sua carriera. In particolare contestualizzare i film all’epoca storica in cui erano stati girati. Aveva catalogato in modo quasi maniacale tutto il materiale della sua carriera. La carriera è stata la sua vita.

Il percorso espositivo parte proprio dalla villa, acquistata da Sordi nel 1954. Un vero e proprio colpo di fulmine. Visitata la mattina, aveva stipulato il rogito notarile nel pomeriggio. Soffiandola all’amico Vittorio De Sica. Come racconta uno dei curatori, Alessandro Nicosia:

Se la fece costruire negli anni Trenta Alessandro Chiavolini, segretario particolare di Benito Mussolini. Affidò il progetto a Clemente Busiri Vici. Nel dopoguerra fu per poco tempo la residenza dell’ambasciatore britannico. Poi andò sul mercato. Sordi se ne innamorò appena la vide. Aveva i contanti, De Sica no: aveva appena perso una somma folle al gioco

Una chicca della mostra è sicuramente il piccolo teatro che Sordi aveva fatto ricavare dalla legnaia durante i lavori di ristrutturazione. Nel teatrino – comprensivo addirittura di due piccoli camerini – l’attore si esibiva e faceva esibire gli amici. Un piccolo gioiello con il soffitto decorato di stucchi che rappresentavano le pellicole cinematografiche mentre le nicchie erano impreziosite da sculture policrome all’artista Andrea Spadini. Il sipario invece, era opera di Gino Severini.

Si parlerà del suo rapporto simbiotico con Roma che considerava la città più bella del mondo, “un grande museo, un salotto da attraversare in punta di piedi”. E del suo rapporto con le donne. Di quante ne amate e di quante ne ha sposate: nessuna. Quando arrivava il fatidico periodo in cui la compagna del momento si aspettava un anello di fidanzamento, la ritirata strategica era d’obbligo. Del resto nella libreria di casa troverete un’insegna di legno piuttosto esplicativa in tal senso:

 Ad ogni uomo che nasce, il destino assegna una donna/ La felicità sta nel riuscire a evitarla per tutta la vita

A parte l’ironia con la quale liquidava sempre le domande sulla sua vita privata, la realtà è che Alberto Sordi era sposato con il suo lavoro. Mai e poi mai avrebbe potuto sottrarre tempo ed energie alla carriera che era la sua vita.

Ovunque, in giro per la casa, troverete arredi e complementi d’arredo che possono sembrare ‘eccessivi’ al nostro occhio abituato al minimal moderno ma che rispecchia completamente il  gusto borghese romano dei primi anni Sessanta-fine Settanta: velluti, broccati floreali, porcellane cinesi, argenti antichi nelle vetrinette, i quadri con le vedute del Settecento.

Soprattutto, vedremo gli abiti di scena ma anche il curatissimo guardaroba privato curato dalla sorella Aurelia e caratterizzato dai toni neutri tipici di quello che oggi definiremmo il suo “outfit”.

Vedremo il suo studio con la macchina da scrivere, la sua bicicletta e la camera da letto dove è morto nel 2003. E poi, la palestra dove non passerà inosservato un toro meccanico con il quale pare l’attore sfidasse a divertenti gare stile rodeo, gli amici più cari. La leggenda narra di un’avvincente gara con la Magnani.

La mostra passerà in rassegna tanti altri aspetti del Sordi privato, compreso il suo ruolo di benefattore, soprattutto per gli anziani che considerava i più fragili. Altro che avaro come lo descriveva superficialmente qualcuno: l’attore ha sempre donato ingenti somme in beneficenza ma  rigorosamente in incognito.

E poi l’amore per i cavalli ( tanti ne salvò dalla morte nei macelli) e i suoi adorati cani, sepolti in giardino.

ALBERTO SORDI - LA MOSTRA DEL CENTENARIO Nella foto: Alberto Sordi in casa con i suoi cani, 1955 © Reporters Associati & Archivi
ALBERTO SORDI – LA MOSTRA DEL CENTENARIO. Nella foto: Alberto Sordi in casa con i suoi cani, 1955, © Reporters Associati & Archivi, Courtesy Centenario Alberto Sordi

Sempre in giardino si potrà vedere una madonnina in ceramica bianca  incastonata in una piccola grotta dove pregava ogni mattina.

Ovviamente non mancheranno documenti – anche inediti – fotografie e spezzoni dei suo film più famosi. La mostra continua  al Teatro Dei Dioscuri che ospita una seconda sezione con parte dello sterminato materiale trovato durante le ricerche per la realizzazione della mostra e che contiene un importante focus su ‘Storia di un italiano‘, il programma tv degli Anni ’70 a cui era particolarmente affezionato. Lo spazio è messo a disposizione da Istituto Luce Cinecittà, partner della Mostra, che ha anche fornito immagini fotografiche a audiovisive conservate nel prezioso Archivio Luce, ed ha realizzato una video-installazione, curata da Roland Sejko (David di Donatello per Anija- la nave), che sarà proiettata, con ingresso gratuito, in una tensostruttura situata all’interno della Villa.

Co-curatore Vincenzo Mollica che ricorda i numerosi episodi di cui è stato testimone come il Leone alla Carriera consegnato a lui e alla Vitti nel 1995:

“Ricordo Sordi che giocava come un bambino con Monica Vitti, dicendo ‘e mo’ che ce famo col leone??’ E lei che rispondeva con le ipotesi più assurde e surreali”. Sordi aveva un cuore grande da poeta, è stato un vero rivoluzionario anche nel mondo della musica leggera, non ci sarebbe stata la cosiddetta canzone demenziale, ma in quelle canzoni così surrealiste ci metteva tanta umanità”

Informazioni:

Alberto Sordi 1920-2020

Dal 16 settembre 2020 al 31 gennaio 2021

Sedi:

Villa Sordi
Piazzale Numa Pompilio (Terme di Caracalla) – Roma
Dal lunedì al giovedì 10 – 20
Venerdì e sabato 10 – 22
Domenica 10 – 20
Ultimo ingresso un’ora prima
Teatro dei Dioscuri 
Via Piacenza, 1- Roma
Dal martedì alla domenica 10 – 19
Lunedì chiuso
Ultimo ingresso 30 minuti prima

Biglietti

Intero: euro 12,00
Ridotto: euro 8,00 (under 26 e over 65)

Info
06.85353031 info@centenarioalbertosordi.it

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