Il Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto presenta il palinsesto delle mostre programmate fino a dicembre. Maestri classici e moderni intrecciano la loro arte in programma all’insegna del dialogo e delle connessioni impreviste.
Che Vittorio Sgarbi creda fortemente all’idea di contemporaneo come espressione temporale, piuttosto che ideologica, ormai non c’è dubbio. Sarà per la sua personale passione critica che l’ha spinto a guardare ai grandi maestri del passato; o sarà forse per la convinzione che “tutta l’arte è arte contemporanea“, poiché essa “va ritenuta contemporanea non in quanto più o meno sperimentale, più o meno avanzata, ma solo in quanto concepita, elaborata ed espressa nel nostro tempo“. Di conseguenza non c’è da stupirsi se il palinsesto del Mart di Rovereto – di cui Sgarbi è Presidente – prenda il nome di L’altro contemporaneo. Così il programma per la prossima stagione espositiva spazia attraverso i secoli intercettando maestri classici e moderni, alla ricerca di connessioni impreviste, linguaggi unici, capolavori assoluti.
Caravaggio. Il contemporaneo / 10 ottobre – 9 dicembre 2020
Si tratta la mostra della grande discussione attorno al Seppellimento di Santa Lucia, la più antica opera siciliana realizzata da Caravaggio. Per questo molti non riuscivano a immaginarla lontano da Siracusa, laddove è solitamente conservata. Invece il Mart è riuscito alla fine ad ottenere la tela così da porla al centro di un’esposizione a questo punto molto attesa.
In particolar modo, come detto, per il Seppellimento di Santa Lucia. Si tratta della tela imponente di un Caravaggio ormai maturo, ossessionato dall’idea della decapitazione, da cui lui stesso cercava di fuggire. Non vi riuscì Santa Lucia, che la leggenda vuole martirizzata e sepolta proprio nella Basilica di Santa Lucia al Sepolcro, dove l’opera viene solitamente conservata.
Non è solo la composizione articolata, l’atmosfera spirituale, la luce scenografica e la materialità viva della pittura; a rendere l’opera aperta a influssi è interpretazione sono le pieghe segrete mai approfondite. Si pensi, ad esempio, alle mura sullo sfondo dell’opera: qui la forma si sgretola, cede fino a dimenticare se stessa in modo che, un osservatore contemporaneo, può individuare un effetto espressivo simile all’Informale. Da qui una sezione in mostra dedicata ad Alberto Burri. Si aggiungono alla rete di connessioni anche I naufraghi (1934) di Cagnaccio di San Pietro, le opere dell’artista Nicola Verlato e del fotografo Massimo Siragusa, alcune fotografie sulla vita e la morte di Pier Paolo Pasolini.
Giovanni Boldini. Il piacere / 14 novembre – 28 febbraio 2021
Il legame che annoda Giovanni Boldini alla contemporaneità si può spingere addirittura fino a noi, che davanti alle nuove tendenze della moda non riusciamo comunque a non riportare la memoria ai suoi dipinti immortali. 150 opere – molte appartenenti al Museo Boldini di Ferrara, chiuso al pubblico dopo il tragico terremoto del 2012 – tracciano in un ricco percorso cronologico la carriera dell’artista. È nei ritratti di intellettuali, nobildonne e attrici incontrati nei salotti mondani della Parigi fin de siècle che Boldini ha trovato massima espressione, facendosi portavoce di una società raffinata ed elegante.
Ed è proprio sulla scia di questi valori che il Mart propone, lungo le sale dell’esposizione, approfondimenti tematici sull’argomento. Largo spazio, ad esempio, è dato al rapporto con il poeta Gabriele D’Annunzio, con cui il pittore ha condiviso anche una musa ispiratrice: la Marchesa Casati, eccentrica e seducente femme fatale d’altri tempi.
Depero mito presente / dicembre
Sono innumerevoli, legati addirittura alla fondazione stessa del Mart, le testimonianze che il Museo conserva di Fortunato Depero: opere, oggetti, mobili, disegni, fotografie, materiali e fondi archivistici. 200 di questi – tra cui anche ricostruzioni di mobili, costumi, scenografie – sono al centro dell’esposizione Depero mito presente, la quale valorizza a tutto tondo la figura profetica di un artista in grado di innovare il linguaggio dell’arte e del design. Innovatore, dissacrante e ironico, Depero è stato elemento di spicco del Futurismo e grande innovatore della comunicazione in tema di grafica e moda.
Tenendo fede al sogno dell’artista – che proclamava l’abbattimento di ogni gerarchia nelle arti – la mostra si configura come un organico compendio di tutto ciò che l’artista ha realizzato, come si trattasse di un infinito progetto che oggi vede un altro, imperdibile, passo in avanti.