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450 eventi e 900 ospiti. Bookcity Milano non si ferma e corre sul digitale

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Si è aperta lo scorso mercoledì l’edizione di quest’anno del festival milanese Bookcity, promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e dall’Associazione Bookcity Milano, costituita da Fondazione Corriere della Sera, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Fondazione Umberto e Elisabetta Mauri e Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori. Le attuali restrizioni dovute alla situazione sanitaria non hanno impedito di realizzare un ricchissimo palinsesto (oltre 450 eventi), sia per l’interdisciplinarietà (tra arte, filosofia, psicologia, narrativa e poesia, scienza, storia e attualità etc.) che per i personaggi presenti agli incontri (ben 900 partecipanti tra relatori e discussant). Il festival si svolge completamente online ed è possibile rivedere gli incontri on demand (si veda il link https://bookcitymilano.it/eventi).

Il tutto ruota intorno al libro come prodotto culturale materiale ma anche come contenuto intangibile, il sapere che veicola. “Bookcity celebra e vuole celebrare nella distanza la vicinanza del libro.Il libro ci fa sapere, ci fa esplorare, ci immerge nella società, ci fa viaggiare nei sentimenti. Quindi il libro è un compagno essenziale che ha un ruolo decisivo proprio quando si vive a distanza”, dichiara Piergaetano Marchetti all’inizio della prima serata. Il legame con Milano è chiaro: oltre ad aver promosso moltissime iniziative legate al libro, come il Patto per la Lettura, la città è stata nominata Capitale della Lettura UNESCO.Resta sempre il problema dello scarto fra il centro, culturalmente vivace e ricco, e le periferie, più carenti sotto questo punto di vista. Per tale motivo, tramite un bando, la Cassa di Risparmio ha incaricato l’Associazione Bookcity per il progetto LaLetturaIntorno, che vuole includere tutti i quartieri milanesi in iniziative finalizzate a creare centri di raccordo tra soggetti e centri della lettura e della cultura.

Due focus in particolare sono stati aggiunti al festival di quest’anno: I talenti delle donne, legato a un’iniziativa dell’Assessorato alla cultura del comune Comune di Milano per il 2020, e #TerraNostra, che riguarda l’ambiente e il rapporto tra le diverse comunità culturali. A questitemi è stato dedicato l’incontro della prima serata, intitolato Impressioni dalla Terra, che ha visto l’autrice Zadie Smith dialogare con il giornalista Edoardo Vigna e ricevere virtualmente il Sigillo della città di Milano, mentre in una seconda parte è intervenuto lo scienziato e filosofo evoluzionista Telmo Pievani.

Disuguaglianze, inclusione, ingiustizia sociale, condizione femminile, sono questi i temi di cui tratta la scrittrice britannica nei suoi romanzi, il più celebre dei quali è Denti Bianchi che narra dell’incontro-scontro fra culture diverse in una Londra segnata da episodi di discriminazione razziale. Quest’anno ha pubblicato due libri: Grand Union (nella traduzione italiana edita da Mondadori), una raccolta di racconti di science-fiction distopica, surrealismo, satira sociale ed anche una storia narrata dal punto di vista di Dio, eQuesta strana e incontenibile stagione(edito da Sur), sei saggi scritti fra marzo e maggio, in piena pandemia, e che trattano la fragilità, la morte, il disprezzo come virus che infetta le persone. Dal bisogno di scrivere di fronte ai tragici eventi che hanno segnato gli ultimi mesi alla polemica contro una “visione giornalistica” che totalizza il nostro modo di vedere la realtà, inondati di notizie, durante la serata Zadie Smith si è espressa sugli argomenti più vari. Ha parlato del suo stile molto “libero”, come nei racconti inventati dai bambini, e delle sue fonti di ispirazione, tra cui Baldwin e David Foster Wallace. Ha inoltre descrittola sua scrittura come “un realismo che ti faccia perdere la testa e ti coinvolga”. Oltre al tema della discriminazione, ha trattato quello della dipendenza tecnologica del nostro tempo: attori, scrittori, ma anche comuni cittadini si ritrovano a interfacciarsi con milioni di persone sui social, mentre un tempo il rapporto con una tale moltitudine era prerogativa dei dittatori. Questo sconvolge la mente umana secondo Smith, snaturandola e provocando un esaurimento generale.

Il secondo intervento si è invece focalizzato sulla crisi ambientale globale e sul legame che questa ha con l’attuale pandemia. “Non è una questione di colpe ma di responsabilità”, ha sottolineato Telmo Pievani. La natura non è un agente morale e non pianifica, non agisce come una persona e per questo non possiamo parlare di una nostra colpa nei suoi confronti. Possiamo invece parlare di ingiustizia e di responsabilità verso i più poveri del pianeta e le future generazioni che subiranno le conseguenze del nostro atteggiamento nei confronti dell’ambiente. Con questo monito si conclude la prima serata di Bookcity e si preannunciano i punti cruciali su cui si dibatterà nel corso del festival.

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