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Bruno Ceccobelli. Il degrado della cultura? Ha origini ideologiche. Dal 68 a Berlusconi

Bruno Ceccobelli Bruno Ceccobelli
Bruno Ceccobelli
Bruno Ceccobelli

Secondo Ceccobelli “l’invasione degli imbecilli” teorizzata da Umberto Eco nel 2015 ha costruito una società liquida, con un pensiero debole, e una lingua degradata culturalmente e spiritualmente

Un nostro articolo pubblicato nei giorni scorsi prendeva spunto dalla lista “Power 100” dei soggetti più influenti nel mondo dell’arte nel 2020, pubblicata dalla rivista ArtReview, per proporre alcune riflessioni sulla deriva “sociologica” della creatività contemporanea. Sul tema è poi intervenuto Marco Tonelli, storico e critico d’arte, direttore artistico del museo di Palazzo Collicola a Spoleto. E ancora Andrea Bruciati, Direttore di Villa Adriana e Villa d’Este di Tivoli. Ora la parola passa all’artista Bruno Ceccobelli, che individua l’attuale crisi culturale e creativa nelle vicende politiche degli ultimi decenni…

L’evoluzione non sempre premia l’intelligenza. E fin qui già molte specie si sono estinte… per insipienza. All’inizio del XXI Secolo, invece di essere sempre più civilizzata, l’umanità ha iniziato un processo che favorisce la direzione opposta. Praticamente un istupidimento standard dell’uomo, quello che da allora in poi è stato chiamato, stupendamente, N. G. D., cioè Normale Generalmente Demenziale…

 

Damien Hirst, For the Love of God, 2007. Platino, diamanti, denti umani. 171 x 127 x 190 mm. Fotografia di Prudence Cuming Associates. © Damien Hirst and Science Ltd.

Nel film di Mike Judge “Idiocracy”, del 2006, si dimostrava tutta questa probabilistica realtà futura. Ma nello stesso tempo io non condivido la tesi iniziale del film: che vuol far ricadere il problema di questa inversione barbarica su una sovrappopolazione del proletariato, che accrescerebbe l’ignoranza e l’impoverimento morale. E per questo motivo prenderebbe il sopravvento sugli indecisi intelligenti democratici acculturati, che si estinguerebbero, per troppo politically correct o per troppo perbenismo elitario libertario e liberticida.

Al contrario, per me, tutto è partito dai movimenti studenteschi francesi del 1968. Con Herbert Marcuse che propagandava “l’Immaginazione al Potere”. Beh, presto si avverò anche questo e con esiti deliranti; in Italia negli anni Novanta si iniziò la via del mercato libero e delle privatizzazioni.

 

Herbert Marcuse
Herbert Marcuse

Ispirato da scelte politiche liberistiche, il governo Berlusconi, tra il 1994 e il 1995, con l’ausilio insperato nella “Dotta Ignoranza” (Niccolò Cusano e il suo libro del 1440 De Docta Ignorantia) ha contaminato per prima la scuola, con la riforma del ministro Francesco D’Onofrio (allievo ad Harward di Henry Kissinger… cercate di ricordare bene questo personaggio). Immettendo la famosa democrazia interdisciplinare, cioè il cambio di corso e, a perfetto completamento tecnocratico-capitalistico, inaugurando anche quel giudizio finale dell’anno scolastico… a punteggio. Debiti e crediti, lauree brevi… e infiniti corsi specialistici.

Da lì in avanti – con l’ingresso dei privati – tutti i rapporti burocratici diventarono di mercato bancario, cioè Aziende, naturalmente con fatturato da aumentare… Oltre alle scuole, furono trasformati gli ospedali, gli organi governativi, i comuni, le provincie, le regioni. E addirittura i partiti furono chiamati Ditte (vedi il Segretario Pier Luigi Bersani).

In quegli anni conobbi Don Fabio, un prete molto “speciale” che mi dette qualche committenza per la sua chiesa. Don Fabio, nella sua tormentata vita, si era fatto prete tardi, dopo aver fatto l’artista comportamentale in alcuni teatri di Amsterdam. Poi, al ritorno dall’India, dove andò a cercare i “paradisi artificiali”, negli anni Ottanta, si convertì a piazza San Pietro a Roma.

Un giorno venne a pranzo da noi, dopo il caffè, parlò con i miei gemelli Auro e Celso, ai quali domandò incuriosito: “e che farete da grandi?”. Loro, intimoriti, guardarono in alto, allora io, allegro, risposi: “Beh! speriamo che facciano gli artisti”. Don Fabio, guardando in viso mia moglie Caterina, disse: “no, non sbagliate, devono fare una carriera, i soldi, dovete mandarli alla Bocconi di Milano e poi a Oxford, lì insegnano a licenziare gli operai e a fare i top manager…”. Non scherzava, io e mia moglie ci guardammo allibiti. Mi venne buona, dentro, la battuta banale tra studenti: “non c’è più religione, e meno male, un’ora di meno”.

A quel tempo di mercato “libero” (modello angloamericano), cioè di “fantasia speculativa”, più che l’immaginazione, nel DNA della società civile entrava un partito, si chiamava Casa delle Libertà; cioè liberi tutti… Industrie statali passarono in mano ai privati, e la finanza fu esaltata come “Creativa”.

 

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

Insomma, il modello “tangenti” trionfava, nonostante l’uccisione di Falcone e Borsellino… Gli industriali chiedevano sempre più soldi allo Stato per investire, poi licenziavano e delocalizzavano. Non reinvestivano nell’ammodernamento e portavano amministrazioni e fatturati all’estero. Emettevano false fatture, corrompevano giudici, ridistribuivano utili, e facevano crollare ponti dighe e strade, migliaia di edifici pubblici iniziati e mai finiti per mazzette e costi gonfiati. Con la complicità dei cani da guardia e dei giullari di corte.

È “l’invasione degli imbecilli”, diceva Umberto Eco nel 2015. Eh sì, perché abbiamo costruito una società liquida, con un pensiero debole, transavanguardista sessualmente e finanziariamente. Con una lingua degradata culturalmente e spiritualmente ereditata da contaminazioni globali, con il contorno anche di una società fumata, psichedelica. Abitata da nativi internauti stanchi e sconfortati dagli antidepressivi; il risultato: una maionese impazzita.

 

Umberto Eco
Umberto Eco

Piano piano, la “vertigine pubblica” statale (vedi i subprime) ha superato la “vertigine creativa” artistica ormai sbiadita da furbizie estetiche. Espressione dell’arte propria di una società post-capitalistica fantascientifica, randagia, rizomatica e patologica. L’arte ha seguito l’orizzonte degli eventi in una dittatura del kitsch e del trash, in una società inospitale e ignota a se stessa.

In tutto questo non potevano che “prosperare” artisti fin troppo ludici e commensali autoreferenziali, inferiori di immaginazione ai “veri artisti” della burocrazia. Sto parlando dei creatori del bitcoin, del denaro elettronico e del denaro biotech tatuato, del riciclo del denaro sporco, per esempio con aste foraggiate da mercanti avidi. Un film preveggente, “Idiocracy”, per me importante rivelatore di una cosa che pensavo da molto tempo. Ora quel futuro si è inverato… ora già siamo nel “Trionfo della stupidità” (come, nel 2018, il francese Armand Ferrachi titola il suo libro) felici, nel Regno della IDIOCRAZIA.

Jeff Koons, Balloon Dog
Jeff Koons, Balloon Dog

Ah, scordavo di dirvi che nel suddetto film, il ruolo dell’artista viene interpretato da una donna di colore, prostituta. E l’eroe del film, nel quale io mi identifico, è un uomo medio. Dal nome “Non Sicuro”.

Bruno Ceccobelli

http://www.brunoceccobelli.com/

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