Rai e Sky trasmettono due documentari recenti per tratteggiare la figura di un grande regista, Bernardo Bertolucci (1941–2018), in occasione degli ottant’anni dalla nascita. Martedì 16 marzo, alle 12.30, va in onda su Rai Storia Costellazione Bertolucci, di Sandro Dionisio; alle 19.15 su Sky Arte, è la volta di Bernardo Bertolucci: No end Travelling (2019), di Mario Sesti.
L’intervista dell’autore e regista Dionisio a Bertolucci risale al 2016 e fu registrata nella casa del grande regista. Bertolucci apre il documentario di Rai Storia citando le parole di Pier Paolo Pasolini che parla di lui: “Io sono sempre stato portato avanti da passione e ideologia, diceva Pier Paolo. Ecco, io direi istinto e ideologia”. Partendo da qui, si dipanano le testimonianze di quanti hanno avuto l’occasione di conoscerlo e di lavorare con lui. Come Roberto Perpignani, storico montatore di Bertolucci e docente di cinema, e il regista napoletano Mario Martone. I ricordi si intrecciano a materiali d’archivio in cui il regista racconta la sua esigenza di cinema e di fare film.
Nel documentario di Sky, un Bertolucci alla vigilia delle riprese de L’ultimo tango a Parigi, con Marlon Brando, racconta l’incontro casuale con Gillo Pontecorvo. Quest’ultimo aveva girato Queimada con Brando e in un modo inquietante mette in guardia il collega dal cattivo carattere dell’attore: Gli ultimi tempi giravo con una pistola in tasca sperando che Marlon mi desse motivo di ucciderlo”. Nel racconto di Mario Sesti su Bertolucci, si parla di capolavori della cinematografia, fra i quali Il conformista, The Dreamers, Io ballo da sola, Il tè nel deserto, Piccolo Buddha. E poi dell’amicizia del grande regista scomparso con importanti figure intellettuali: Pasolini, Alberto Moravia, Elsa Morante.