Dilemmi esistenziali in Ma nuit, che la Boulat presenta nella sezione Orizzonti Extra alla Mostra del cinema di Venezia
Due drammi si intersecano sullo sfondo notturno di una Parigi fredda e anonima. Il dramma adolescenziale di ricerca della libertà, principalmente nei confronti della figura centrale della madre. E un dramma umano, di ricerca di connessione con il prossimo, di autenticità dei rapporti. È questa la struttura di Ma nuit, pellicola della regista francese Antoinette Boulat presentata nella sezione Orizzonti Extra alla Mostra del cinema di Venezia. La vicenda è quella di Marion, ragazza di diciotto anni che da quando è morta sua sorella è piena di dolore, ma al contempo sente un profondo bisogno di libertà. Il giorno dell’anniversario della morte della sorella esce per un “viaggio” per le strade di Parigi, una notte animata da incontri con giovani che non riescono più a stabilire un legame.
Nello sviluppo emerge un forte senso di solitudine, con i contrasti della ragazza che nonostante sia spesso sulla difensiva, cerca la connessione con l’altro. Ci riesce con Alex, un giovane come lei alla ricerca della verità, che l’accompagna alla scoperta delle proprie paure. “La libertà è la risposta alla paura”, dice lui. La risposta all’odierna apocalisse è la rieducazione sentimentale. Interessante il gioco delle musiche innescato dalla regista, che quando Marion vaga con la mente, si perde nei suoi pensieri, riporta lo spettatore alla realtà, in una dinamica sincopata. I personaggi si muovono in un mondo fluido, dove vagare non è mai sinonimo di vagabondare. Ed errare non significa per forza sbagliare…