Il Tribunale di Parigi rigetta le richieste di Daniel Druet, collaboratore di Cattelan, di essere considerato “autore unico” delle opere dell’italiano
“Le opere sono state presentate sempre sotto il nome di Cattelan. Solo lui si occupava del loro allestimento“. Compito che Druet “non era in grado di svolgere“. Con queste parole il Tribunale di Parigi ha messo la parola fine a una querelle che negli ultimi mesi ha tenuto banco nel mondo dell’arte. Chi è l’autore di un’opera d’arte? L’artista che lo concepisce o l’artigiano che lo realizza? La vicenda era nata dalla richiesta di Daniel Druet di essere considerato “autore unico” di otto sculture da lui realizzate per conto di Maurizio Cattelan. Sculture in cera, resina poliestere e fibra di vetro, commissionategli tra il 1999 e il 2006. Per le quali aveva chiesto un risarcimento di 6 milioni di euro.
I tre giudici lo hanno invece ritenuto un subappaltatore, che agiva nell’adempimento di una commissione. E l’artista è da ritenersi l’unico ideatore e quindi il proprietario dell’opera. Nato nel 1941, Druet è un artista noto per le sue sculture in cera. Per per dieci anni è stato lo scultore ufficiale del Musée Grévin di Parigi, per cui ha realizzato, ad esempio, le statue di Marcel Duchamp, Picasso o Marguerite Yourcenar. Nel 1999 ha avviato una collaborazione con Cattelan, per cui ha realizzato, tra l’altro, l’effige del papa Giovanni Paolo II (La nona ora) e Him, la famosa scultura di Hitler in ginocchio, rivolto in preghiera come nell’atto di chiedere perdono. Nel 2016 quest’ultima è stata battuta all’asta a New York per oltre 17 milioni di dollari.
I rapporti tra Druet e Cattelan divennero tesi quando il francese aumentò sensibilmente i costi per il suo lavoro. E l’italiano incaricò altri artigiani di realizzare le sue opere, tra cui una nuova versione de La Nona Ora. Nella sua denuncia, Druet affermava di aver ricevuto solo “vaghe indicazioni” da Cattelan, e di essere libero di dare il suo tocco alle opere. Ma i giudici hanno invece verificato che egli aveva ricevuto indicazioni precise sull’aspetto e sulle misure delle opere, a volte precise al millimetro. “La fabbricazione dell’opera è secondaria rispetto al concepimento“, aveva affermato l’avvocato di Cattelan, Eric Andrieu. Ed i giudici gli hanno dato ragione.