Corto Maltese e la poetica dello straniero, Esplorazioni sull’opera di Hugo Pratt, in libreria una nuova edizione aggiornata del libro di Stefano Cristante
Basterebbe la biografia di Hugo Pratt (1927-1995) per raccontare, senza troppe spiegazioni, i confini della sua poetica, confini che strabordano da quelli precostituiti – geografici, ma non solo. Il fumetto con lui si fa, scopertamente, letteratura, senza spazio per equivoci e snobismi culturali. Stefano Cristante in Corto Maltese e la poetica dello straniero (Mimesis) esplora la produzione del fumettista, tecnicamente riminese, ma praticamente africano, veneziano, argentino, e altro ancora, uno dei più importanti autori italiani del fumetto del Novecento, letto e amato in tutto il mondo.
Hugo Pratt (al secolo Ugo Eugenio Pratt) da ragazzo legge i romanzi James Oliver Curwood, Zane Grey, Kenneth Roberts e Joseph Conrad, i fumetti di Lyman Young (Cino e Franco), Will Eisner (The Spirit) e soprattutto dello statunitense Milton Caniff (Terry e i pirati), sono letture formative che lo accompagnano nelle peregrinazioni della sua famiglia. A Venezia poi, con Mario Faustinelli e Alberto Ongaro, fonda Albo Uragano (che dal 1947 diventa Asso di Picche – Comics, dal nome del suo personaggio di punta). Ma la vita editoriale della rivista si scontra con la voglia di Pratt di imbarcarsi e scoprire il modo. Disegna tavole ispirate, parte per mesi, ritorna e si rimette al lavoro, prima di imbarcarsi nuovamente sulla prossima nave. Dalle sue peregrinazioni giovanili, che lo portano fino in Argentina – chiamato a Buenos Aires da Editorial Abril di Cesare Vita in seguito al successo della rivista Asso di Picche – nascono personaggi anomali, diversi dai classici eroi da fumetto, intrisi di inquietudine e ombre, con lo sguardo rivolto sempre verso un orizzonte altro, aperti al cambiamento, pronti all’avventura.
I personaggi realizzati da Pratt con l’aiuto di Alberto Ongaro e Héctor Oesterheld fanno – involontariamente – da apripista a quello che sarà poi il suo personaggio più famoso, Corto Maltese. Chi meglio di un marinaio per raccontare l’amore per il viaggio e la scoperta? Lo straniero in terre straniere per antonomasia. Come ha scritto Anna Maria Ortese: “L’inquietudine è questo: ricercare, senza tregua, il nome che avevi”.
Corto Maltese e la poetica dello straniero racconta l’identità “straniera” dei personaggi di Pratt esplorando la produzione del fumettista, in un viaggio che si sviluppa attraverso quattro capitoli: L’atelier carismatico di Hugo Pratt. Esplorazione sociologica di uno straniero a fumetti; Poetiche dello straniero: El Muerto, Sgt. Kirk, Luca Zane, Simon Girty, Corto Maltese; La stranezza dello straniero: implicazioni teoriche di Corto Maltese; Corto senza Pratt: nuovi sorprendenti inizi della poetica dello straniero per un classico del Novecento. Nel libro Cristante analizza queste tematiche ripercorrendo le opere del fumettista, analizzandone soggetti, storie, carattere e tavole, per scavare nella complessità di queste narrazioni stratificate. “L’anelito libertario delle idee anarchiche – scrive l’autore – costituisce la forma placentare della filosofia di Corto Maltese, su cui però si costruisce una personalità più complessa, guidata dallo spirito di intrapresa e, progressivamente, da interessi intellettuali rivolti allo gnosticismo e all’esoterismo. Anche in questo caso siamo in presenza di ‘convergenze parallele’ tra Corto e i grandi esuli”.
Non solo Corto Maltese, ma anche i personaggi “minori” di Pratt, in cui rivive lo stesso spirito (quello del loro autore), sono uomini liberi, senza padroni, apolidi, senza patria, cittadini del mondo in un mondo non ancora globalizzato, ribelli verso l’autorità, con un passato messo a tacere, esistono solo nel presente e proiettati nel futuro del prossimo viaggio, in una realtà geografica diversa rispetto a quella in cui si manifestano di volta in volta. Scrive Cristante: “Corto Maltese si muove felpato tra questi confini ideologici: partecipa (a volte con grande intensità) ma non si identifica. Vive il proprio sradicamento come un’occasione per attraversare più mondi, nei quali la propria estraneità soggettiva si tramonta in umanità e in realtà avventurosa”. Dai mari del Sud all’Argentina, dall’Africa a Venezia, Corto Maltese ripercorre i passi del suo autore, è un alter ego che ne incarna l’inquietudine e il senso di non-appartenenza, la libertà completa di uomo immerso nella contemporaneità di un mondo in cui le identità “diverse” sono quelle più a rischio.
Stefano Cristante (1961) insegna Sociologia della comunicazione all’Università del Salento, dove ha fondato l’Osservatorio di Comunicazione Politica. Ha scritto, tra gli altri: Potere e comunicazione (1999- 2004), Azzardo e conflitto (2001), Media Philosophy (2005), Comunicazione (è) politica (2009), Prima dei mass media (2011). Dirige la rivista on line “H-ermes. Journal of Communication”.