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QUORUM. Un festival di Quadriennale sull’arte contemporanea

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Al Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano La Quadriennale di Roma presenta Quorum, un festival per fare il punto sull’arte italiana contemporanea e i suoi rapporti con le istituzioni estere

È negli ambienti fortemente evocativi del Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano che da venerdì 9 a domenica 11 giugno 2023 si anima QUORUM. Un festival di arte contemporanea promosso dalla Quadriennale di Roma in collaborazione con Treccani e con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale | Camera di Commercio di Roma.

“Siamo davvero lieti di partecipare alla realizzazione di questo festival – ha commentato Stéphane Verger, direttore del MNR – il rapporto tra antico e contemporaneo è da sempre alla base della trasmissione intellettuale e artistica e qui da noi è rappresentato anche dalla mostra in corso L’istante e l’eternità. Tra noi e gli antichi”.

Dopo l’acceso dibattito scatenatosi online sul sistema dell’arte, a partire dal corsivo di Achille Bonito Oliva su Robinson di Repubblica, prende concretamente forma una tre giorni istituzionale, aperta al pubblico, per fare il punto sulle dinamiche artistiche italiane con uno spazio anche per voci esterne.

“Abbiamo anche iniziato a collaborare all’estero con una serie di azioni che stanno diventando la base per un rapporto organico con il Ministero degli Esteri e con le istituzioni straniere presenti in Italia – ha dichiarato Umberto Croppi, presidente della Quadriennale di Roma, ricordando la mostra prodotta a Kassel su Roberto Cuoghi e l’attuale impegno nella realizzazione di una personale di Giuseppe Stampone a Bogotà. “Siamo stati partener del Padiglione italiano in Corea e abbiamo in programma tre mostre in Cina: si tratta di iniziative sperimentali nodali e preziose per dare alla Fondazione un respiro internazionale”.

Entro quattro Aule delle Terme si susseguono senza sosta dibattiti, talk, panel, workshop, progetti espositivi – conclusi ogni giorno da performance e dj set – perché “è necessario – nelle parole di Gianmaria Tosatti, Direttore Artistico della Quadriennale – cominciare a individuare insieme quali siano i problemi. E avere più prospettive ci aiuterà a capire come risolverli. Ho trovato qualche resistenza da parte della stampa, ma è un lavoro che stiamo svolgendo con passione e sono convinto che la cosa più complicata è trovare il coraggio di fare i primi passi. Fino a qualche anno fa la Quadriennale era considerata quasi esclusivamenteper la mostra: ora stiamo posizionando la nostra istituzione all’interno del sistema culturale e questo festival è un modo per presentarci, per accreditarci ai tavoli giocando a carte scoperte”.

 

Le iniziative

Affidati alla moderazione di Tosatti sono dieci i talk in programma, ai quali sono stati invitati artisti, curatori, docenti universitari, filosofi, esponenti delle istituzioni, direttori e curatori di musei italiani e internazionali rappresentanti di spazi no-profit. Tra questi Nicola Trezzi, direttore e curatore del Center for Contemporary Art di Tel Aviv – Yafo, Daphne Vitali, curatrice Museo nazionale d’arte contemporanea di Atene, Virginia Sommadossi, direttrice creativa Centrale Fies, Massimo Bray, direttore generale Treccani, Francesca Guerisoli, direttrice artistica Museo d’arte contemporanea di Lissone, Lorenzo Balbi, direttore artistico del MAMbo, Alessandro Giuli, presidente della Fondazione MAXXI, Angela Tecce, presidente Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee – Museo Madre, Federico Mollicone, presidente Commissione Cultura della Camera.

Oltre ai dibattiti, i cui frutti verranno restituiti al pubblico a fine giornata, viene lanciato con il festival Quorum un nuovo database dell’Archivio Biblioteca della Quadriennale, che consentirà per la prima volta di navigare entro il ricchissimo patrimonio di articoli anche cartacei digitalizzati, documenti e materiali sull’arte italiana del XX e del XXI secolo.

Due momenti di confronto tecnico fra artisti e spazi no-profit sulle ricerche in atto e le possibilità di nuovi percorsi di produzionesaranno affiancati da una sessione di disegno aperta a tutti nell’ambito della Scuola di Santa Rosa, condotta dai suoi fondatori, gli artisti Luigi Presicce e Francesco Lauretta.

E mentre Treccani lancia il volume Annuario d’arte italiana 2022, innovativo strumento di monitoraggio sulla produzione critica italiana nel 2022, sabato 10 giugno l’aula X ospita la proiezione del cortometraggio Quella canzone sei tu (2023, 19’38’’) realizzato da alcuni studenti del liceo classico Goffredo Mameli, nell’ambito del contest Archivio del Futuro, promosso da Quadriennale, ideato e realizzato dallo Studio Merlini Storti per sensibilizzare i giovani sull’importanza dello strumento d’archivio e sulla conservazione della memoria.

La mostra

Per la tre giorni di Quorum inoltre, nell’Aula XI, attorno al grande mosaico del II secolo d. C. raffigurante la vittoria di Ercole nella lotta con Acheloo, sarà fruibile, con accesso gratuito, la mostra a cura della Direzione artistica della Quadriennale, Dopodomani, dal titolo di una poesia di Pessoa, con otto artisti scelti tra quelli coinvolti nell’ultimo anno di attività.

“L’antichità non è una cosa passata. OgniPaese ha la sua ricchezza: il patrimonio italiano è quello di avere una storia che possiamo toccare.Le terme che ospitano questa mostra e questo Festival erano luogo di bagni, ma anche di confronto, dove si conversava, si condividevano delle idee.Ci interessa continuare su questa linea” ha chiarito Gianmaria Tosatti illustrando le opere esposte.

Tra la stella mega-pop di Gabriella Siciliano, il Post-Human di Irene Fenara, la video arte di Daniele di Girolamo, le installazioni di Stefano Canto, Lucas Memmola, Lucia Cristiani, Federica Francesconi e Giuseppe Di Liberto, si percepisce qualcosa di sussurrato e condiviso.

C’è un’opera, fra le altre, che sembra raccogliere gli umori di tutti gli altri artisti: è quella processuale di Stefano Canto. Su una lastra scura un cumulo di cemento in polvere è sormontato da due grandi lastre di ghiaccio, destinate a sciogliersi, trasformando così la composizione. “Ricorda il monolito di giaccio che per protesta Stefano Cagol presentò durante la settimana di apertura della Biennale di Venezia nel 2013, per porre l’accento sul grave destino del pianeta – ha commentato la direttrice Ufficio Stampa Maria Bonmassar –  o anche  Il tempo del Pacifico – Il Tempo che Fugge, l’installazione proposta dal Padiglione Kiribati alla 58° Biennale nel 2019, che ragionava sui cambianti climatici e l’innalzamento dell’oceano che rischia di far scomparire l’intera isola con i suoi trentatré atolli paradisiaci”.

L’intento di Quadriennale è quello di coinvolgere estetiche eterogenee: “questo iter coinvolge giovani artisti con poetiche anche molto differenti fra loro, ma c’è un sentimento comune ed è quello della preoccupazione per il futuro, incontro al quale essi si fanno dubbiosi, muovendosi come da ipovedenti” ha aggiunto Tosatti, sottolineando la delicatezza della tematica scelta. “Ciò che si sta perdendo anche a livello curatoriale e che noi vorremmo recuperare, è la capacità di trovare un trait d’union, un filo conduttore fra le arti del presente. Non significa scrivere un manifesto programmatico come quello dei futuristi, ma individuare sensibilità tangenti e aderenze in un orizzonte comune, che è quello nel quale tutti ci muoviamo. Quando si fa indagine su una generazione ciò che conta non è la schiuma dell’onda, ma la corrente, tasselli che si articolano come un puzzle. Se pensiamo all’arte povera tutti vediamo l’abisso correva tra Kounellis, Merz, Paolini e Pistoletto, eppure esisteva un senso che li univa: oggi dobbiamo scovare questa percezione sottopelle.Siamo circondati da individualità, ma non è il singolo che fa la rivoluzione”.

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