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L’Emergenza Climatica nell’arte

L'isola di Rodi in fiamme L'isola di Rodi in fiamme
L'isola di Rodi in fiamme
L’isola di Rodi in fiamme

Bruno Ceccobelli propone la sua visione spirituale sulle dinamiche delle avanguardie del novecento, esplosive ma passeggere come eventi climatici

Sono i tempi roventi in cui l’umanità anela alla sua catastrofe, e Dio non voglia! Certo, era meglio morire da piccoli, oppure, con un po’ di fortuna, da geni, sui trentacinque anni. Comunque, per un fesso come me, che ha superato l’orizzonte degli eventi, valgono solo le menzogne oneste… o i fantasmi di verità. Che ore sono? È notte fonda nell’Arte Moderna e Contemporanea, non si distingue più nulla, eventi estremi, troppi prodotti per stupire, niente opere d’arte che c’illuminano. Intendiamoci, chiamo “Arte” quell’immagine o evento che, nell’impressionare, ci apporti anche una sua epifania. Insomma, un’opera di fronte alla quale una persona si perda, cambi e vibri. Credo nell’Arte Ieratica; viva Andrej Rublëv!

 

Un'icona di Andrej Rublëv
Un’icona di Andrej Rublëv

Chiedo i miracoli alle Icone antiche e moderne…? Sì! E per creare ancora occorre una variabilità climatica, per esempio credo nella critica fresca, mi sento un Ricostruttivista Climatico. Ma non della transizione verde al nucleare, climatico nel senso di praticare un’atmosfera culturale storica temperata… Un secolo, quello passato, con molti illustri pensatori rivoluzionari a cui fecero seguito le loro mezze rivoluzioni, che a poco a poco tutte divennero solo oppressioni.

Ideologie utopiche

Le Avanguardie artistiche del secolo scorso si sono fidate delle ideologie utopiche del Novecento, tutte fallite già in partenza, tante rivoluzioni per nulla! L’Astrattismo sensibile alla musicalità segnica e alla coloristica squillante ha creduto alla mistica Teosofica che di certo anticipò la New Age. Ma nel tempo la saggezza orientale di quei Maestri indiani che erano stati i diretti ispiratori non tenne e non fu più così integra. Il Futurismo, con l’idea della “velocità” delle macchine e lo spazio esplosivo delle guerre, “igiene del mondo”, fu il movimento artistico prodromico al Fascismo…

Il Cubismo, con gli sguardi multipli e le sue prospettive virtuali 3D a 360°, prendeva spunto dall’avanguardia tecnica della nascente industria del Cinema. Il Raggismo e i Costruttivisti erano ingenuamente speranzosi nel sol dell’avvenire del Socialismo Ortodosso. Il Dada dava invece “voce” all’idea anarchica della vita come provocazione continua, istituzionalizzando il bohémien come normale professionista. A ogni buon conto solo nei circoli ristretti dell’élite degli intellettuali borghesi, e così fece più tardi il movimento Fluxus a livello internazionale. I Surrealisti erano comunisti annoiati, stufi delle lotte proletarie, si rifugiavano nell’intimo del sogno e delle droghe.

Arte calda e arte fredda

Il Realismo Socialista fu portato avanti dai Sovietici e dai Nazisti. L’informale dalla parte calda dell’arte e il Minimalismo Geometrico e l’Opictal Art dalla parte fredda nacquero dal ripudio delle guerre e delle ideologie. Per un’arte pura senza rappresentazioni o contaminazioni, e così, più tardi, si dichiarò anche l’Arte Concettuale (pragmaticamente celebrale). Tutte queste tendenze diedero la stura al gusto seriale di un prodotto ben confezionato e al formalismo del design. Le performances della Narrative Art e del Living Theatre, o quelle dei cerimoniali del Teatro delle Orge e dei Misteri, e ancora le installazioni della Land Art, finirono per essere finto paganesimo caramellato.

 

Una performance di Hermann Nitsch
Una performance di Hermann Nitsch

La Pop Art e l’Iperrealismo risultarono essere operazioni di tautologia, e in altri casi più fortunati di ironia verso la pubblicità paranoica… Comunque con un risultato artistico terra terra, inutile. L’Arte Povera fu interessante perché portava sulla scena l’energia dei materiali semplici con la metafisica dei suoi tableau vivant; meno interessanti però le sue mastodontiche celebrazioni museali. La Trans-avanguardia in Italia con la nuova figurazione in Germania e in Francia chiudono il ciclo avanguardistico del Secolo Breve con i loro manifesti poetici, chiassosi proclami avversati gli uni dagli altri.

Meraviglia e grazia

Avanguardie suddite borghesi, come squadre di soldatini, si sfidavano per quel nuovo nuovo, sempre più nuovo. Per loro l’arte fu per lo più movimentata come mera pubblicità di una ridondante estetica rimescolata a seconda delle stagioni calde o fredde… mode traghettate da Caronte. Questi tuoni e fulmini, questa grandinata esagerata che rompe tetti e vetri e butta giù alberi secolari, non sono la constatazione acrimoniosa o livorosa di un nichilista celibe… Al contrario, e stato il ventesimo secolo ad essere dominato da avvenimenti nichilisti, turbinosi, violenti. All’arte di quel secolo, caratterizzata da un formalismo estetizzante pieno di provocazioni a buon mercato, voglio contrapporre un’arte del profondo, della meraviglia e della grazia, un’arte misteriosa che tutti gli artisti più “umani”, nei secoli precedenti, hanno saputo regalarci.

Adesso mi direte: “Ti sei ben bene sfogato, che ci proponi?”. “Specchio servo delle mie Brame”, eccoti la mia ammirazione sconfinata per la Metafisica dei fratelli De Chirico, per Enrico Prampolini, Mario Sironi, Virgilio Guidi, Paul Klee, Max Ernst, René Magritte… E per scultori come Medardo Rosso, Umberto Boccioni, Marino Marini, Alberto Viani, Giacomo Manzù, Henry Moore… Contro il “tanto tutto è arte” e congratulazioni all’alienazione bulimica del consumatore voyer materialista!.

 

Un'opera di Alberto Savinio
Un’opera di Alberto Savinio

Buchi nell’ozono dell’arte

Tifoni tifosi e buriane burine hanno inondato musei e fiere con una moltitudine di oggetti dalle parvenze estetizzanti… Scene d’arte fraintesa, cioè zingarate intese soprattutto come forma ludica per un coinvolgimento facile di masse sciocche, ma facili alle scottature paganti. Le avanguardie per me sono state delle falle, trombe d’aria, inguaribili buchi nell’ozono dell’arte, hanno funzionato solo per effetto serra di una distorsione di memoria atea.

 

Concetto spaziale di Lucio Fontana
Concetto spaziale di Lucio Fontana

La loro “realtà” materialista si intrecciò male con il glorioso passato simbolico spirituale della tradizione “classica” della Storia dell’Arte, instaurando un climax dicotomico tra estetica e etica. Oggi, tempestati da cambiamenti climatici e virus in libera uscita artefatti, apriamo un ombrello. Allora ognuno, prima della prossima saga mediatica “Ai confini della realtà”, può – volendo – agitare, fare un pensiero, un gesto semplice, formulare uno stop al cambiamento “climatico”… Iberniamo il giudizio sulle Avanguardie!

Vi invito ad uscire da quella ipnosi regressiva della nostra società dello spettacolo, del consumo e delle sue fake news. Poiché tutto è un inquinamento di anidride carbonica, un gas distruttivo inodore e invisibile che in arte soprattutto ha inaridito lo spirito poetico, creando cretti.

 

Un cretto di Alberto Burri
Un cretto di Alberto Burri

Aiutatemi, troppo accalorato da tutte queste bombe meteorologiche, ho sognato l’Arte del Novecento, con idee prima arrostite e poi congelate, con sequenze forse plausibili o probabili… Sono complottista, vivo nel multiverso, o… quale la mia vera identità?

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