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Le 20 grandi mostre dell’autunno 2023 a Parigi: da Rothko a Modigliani, da Sophie Calle a Van Gogh e Gormley

Mark Rothko, Light Cloud, Dark Cloud, (detail) 1957. Collection of the Modern Art Museum Fort Worth, Museum purchase, The Benjamin J. Tillar Memorial Trust © 1998 Kate Rothko Prizel & Christopher Rothko - Adagp, Paris, 2023
Mark Rothko, Light Cloud, Dark Cloud, 1957. Collection of the Modern Art Museum Fort Worth, Museum purchase, The Benjamin J. Tillar Memorial Trust © 1998 Kate Rothko Prizel & Christopher Rothko – Adagp, Paris, 2023

Nei musei di Parigi si apre una nuova stagione di grandi mostre, dall’attesissima retrospettiva con 115 opere di Marc Rothko alla Fondation Vuitton a quella dedicata a Mike Kelly alla Bourse de Commerce, dalle personali di Sophie Calle al Musèe Picasso e Dana Schutz al Musée d’Art Moderne fino da Peter Doig e Amedeo Modigliani al Musée de L’Orangerie, passando per Anthony Gormley al Musée Rodin e gli ultimi dipinti di Van Gogh in mostra al Musée d’Orsay, fino a Berthe Morisot al Musée Marmottan Monet, ai finalisti del Prix Marcel Duchamp al Centre Pompidou e a molti altri artisti protagonisti di altrettanti eventi espostivi.

Prosegue la ricognizione di ArtsLife dedicata alle maggiori mostre che apriranno nei prossimi mesi in alcuni dei maggiori musei europei: dopo le mostre da vedere a Londra (potete trovarle qui), vi portiamo nella Ville Lumiere, a scoprire che cosa ci sarà da vedere nei musei della metropoli nei giorni che la vedranno perno del sistema dell’arte mondiale nei giorni Paris+ par Art Basel, dal 19 al 22 ottobre 2023 (qui le nostre anticipazioni più recenti). Le mostre sono segnale in ordine cronologico secondo la loro data di inaugurazione.

“Corps à corps. Histoire(s) de la photographie” al Centre Pompidou
(dal 6 settembre 2023 al 24 marzo 2024)

«Accostando più di 500 fotografie e documenti di circa 120 fotografi storici e contemporanei, “Corps à corps” offre uno sguardo originale sulle rappresentazioni fotografiche del genere umano nel XX e XXI secolo. Il percorso espositivo, infatti, riunisce due collezioni eccezionali: la collezione pubblica del Musée national d’art moderne, Centre Pompidou, e la collezione privata del collezionista di film Marin Karmitz.

La mostra va oltre le tradizionali categorie di studio, come “il ritratto”, “l’autoritratto”, “il nudo” e la fotografia “umanista”. Rivela le particolarità e i modi di vedere “fotografici” e rivela le connessioni tra gli artisti. […]
Le immagini in mostra sollevano anche domande sulla responsabilità del fotografo: in che modo la fotografia contribuisce alla creazione e alla visibilità delle identità? Come racconta l’individualità e le relazioni con gli altri?» ha anticipato il museo.

“Trésors en noir et blanc. Dürer, Rembrandt, Goya, Toulouse-Lautrec” al Petit Palais
(dal 12 settembre al 14 gennaio 2024)

Attraverso le quasi 200 stampe in mostra il Petit Palais presenta «la sua ricca collezione di arti grafiche con un’ampia selezione di lavori di grandi maestri della stampa, come – tra gli altri – Dürer, Rembrandt, Callot, Goya, Toulouse-Lautrec.
Le incisioni occupano un posto di rilievo all’interno della collezione del Petit Palais e riflettono il gusto dei suoi illustri donatori, i fratelli Auguste ed Eugène Dutuit, e del curatore Henry Lapauze, all’origine del Musée de l’Estampe moderne, creato nel 1908 all’interno del Petit Palais. Ripercorrendo la storia delle collezioni, questa mostra permette ai visitatori di avere una visione unica dell’incisione dal XV al XX secolo, attraverso una selezione dei suoi più grandi tesori», ha anticipato il museo.

Albrecht Dürer, Adam et Eve. Courtesy Petit Palais, Parigi

Nicolas de Staël al MAM Musée d’Art Moderne de Paris
(dal 15 settembre al 21 gennaio 2024)

Il Musée d’Art Moderne di Parigi dedica una storica retrospettiva a Nicolas de Staël (1914-1955), che «riunisce una selezione di circa 200 dipinti, disegni, stampe e quaderni di schizzi provenienti da numerose collezioni pubbliche e private in Europa e negli Stati Uniti. Accanto a capolavori emblematici come Parc des Princes, presenta un gruppo significativo di opere che sono state esposte raramente, se non mai, tra cui una cinquantina esposte per la prima volta in un museo francese», ha anticipato l’istituzione.

Con questa mostra – ha proseguito – il museo riporta l’attenzione su una «figura chiave della scena artistica francese del dopoguerra. A vent’anni di distanza da quella organizzata dal Centre Pompidou nel 2003, l’esposizione ripropone l’opera dell’artista, basandosi su mostre tematiche più recenti che hanno messo in luce alcuni aspetti poco noti della sua carriera (Antibes nel 2014, Le Havre nel 2014, Aix-en-Provence nel 2018)».

Nicolas de Staël, Agrigente, 1954, Oil on Canvas. Collection privée. Courtesy Applicat-Prazan, Paris @ ADAGP, Paris, 2023. Photo Annik Wetter

“Amedeo Modigliani. Un peintre et son marchand” al Musée de l’Orangerie
(dal 20 settembre 2023 al 15 gennaio 2024)

«A quasi un secolo dall’incontro tra Amedeo Modigliani e Paul Guillaume, avvenuto nel 1914, questa mostra al Musée del l’Orangerie ripercorre uno dei momenti più emblematici della vita dei due uomini, quando Giullame divenne divenne il mercante delle opere dell’artista. L’obiettivo della mostra è esplorare come i legami tra le due figure possano gettare luce sulla carriera di Modigliani.
Attraverso una selezione di opere emblematiche, infatti, vengono evidenziati i legami tra il pittore e il suo mercante nel contesto artistico e letterario parigino degli anni Dieci, nonché il ruolo di Paul Guillaume nella diffusione dell’opera di Modigliani sul mercato dell’arte in Francia e negli Stati Uniti negli anni Venti».

Amedeo Modigliani (1884-1920), Elvire assise, accoudée à une table (détail), 1919, huile sur toile, 92,7 × 60,5 cm, Saint Louis (Missouri), Saint Louis Art Museum Image Courtesy of the Saint Louis Art Museum

“Lee Lozano. Strike” alla Bourse de Commerce, Collezione Pinault
(dal 20 settembre 2023 al 22 gennaio 2024)

«Dopo il debutto alla Pinacoteca Agnelli di Torino, “Strike”, una mostra dedicata all’artista Lee Lozano (1930-1999), è ora esposta alla Bourse de Commerce di Parigi, riunendo tredici opere emblematiche della Collezione Pinault. Ideata da Sarah Cosulich e Lucrezia Calabrò Visconti (avevano raccontato ad ArtsLife la mostra di Torino nell’intervista che potete trovare qui, ndr), in collaborazione con la Collezione Pinault, è la prima volta che l’opera dell’artista viene esposta in un’istituzione francese e fa seguito alla stagione “American Mythologies”, che ha visto una serie di mostre personali di artisti come Mike Kelley, Mira Schor e Serpas, tutti caratterizzati da controculture e rifiuto delle regole», ha spiegato l’istituzione.
«La mostra “Strike” – ha proseguito – riunisce un’ampia selezione di opere di Lee Lozano, che abbraccia la sua breve ma estremamente prolifica carriera dal 1960 al 1972. Formatasi come pittrice a Chicago, Lozano si trasferì a New York all’inizio della sua carriera e trovò rapidamente fama nella scena artistica degli anni Sessanta, dove produsse un corpo di opere proteiformi che si distinguevano per la loro originalità. Lozano si confronta con un ambiente artistico dominato dalla Pop Art, dal Minimalismo e dall’Arte Concettuale, soprattutto attraverso la pittura. Partecipa al contesto artistico e sociale dell’epoca mantenendo un atteggiamento radicale e opponendosi a tutte le forme di classificazione e di potere sistemico».

Lo stesso giorno alla Bourse de Commerce inaugurano altri due percorsi espositivi: “Ser Serpas. I fear (J’ai peur)” (fino al 22 gennaio 2024) e “Mira Schor. Moon Room (fino al 4 aprile 2024).
Lee Lozano, No Title, circa 1962-1963. Courtesy Pinault Collection
“Van Gogh à Auvers-sur-Oise. Les derniers mois” al Musée d’Orsay
(dal 3 ottobre 2023 al 4 febbraio 2024)
La mostra in corso per la prima volta al Van Gogh Museum di Amsterdam fino al 3 settembre 2023, il cui è «dedicata alle opere realizzate da Vincent van Gogh negli ultimi due mesi della sua vita a Auvers-sur-Oise, vicino a Parigi, in cui l’artista, più prolifico che mai, riversò tutte le sue ultime energie nella sua arte. La mostra è il punto di arrivo di anni di ricerche
di ricerca su questa fase cruciale della vita dell’artista», ha spiegato il museo.
«Nessuna mostra è stata ancora dedicata esclusivamente a questo ultimo periodo della sua carriera, anche se ad Auvers l’artista ha realizzato 73 dipinti e 33 disegni, tra cui capolavori iconici come Le Docteur Paul Gachet, L’église d’Auvers-sur-Oise e Champ de blé aux corbeaux.
La mostra farà luce su questo periodo prolifico, con circa cinquanta dipinti e venti disegni. In particolare, verrà presentata una serie unica nell’opera di Van Gogh: undici dipinti in un formato allungato a doppio quadrato, e si concluderà con un tuffo nella dimensione cinematografica del mito di Van Gogh».
Vincent Van Gogh, Champ de blé aux corbeaux, juillet 1890, Van Gogh Museum, Amsterdam © Van Gogh Museum, Amsterdam (Vincent van Gogh Foundation)

“Sophie Calle. À toi de faire, ma mignonne” al Musée Picasso
(dal 3 ottobre 2023 al 7 gennaio 2024)

«Organizzata in quattro parti, corrispondenti ai quattro piani del museo, la mostra “À toi de faire, ma mignonne” (che tradotto significa “dipende da te, bella mia, ndr”) si contrappone ai numerosi eventi della “Picasso Celebration 1973-2023” che onorano l’artista spagnolo. L’esposizione di Sophie Calle presenta uno sguardo curioso e anticonformista su una selezione delle opere più emblematiche di Picasso, le cui immagini e ricordi sono evocati dall’artista in una narrazione personale che si svolge al piano terra del museo. In questa mostra, che si sviluppa indipendentemente da Picasso nei diversi piani e assume un carattere volutamente retrospettivo, Sophie Calle esplora alcuni temi centrali del suo lavoro, come la privazione dello sguardo e la scomparsa, utilizzando gli archivi e la scrittura come fonti e materie prime per la sua creazione. Raccogliendo la sfida dell’invito, l’artista si interroga con arguzia e profondità sulla ricezione critica del suo lavoro e sulla sua preoccupazione di trasmetterlo alle generazioni future», hanno spiegato gli organizzatori.
Sophie Calle, Tu les as bien eus! (détail),
2018, Tirage argentique en noir et blanc dans cadre argent accroché dans une boite en noyer Collection particulière

“Prix Marcel Duchamp 2023. Les nommés” al Centre Pompidou
(dal 4 ottobre all’8 gennaio 2024)

Il Centre Pompidou ospita la 23ma edizione del Prix Marcel Duchamp e inaugura la mostra con le opere dei quattro finalisti dell’edizione in corso, annunciati lo scorso gennaio: Bertille Bak, Bouchra Khalili, Tarik Kiswanson e Massinissa Selmani. Il vincitore sarà proclamato a metà ottobre.
artistica francese, con l’obiettivo di distinguere gli artisti più rappresentativi della loro generazione e di promuovere la diversità delle pratiche attualmente in atto in Francia su scala internazionale.  Questa partnership di lunga data tra l’ADIAF (Association pour la diffusion internationale de l’art français) e il Centre Pompidou è saldamente radicata nel desiderio di presentare la scena artistica francese al più ampio pubblico possibile e di affermare la necessità di sostenere questi artisti. Da quando è stato lanciato, sono stati premiati più di 90 artisti, tra cui 22 vincitori, ha ricordato l’istituzione.

I quattro finalisti © Julie Ansiau

“Loris Gréaud. Les Nuits Corticales” al Petite Palais
(dal 4 ottobre 2023 al 14 gennaio 2024)

Il Petit Palais presenta la personale di Loris Gréaud: “Les Nuits Corticales”, la mostra più ambiziosa dell’artista in Francia dopo il progetto in due parti al Musée du Louvre e al Centre Pompidou nel 2013.
Il concept, si legge nel cominciato stampa, «ruota attorno a opere inedite e site-specific create dall’artista per il Petit Palais. Enigmatica, delicata, a volte inquietante o addirittura immateriale, la proposta di Gréaud infesterà il museo che, come una nave fantasma, sarà permeato da voci, sistemi opachi e incontri singolari. La mostra innerverà l’istituzione e la trasformerà in una vera e propria cassa di risonanza, fino a diventare il centro pulsante del nostro mondo. Il museo vi invita a esplorare un arcipelago mentale in cui riecheggiano creature inclassificabili e in espansione, il canto vibrante delle statue, un giardino dalle molteplici ubiquità, la fragranza replicata del centro della Via Lattea, una scultura mobile che si sviluppa allo stesso ritmo della crescita dei capelli umani e un museo che si può osservare a occhi chiusi… Il miraggio ultrasottile delle “notti corticali”». Qui potete trovare il sito del progetto.
Loris Greau @ Petite Palais

“Chagall à l’œuvre. Dessins, céramiques et sculptures 1945-1970” al Centre Pompidou
(dal 4 ottobre 2023 al 26 febbraio 2024)

«La mostra riunisce un gruppo di opere entrate in collezione nel 2022 grazie alla generosità di Bella e Meret Meyer. Centoventisette disegni, cinque ceramiche e sette sculture di Marc Chagall (1887-1985), organizzati intorno a tre temi: i disegni preparatori per i costumi e i sipari di scena del balletto L’Oiseau de feu di Igor Stravinskij, i bozzetti e i modelli per la decorazione del soffitto dell’Opéra di Parigi commissionata all’artista nel 1962, e un gruppo di ceramiche, collage e sculture realizzate dagli anni Cinquanta ai primi anni Settanta.
Rappresentative dell’attività di Marc Chagall dopo la Seconda guerra mondiale, queste opere mature testimoniano l’investimento in numerosi progetti su commissione e la diversificazione della sua pratica. Inoltre, offrono uno sguardo sull’intimità del suo studio, mostrando lo sviluppo di un intero progetto», ha spiegato l’istituzione.

Marc Chagall, “Femme aux mains rouges et vertes”, circa 1970
© Adagp, Paris. Photo : Centre Pompidou, Mnam-Cci/Audrey Laurans/Dist. Rmn-Gp

“Dana Schutz. Le monde visible” al MAM Musée d’Art Moderne de Paris
(dal 6 ottobre 2023 all’11 febbraio 2024)

«È la prima volta che l’opera di Dana Schutz viene esposta in Francia con una mostra di questa portata», ha dichiarato il Musée d’Art Moderne. La mostra presenta «una quarantina di dipinti realizzati negli ultimi vent’anni, una ventina di disegni e incisioni e sei sculture, tra cui alcune mai esposte in pubblico.
Dana Schutz è una narratrice che dipinge i legami che ci uniscono e le barriere che ci separano. Virtuosa del colore, nel corso degli anni ha acquisito una grande forza narrativa e un’attitudine alla tensione drammatica che si rivela nelle sue complesse composizioni, spesso di grande formato. La mostra esplora i temi che pervadono la sua opera, attraverso un certo numero di scene di finzione: le sensazioni sardoniche ed esasperanti dell’intimità, l’artista al lavoro, la costruzione del sé e della società, la tensione tra individuo e gruppo attraverso grandi scene di folla, la descrizione dell’intangibile. Nella sua pittura non mancano tocchi di umorismo, profondamente radicati nella tradizione storica dell’arte».
Il percorso 
espositivo offrirà anche alcuni esempi di sculture dell’artista: «ora l’artista – ha ricordato il museo – pratica anche la scultura, che è presente, almeno nell’immaginario, fin dalle sue prime tele. Si confronta con il peso della materia e la composizione delle forme nello spazio. Accanto a questa ricerca sul volume, dipinge proiezioni sempre più interne o mappe mentali, masse di personaggi colorati che fluttuano nella notte o che lottano tra loro per occupare la cima di una montagna. Sono i riflessi oscuri del nostro mondo contemporaneo».
Dana Schutz, Mountain Group, 2018, oli on canvas. Collection Marguerite SteedHoffman. Photographer: Jason Mandella, Courtesy the artist and David Zwirner, New York; Thomas Gabe, London; Contemporary Fine Arts, Berlin

“Hermann Nitsch, Homage” al Musée de l’Orangerie
(dall’11 ottobre al 29 gennaio 2024)

«Artista di spicco del movimento dell’Azionismo viennese, di cui è stato uno dei fondatori, Hermann Nitsch ha sviluppato un corpus di opere fortemente espressive a partire dagli anni Cinquanta, includendo la pratica della pittura nelle sue performance. Negli ultimi anni della sua carriera, il colore, sempre più vivido e saturo, diventa parte integrante della sua pittura. Affascinato dalle Ninfee di Monet, l’artista viennese fu invitato prima della sua morte a venire a parlare di questo capolavoro dell’Impressionismo e sottolineò i legami che vedeva con la propria pratica. Questa presentazione postuma è un omaggio a lui,
un anno dopo la sua morte», si legge nel comunicato stampa.

Hermann Nitsch, Sans titre, 2020,  acrylique sur toile, 200 × 300 cm Galerie RX Paris, Paris New-York
© Hermann Nitsch, ADAGP, 2023, Paris

“Mike Kelly. Ghost and Spirit” alla Bourse de Commerce, Collezione Pinault
(dal 13 ottobre al 19 febbraio 2024)

«Questa nuova retrospettiva dedicata a Mike Kelly, uno dei più influenti della fine del XX e dell’inizio del XXI secolo, offre uno sguardo nuovo su questo grande e inclassificabile lavoro, attraverso i suoi pezzi più importanti, alcuni dei quali appartengono alla Collezione Pinault. La mostra è organizzata dalla Tate Modern (Londra), in collaborazione con la Collezione Pinault, K21 – Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen (Düsseldorf) e Moderna Museet (Stoccolma). La mostra sarà esposta per la prima volta alla Bourse de Commerce di Parigi nell’autunno e nell’inverno del 2023, prima di essere portata in tournée in altri Paesi», ha anticipato l’istituzione.
Mike Kelley, Kandors. Courtesy Pinault Collection

Peter Doig al Musé d’Orsay
(dal 17 ottobre al 21 gennaio 2024)

«Nato a Edimburgo nel 1959, Peter Doig è considerato uno dei più importanti pittori viventi. Sono quindici anni che l’artista non tiene una mostra personale in Francia. Visitatore e grande estimatore delle collezioni del Musée d’Orsay, Peter Doig ha accettato l’invito di Christophe Leribault, Presidente dei Musées d’Orsay et de l’Orangerie, a presentare alcune delle sue opere più importanti nell’eccezionale cornice delle sale a cupola del museo. Contemporaneamente, in una sala attigua, l’artista dialogherà con la collezione, portando all’attenzione del pubblico una selezione delle sue opere, arricchita dai suoi commenti», si legge nel comunicato stampa.

Peter Doig, Two trees, 2017, huile sur toile, 240 × 355 cm, The Metropolitan Museum of Art, New York, Don de George Economou, en célébration du 150e anniversaire du musée, 2018 © Peter Doig. All Rights Reserved, DACS/ADAGP, Paris, 2023

“Antony Gormley. Critical Mass” al Musée Rodin
(dal 17 ottobre al 3 marzo 2023)

Il percorso espositivo di “Critical Mass“, ha anticipato il Musée Rodin«attiverà tutte le aree del museo, compresi gli spazi per le mostre temporanee, i giardini, la Marble Galerie e l’Hotel Biron. Opere chiave della carriera di Gormley entreranno in dialogo con le sculture di Rodin, invitando i visitatori a riflettere sui due scultori e sul loro comune investimento nel chiedere cosa il corpo offra alla scultura come soggetto, oggetto e strumento di riflessione.
Al centro di questa mostra c’è Critical Mass II (1995), un’installazione composta da sessanta sculture a grandezza naturale che punteggiano lo spazio espositivo temporaneo e il giardino del museo. […]
Oltre a Critical Mass II, sei opere “Insider” di Gormley popoleranno la Marble Galerie e quattro sculture accuratamente scelte saranno collocate accanto ai capolavori di Rodin nelle sale espositive permanenti dell’Hotel Biron. L’interazione tra le opere di Gormley e quelle di Rodin metterà in discussione e sfiderà i nostri presupposti attuali sulla scultura e sul suo rapporto con il corpo.
La mostra offrirà anche un’affascinante visione dei metodi di lavoro di Gormley e dell’approccio collaborativo alla realizzazione delle sculture, un filo conduttore che può essere ricondotto allo studio di Rodin e alla sua modalità di produzione collettiva».

Antony Gormley, Still Moving, Long Museum, Shanghai, China, 2017, Vue de l’installation Photographie de Oak Taylor-Smith

Mark Rothko alla Fondation Louis Vuitton
(dal 18 ottobre al 2 aprile 2024)

Con circa 115 opere la retrospettiva dedicata a Mark Rothko alla Fondation Louis Vuitton (ve ne avevamo dato anticipazione qui) è una delle maggiori mostre dedicate all’artista, è uno degli eventi espostivi più attesi dell’intera stagione e sarà la prima retrospettiva in Francia dedicata all’artista dopo quella del Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris del 1999».

La mostra darà vita a un percorso cronologico per «ripercorrere l’intera carriera dell’artista, dai suoi primi dipinti figurativi all’astrazione che definisce il suo lavoro oggi» e riunirà «opere provenienti da importanti collezioni istituzionali e private internazionali, tra cui la National Gallery of Art di Washington, la famiglia dell’artista e la Tate Gallery di Londra (vi avevamo raccontato qui di questo storico prestito)», ha anticipato la fondazione.

Mark Rothko in his 53rd Street studio in NYC c.1953 © 2005 Kate Rothko Prizel and Christopher Rothko.

“Berthe Morisot et l’art du XVIIIe siècle. Watteau, Boucher, Fragonard, Perronneau” al Musée Marmottan Monet
(dal 18 ottobre 2023 al 3 marzo 2024)

Berthe Morisot è la protagonista della  grande mostra al Musée Marmottan Monet progettata in collaborazione con la Dulwich Picture Gallery di Londra, dove la mostra è attualmente in corso fino al 10 settembre 2023.
«Sebbene l’impressionista Berthe Morisot (1841-1895) sia sempre stata una pittrice della vita moderna, durante la sua vita la sua arte è stata spesso paragonata al lavoro degli artisti francesi del XVIII secolo, spingendo Renoir a descriverla come “l’ultima artista elegante e ‘femminile’ che abbiamo avuto dopo Fragonard”. Guardando la sua retrospettiva postuma del 1896, Paul Girard commentò: “È il Settecento modernizzato”. L’obiettivo della mostra è quello di esplorare le origini di questa ispirazione e di utilizzare opere del XVIII secolo per illustrare i modi in cui Girard è stato influenzato e ha compreso il genio del Secolo dei Lumi, confrontandole con le sue opere emblematiche dell’Impressionismo», ha anticipato l’istituzione.

Berthe Morisot,
Eugène Manet et sa fille dans le jardin de Bougival, 1881,
Huile sur toile, 73 × 92 cm. Legs Annie Rouart, 1993. Courtesy Musée Marmottan Monet, Paris

Roen Mueck alla Fondation Cartier pour l’art contemporain
(fino al 5 novembre)

Inaugurata lo sorso maggio, è ancora visibile l’acclamata personale dell’artista australiano Ron Mueck invitato dalla Fondation Cartier pour l’art contemporain «a esporre un insieme di sculture inedite in Francia, insieme a pezzi iconici della sua carriera. I visitatori hanno la possibilità di scoprire  la sua monumentale installazione Mass (2017), presentata per la prima volta al di fuori dell’Australia, oltre a nuovi lavori creati appositamente per l’occasione che illustrano la recente evoluzione della pratica di Mueck.
Si tratta della terza mostra dell’artista alla Fondation Cartier e prosegue un dialogo che ha fatto conoscere per la prima volta al pubblico francese il suo raro e attesissimo lavoro nel 2005», ha ricordato la fondazione.
Una delle opere esposte nella personale di Roen Mueck alla Fondation Cartier. Courtesy pour l’art contemporain. Courtesy Fondation Cartier pour l’art contemporain

“Naples in Paris” al Musée du Louvre
(fino all’8 gennaio 2023)

Aperta al pubblico lo scorso giugno è ancora in corso l’eccezionale mostra “Naples in Paris“: «Il Musée du Louvre e il Museo di Capodimonte – hanno comunicato le due istituzioni – hanno deciso di unire le forze per realizzare una mostra speciale che presenta i capolavori dei due musei. Questo evento eccezionale, della durata di sei mesi, offre una visione unica della pittura italiana dal XV al XVII secolo e una nuova prospettiva delle due collezioni.
La mostra presenta trentatré dipinti del Museo di Capodimonte, considerati tra i più grandi capolavori italiani. I dipinti entreranno in risonanza con la collezione del Louvre di artisti come Tiziano, Caravaggio, Annibale Carracci e Guido Reni, e faranno luce su scuole italiane poco o per nulla rappresentate al Louvre, in particolare la straordinaria scuola napoletana, caratterizzata dallo stile drammatico ed espressivo di artisti come Jusepe de Ribera, Francesco Guarino e Mattia Preti».
Tra i le opere in prestito una Crocifissione di Masaccio, una Trasfigurazione di Cristo di Giovanni Bellini e tre dipinti del Parmigianino, che nel percorso espositivo vengono accostate ai dipinti di Correggio del Louvre.

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