Era qualche anno che non si vedeva passare in asta una Fine di Dio di Fontana. Per l’esattezza dal 2018, quando uno di questi esemplari era stato venduto per 21.184.619 $ (16.282.823 £) nell’asta Thinking Italian di Christie’s a Londra. Questo prezioso “uovo” dalle tinte color terra si era conquistato la terza posizione tra le opere più care vendute in asta del maestro spazialista, che vede la sua classifica occupata nelle prime quattro posizioni proprio da opere di questa serie (5 posizioni se contiamo due volte l’opera al terzo posto, passata in asta prima nel 2013 e poi nel 2018*).
Composto solo da 38 tele a forma ovoidale, questo ciclo è stato realizzato tra il 1963 e il 1964 ed è considerato il punto più alto della ricerca di Fontana. È giallo quello che occupa il primo posto sul podio: risale al 1964 ed è stato venduto per 29.173.000 $ da Christie’s a New York nel 2015. Segue un esemplare nero dell’anno precedente battuto da Sotheby’s a Londra nel 2015 per 24.471.029 $ (15.941.000 £).
«Questo straordinario dipinto può essere considerato un capolavoro di una delle più grandi serie che Lucio Fontana abbia mai eseguito: “Concetto spaziale, La fine di Dio” – commenta Claudia Dwek (Sotheby’s Chairman, Contemporary Art, Europe) – Testimonianza del genio e dell’instancabile innovazione di Fontana, queste opere arrivano solo raramente sul mercato e sono indubbiamente considerate fondamentali per i collezionisti dell’artista e dell’arte italiana del dopoguerra».
Kelsey Leonard (Sotheby’s Head of Contemporary Evening Auction, New York) aggiunge: «Rappresenta lo straordinario apice del movimento spazialista, fondato dallo stesso Fontana alla fine degli anni Quaranta, e la massima rappresentazione delle sue esplorazioni estetiche dello spazio. Qui Fontana dissemina perfettamente una rete di buchi viscerali, tagli e perforazioni su una superficie bianca e pura in una sorta di tempesta meteorica e, così facendo, sfida radicalmente la nostra tradizionale comprensione dei confini tra pittura, scultura e persino lo spazio stesso».
La grande tela di forma ovoidale, visceralmente bucherellata, che Fontana ha minuziosamente dipinto di bianco, è uno dei soli cinque dipinti della serie realizzati in questo colore, due dei quali fanno parte delle collezioni museali permanenti della Fondazione Prada di Milano e del Museo di Arte Contemporanea di Tokyo. Gli altri due risiedono in collezioni private europee. Sarà il primo esemplare della serie in questa tonalità ad andare in asta dal 2004.
La serie della Fine di Dio
Fontana realizzò queste opere tra il marzo 1963 e il febbraio 1964 in occasione di tre mostre fondamentali a Zurigo, Milano e Parigi. Nello stesso periodo, il mondo stava compiendo grandi progressi scientifici, soprattutto per quanto riguarda i viaggi nello spazio, che affascinavano profondamente Fontana. Nel 1961 Yuri Gagarin aveva orbitato per la prima volta intorno alla Terra e gli Stati Uniti avevano proclamato pubblicamente l’obiettivo di far atterrare un uomo sulla Luna (cosa che avvenne nel 1969).
Con lo sguardo rivolto allo spazio, Fontana cercò di esplorare nella sua arte alcune delle nozioni generali suscitate da queste scoperte. Per lui, i buchi e le forature irregolari sulla tela realizzati a mani nude per creare una sorta di superficie lunare diventavano portali attraverso cui lo spettatore poteva accedere a una nuova concezione dello spazio. Fontana riteneva che questa nuova comprensione dello spazio e della materia avesse dato alla spiritualità un nuovo contesto, proclamando: “Oggi è certo, perché l’uomo parla di miliardi di anni, di migliaia e migliaia di miliardi di anni da raggiungere, e allora, ecco il vuoto, l’uomo è ridotto a niente… L’uomo diventerà come Dio, diventerà spirito“.
Spiegano da Sotheby’s: «La decisione di inserire queste forature in una forma a uovo potrebbe essere stata implicitamente associata all’idea di rigenerazione, rinascita e cosmo. L’uso del colore bianco in questo esemplare è particolarmente critico nell’ambito della sua produzione. Fontana trovava che il bianco fosse il “colore più puro, meno complicato, più comprensibile” e che “colpisse immediatamente la nota di ‘pura semplicità, pura filosofia, filosofia spaziale [e] ‘filosofia cosmica’“. È nello stridente contrasto tra la luminosità bianca e incontaminata della superficie e l’oscurità dei molteplici vuoti di Concetto spaziale, La fine di Dio che il suo concetto di spazialità trova la sua migliore espressione».
I Top Lot di Lucio Fontana in asta
1)
Concetto spaziale, La fine di Dio (1964)
Olio/tela, 178,4 x 123,2 cm
Prezzo di aggiudicazione: 29.173.000 $
Christie’s, New York, Post-War And Contemporary Art, 10/11/2015
2)
“Concetto Spaziale, La Fine Di Dio” (1963)
Olio/tela, 177,6 x 123 cm
Prezzo di aggiudicazione: 24.471.029 $ (15.941.000 £ )
The Italian Sale, 15/10/2015, Sotheby’s, Londra
3)
“Concetto spaziale, La fine di Dio” (1963)
Tecnica mista (oil and glitter) /canvas, 178 x 123 cm
Prezzo di aggiudicazione: 21.184.619 $ (16.282.823 £ )
Thinking Italian, 04/10/2018, Christie’s, Londra
>>> * Questo era già passato in asta sempre da Christies, ma a New York, nel 2013 quando era stato venduto per 20.885.000 $
4)
“Concetto Spaziale, la fine di Dio”
Idropittura, oil, glitter/canvas, 178 x 123 cm
Prezzo di aggiudicazione: 20.343.395 $ (10.324.500 £ )
CONTEMPORARY ART, 27/02/2008, Sotheby’s, Londra
Tra gli altri highlight della prossima Evening Auction “Modernites” di Sotheby’s a Parigi e della vendita di Contemporary Art di questa stagione a Milano sono esposti nel capoluogo lombardo anche un’imponente tela di 3 metri di larghezza della serie Aerei di Alighiero Boetti; una Natura Morta di Giorgio Morandi, altri cinque pezzi iconici di Lucio Fontana (Concetti Spaziali) e opere di Alberto Burri, Jannis Kounellis, Enrico Castellani e Piero Dorazio