Hauser & Wirth ha già venduto tutte le opere presentate, Zwirner ci è vicino, Pace Gallery cerca il colpo grosso con Mark Rothko.
Nubi scure si riflettono sulla facciata del Grand Palais Éphémère, le cui vetrate, sul lato opposto, si affacciano sulla Tour Eiffel. Sono i due volti di Parigi: da una parte spaventata dalle minacce terroristiche, dall’altra lanciata verso il consolidamento sul mercato internazionale dell’arte.
La Frieze Week di Londra la scorsa settimana e l’Art Week parigina di questi giorni sono l’occasione per mettere nuovamente a confronto le due capitali europee, di cui ormai conosciamo le vicende. Un riassunto rapido: Londra sta perdendo terreno, Parigi ne sta guadagnando. Molto del merito va a Paris+ par Art Basel, fiera della multinazionale di Basilea che è arrivata nella Ville Lumiere spodestando la storica Fiac e rilanciando tutta la città, che dall’anno scorso ha visto tante nuove gallerie di primo piano aggiungersi al già nutrito gruppo di spazi presenti.
Ieri, in occasione della VIP opening, Paris+ ha già mostrato tutte le sue potenzialità. Alla seconda edizione, l’ultima nello spazio temporaneo del Grand Palais Éphémère (l’anno prossimo il Grand Palais, quello vero, sarà di nuovo agibile dopo il restauro), l’evento pare aver già superato per fascino la rivale inglese. Secondo i galleristi, ci sono più collezionisti americani e lo stesso numero di collezionisti asiatici che a Frieze la scorsa settimana.
D’altra parte la proposta – che ancora non è comparabile alla fiera ammiraglia di Basilea, ma forse per questo è legittimo attendere il trasferimento al Grand Palais dell’anno prossimo, che dovrebbe portare il numero delle gallerie a crescere del 25% – è di altissimo livello, sazia gli occhi dei curiosi e stimola il desiderio dei collezionisti.
Tra le opere più importanti c’è sicuramente Untitled (Olive over Red) di Mark Rothko, tra i protagonisti dell’autunno parigino con la mostra alla Fondation Louis Vuitton. La tela è il fulcro dello stand di Pace Gallery, che presenta anche lavori di Robert Longo, Adam Pendleton e Loie Hollowell, oltre a pezzi secondari di contemporanei di Rothko tra cui Agnes Martin, Richard Pousette-Dart, Antoni Tàpies e Adolph Gottlieb. Il suo valore dovrebbe aggirarsi attorno ai 40 milioni di dollari. Cifra elevata, che ancora non ha trovato un compratore disposto a raggiungerla. C’è tempo, ma attenzione: Untitled (Yellow, Orange, Yellow, Light Orange) di Rothko, in vendita per 60 milioni di dollari ad Art Basel a giugno, alla fine non aveva trovato un acquirente, tanto che a novembre lo vedremo in asta da Christie’s New York alla stima di 45 milioni di dollari.
Chi ha già venduto è stata Hauser & Wirth, che addirittura avrebbe venduto tutte le opere del suo stand già nella mattinata di ieri. Tra queste Female Portrait Composition di George Condo, venduta per 2.3 milioni di dollari. Stessa sorte anche per Landscape di Nicolas Party, la cui foresta vagamente surrealista accoglie i visitatori come prima opera che si vede entrando in fiera. Anche David Zwirner ha già concluso diversi affari, per un giro che dovrebbe aggirarsi intorno ai 20 milioni di dollari. La vendita più alta è stata quella per il grandi dipinto di Kerry James Marshall, ceduto per 6 milioni di dollari.