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La Seduzione Visiva di Paulina Olowska alla Fondazione Sandretto

Paulina Olowska
In una Torino che veste i colori autunnali, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo apre le porte a un evento artistico unico nel suo genere: “Visual Persuasion”, un’eclettica esibizione curata dalla talentuosa artista Paulina Olowska.

In programma dal 2 novembre al 25 febbraio 2024, la mostra si è annunciata come un “culmine” del contemporaneo, proponendo un viaggio attraverso il mondo della seduzione visiva e della persuasione, come mai prima d’ora.
Olowska, nata a Gdansk nel 1976, è al centro di questa rassegna inedita, che rappresenta la più ampia esposizione mai dedicata all’artista da parte di un’istituzione italiana, una profonda esplorazione delle dinamiche del desiderio e dell’erotismo viste da una prospettiva femminile, un viaggio attraverso il potere delle immagini nel sedurre e persuadere la mente umana.
Il titolo stesso dell’esposizione, *Visual Persuasion*, è ispirato a un libro pubblicato negli Stati Uniti nel 1961 dal pubblicitario Stephen Baker, opera letteraria che univa teorie e tecniche dei media, combinando immagini e testi per analizzare come la comunicazione visiva influenzi il nostro subconscio. Ed è, appunto, attraverso un’ampia gamma di media artistici, che la mostra esplora come le immagini esercitino il loro potere di persuasione e come diventino portatrici di desiderio.
All’interno di questa mostra la figura femminile è al contempo oggetto e soggetto della seduzione visiva; le opere e le immagini presentate rappresentano un mosaico di ruoli e cliché: dall’icona ammaliatrice alla femme fatale, dalla ninfa birichina alla dominatrice perversa.
La donna diventa un simbolo poliedrico di desiderio, ma anche artista, creatrice, e intellettuale anticonformista.

Paulina Olowska, Seductress, 2020, oil on canvas, 170x110cm, Christen Sveaas Art Collection

L’arte di Olowska e degli altri artisti coinvolti in questa dissertazione dà vita a una varietà di forme e linguaggi: dalla pittura al collage, dalla ceramica al video, dall’installazione alla performance. L’intero spettacolo viene proiettato in un contesto notturno, ricco di strade illuminate da insegne di locali, bar e cinema: la città notturna alimenta incessantemente la macchina del desiderio consumistico ed erotico.
L’architettura stessa della mostra trasforma lo spazio della Fondazione in un’esperienza immersiva e cinematografica, dominata da una nuova installazione site-specific di neon, medium che ha una grande importanza nella pratica artistica di Olowska, e che è l’emblema della comunicazione pubblicitaria nello spazio urbano, diventando simbolo del desiderio stesso e del suo rapporto con l’esperienza metropolitana.
In occasione dell’inaugurazione dell’esposizione il 2 novembre, Olowska ha inoltre presentato una nuova performance, interpretata dalla cantante Pat Dudek, che prende ispirazione dallo stile soft porn della rivista per adulti VIVA, indirizzata alle donne negli anni ’70 negli Stati Uniti.

Paulina Olowska, Loveress, 2020, oil on canvas, 160x110cm, Collection Philippe Dutilleul-Francoeur

Questo complesso progetto comprende anche interventi installativi che animano il ristorante, la caffetteria e l’area bookshop della Fondazione. Opere su tessuto dialogano con una video installazione, fondono l’estetica del porno chic con l’astrattismo modernista americano e la scultura neoclassica, producendo un affascinante mix di riferimenti storici, politici e culturali. E così, in questa “opera aperta” il passato è un luogo vivo, in grado di generare nuove immagini, incontri e sogni. “Visual Persuasion” vi trasporterà in un’esperienza che va oltre il tradizionale concetto di mostra, esplorando l’arte e il desiderio con occhi nuovi, in un’esperienza che rimane impressa nella mente: non perdete l’occasione di immergervi in questo viaggio emozionante e provocatorio

Chi è Paulina Olowska

Paulina Olowska è un’artista di fama internazionale, con mostre personali in importanti istituzioni, tra cui il Kistefos Museum di Oslo, il Kunsthalle di Basilea, lo Stedelijk Museum di Amsterdam e la Zacheta National Gallery of Art di Varsavia. Ha ricevuto il prestigioso Aachen Art Prize nel 2014 e ha realizzato performance in luoghi iconici come l’Art Institute di Chicago, la Tate Modern di Londra, il Museum of Modern Art di New York, tra gli altri.

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