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Oscar dell’arte 2023. Il meglio dell’anno secondo la redazione di ArtsLife

Gli Oscar dell'arte
Gli Oscar dell'arte

Artisti, musei, fondazioni, gallerie, fiere, case d’asta, critici, curatori e molto altro: ecco a chi vanno gli OSCAR DELL’ARTE assegnati per il 2023 dalla redazione di ArtsLife

Miglior artista storico: Philip Guston 

L’oscar assegnato dalla redazione di ArtsLife al miglior artista storico va a Philip Guston che in questo 2023 è stato protagonista di mostre importanti e ottime performance di mercato. Così, in ordine temporale, è di solo pochi giorni fa la sua ultima vendita eccezionale alla fiera più glamour dell’anno, Art Basel Miami Beach 2023 dove la sua grande tela “Painter at Night” (1979) è stata aggiudicata il primo giorno della fiera nello stand di Hauser & Wirth per ben 20 milioni di dollari. Ha aperto lo scorso ottobre alla Tate di Londra la prima grande retrospettiva dedicata all’artista nel Regno Unito dopo quasi 20 anni (fino al 25 febbraio 2024) con oltre 100 opere, tra dipinti e disegni, che coprono cinquant’anni di ricerca di Guston. Questa stessa mostra, prima intitolata “Philip Guston Now” ha viaggiato tra Boston, Houston e Washington prima di approdare nella City dopo non poche polemiche. Sempre quest’anno il Metropolitan di New York ha celebrato Guston attraverso i 220 dipinti e disegni che la figlia dell’artista, Musa Guston Mayer, ha donato al museo. Tra i più celebri pittori astratti degli anni Cinquanta e Sessanta, ha successivamente iniziato a produrre dipinti di grandi dimensioni con figure simili a fumetti. Questi dipinti e quelli successivi hanno consacrato Guston come uno dei pittori più influenti della fine del XX secolo.

Anche Nicolas de Staël (1914-1955) e Pablo Picasso sono stati candidati al premio. Il primo per l’importante e storica retrospettiva in corso al Musée d’Art Moderne di Parigi, organizzata a 20 anni di distanza da quella dal Centre Pompidou del 2003, che riunisce una selezione di circa 200 dipinti, disegni, stampe e quaderni di schizzi provenienti da numerose collezioni pubbliche e private in Europa e negli Stati Uniti e che accanto ai noti capolavori emblematici presenta un gruppo significativo di opere che sono state esposte raramente. Picasso era stato candidato per due motivi: le numerosissime mostre sparse un po’ in tutto il mondo per le celebrazioni del cinquantenario della sua morte avvenuta nel 1973 a 91 anni e perché lo scorso novembre  “Femme à la montre” del 1932 è stato venduto a oltre 139 milioni di dollari da Sotheby’s a New York (Collezione Landau), diventando  l’opera d’arte più cara venduta in asta nel 2023.

Philip Guston The Line 1978 Promised gift of Musa Guston Mayer to The Metropolitan Museum of Art, New York © The Estate of Philip Guston, courtesy Hauser & Wirth

Miglior artista contemporaneo internazionale: Julie Mehretu, Nan Goldin, Henry Taylor

Un trittico dal quale è impossibile scegliere il gradino più alto del podio. Julie Mehretu (Addis Abeba, 1970), tra le più importanti artiste della sua generazione, solo negli ultimi due mesi ha aggiornato per due volte il suo record mondiale in asta. Prima ad Hong Kong con 9,3 milioni, poi a New York con “Walkers With the Dawn and Morning” (2008) battuto per 10,7 milioni di dollari. L’artista etiope traduce in maniera sublime i conflitti contemporanei, attraverso un’astrazione gestuale volta a evidenziare in maniera destabilizzante e dissonante i cambiamenti antropologici, sociali e politici degli Stati Uniti. Vedere per credere la mostra che le ha appena dedicato White Cube a Londra e il mega progetto espositivo in arrivo a Palazzo Grassi il 17 marzo. Per Nan Goldin (Washington, 1953) “bastano” quattro cose: a marzo ha lasciato Marian Goodman per Gagosian; a maggio è stata la protagonista di Frieze New York con un bellissimo solo-show in fiera; a ottobre è stata celebrata dallo Stedelijk con “This Will Not End Well”; a dicembre è stata premiata da ArtReview come figura più influente del panorama artistico mondiale, nella consueta classifica Power 100. Henry Taylor (Los Angeles, 1958) invece non compare nella lista, ma è ovunque. Sua l’inaugurazione della nuova mega sede di Hauser & Wirth a Parigi; sua la mostra autunno/inverno al Whitney (“B Side”, fino al 28 gennaio 2024); sua la mostra più importante di quest’anno del Museum of Contemporary Art (MOCA) di Los Angeles; sua la collaborazione per il debutto di Pharrell a Louis Vuitton. Può bastare. Chapeau.

"Self Portrait writing in my diary", Boston 1989Photography Nan Goldin
“Self Portrait writing in my diary”, Boston 1989, Photography Nan Goldin

Miglior artista contemporaneo italiano: Arcangelo Sassolino

Il 2022 ne aveva sancito il definitivo approdo al Gotha dell’arte internazionale, con il clamoroso successo del suo progetto per il Padiglione di Malta alla Biennale Arte di Venezia. E con molte altre realtà che lo hanno visto protagonista, dalla personale che ha inaugurato il nuovo spazio Atipografia all’installazione permanente nel parco Arte Sella. Il 2023 ha visto Arcangelo Sassolino confermare i propri valori sulla scena creativa: presente – tra l’altro – all’hotel Belmond La Residencia di Deia, a Maiorca, con l’installazione Hunger, o alla croata Industrial Biennial. Non servono comunque riscontri curricolari per assegnare l’Oscar all’artista italiano dalla più forte identità della sua generazione, fedele alla propria linea di pensiero e fra i pochi capaci di resistere alle sirene del dominante stile anglo-americano.

In un anno che ha visto in Italia il riaccendersi dell’interesse per la pittura, merita una menzione il romano Pesce Khete. Spirito libero dalle dinamiche del “circo” dell’arte, ha trovato la sua dimensione compiuta con una pratica che parte dal disegno per poi mixare pastelli, carboncini, bombolette spray. Ed un importante riconoscimento gli è arrivato con la partecipazione alla mostra “Pittura italiana oggi”, curata da Damiano Gullì alla Triennale di Milano.

Belmond La Residencia ospita Hunger (2006/2007) di Arcangelo Sassolino

Miglior casa d’aste internazionale: Lempertz (Artcurial e Bonhams)

Nominiamo la casa d’aste tedesca per il suo ruolo di leader di mercato in Germania per le arti decorative e i dipinti antichi e per il consolidamento della sua espansione nel territorio italiano avvenuto negli ultimi anni. Dal 2014, infatti, Lempertz è attiva a Milano con un ufficio dedicato al mercato nazionale che segue clienti, collezionisti e attori chiave. L’ufficio italiano collabora strettamente con la rete europea e durante l’anno vengono organizzate regolarmente giornate di valutazione che hanno portato anche per questo 2023 all’inserimento di molte opere importanti di artisti italiani (o che strizzano l’occhio all collezionismo nostrano) nella aste di Colonia. Tra le aggiudicazioni di rilievo realizzate recentemente citiamo l’autoritratto di Hermann Max Pechstein (“Self-portrait, reclining”) del 1909 che era stimata 1,5-2 milioni di euro ma è arrivata a 3.036.000. Tra gli italiani invece citiamo “Gli Incamminati” del 1968 di Piero Dorazio che, partito da 100 mila euro, ha fatto 214.200 euro.

Tra le altre maison nominate dalla redazione ci sono Artcurial e Bonhams. Quest’ultima ha raggiunto un fatturato di oltre 1,14 miliardi di dollari per il 2023, il miglior risultato di sempre nei 230 anni di storia dell’azienda. Risultati che conteggiano tutta la sua rete (per arte e oggetti da collezione, auto di lusso e da collezione) e rappresenta un aumento del +14% su base annua rispetto al miliardo di dollari registrato nel 2022, con un numero di lotti venduti online aumentato del 45% e le aste online in aumento del 105% rispetto al 2022. La francese Artcurial ha rilasciato i dati sul fatturato dell’anno che sta volgendo al termine dichiarando, soddisfatta, «217 milioni di euro nel 2023, l’anno migliore dalla sua creazione con 29 record d’asta, 102 collezioni vendute e 60 lotti aggiudicati da istituzioni museali». Come per Bonhams, parte di questo successo è dovuto all’ampliamento -avvenuto quest’anno- del suo network: 13 milioni di euro del totale arrivano infatti dalla neonata Artcurial Beurret Bailly Widmer

Piero Dorazio, Gli Incamminati, 1968, Estimate: 100.000 € – 150.000 €, Result: 214.200 €

Miglior casa d’aste italiana: Finarte

Non sono ancora stati diffusi i dati dei fatturati del 2023 delle principali maison italiane, ma basandoci sugli eccezionali risultati del primo semestre, in redazione abbiamo scelto Finarte per l’assegnazione dell’Oscar 2023 come miglio casa d’aste italiana.  I primi sei mesi di Finarte infatti hanno totalizzato ben 17.500.000 €, con una incredibile crescita (+ 79%!) rispetto ai 9.800.000 euro dello stesso periodo  2022. Così se il primo semestre si è affermato come “il migliore di sempre fino ad oggi” commentava lo scorso luglio Vincenzo Santelia, Amministratore Delegato della maison, anche la seconda parte dell’arte è stata ricca di buoni risultati. Indubbiamente una delle motivazioni della recente impennata di fatturato è stato l’inserimento a bilancio dei risultati di Czerny’s, acquisita nell’ottobre 2022 in Finarte Group. La maison di Sarzana è una importante realtà in Italia e in Europa nel settore delle Armi Antiche e Militaria. Finarte ha incrementato anche  il numero di aste e si è ampliata l’offerta con nuove aree (Arredi Antichi, Giocattoli d’Epoca), forte è stato lo sviluppo delle Private Sales. Oggi Finarte conta più di 20 dipartimenti attivi per oltre 60 aste all’anno tra Milano, Roma e Sarzana e offre una consulenza tecnica e finanziaria per l’acquisto e per la vendita di opere d’arte, fotografia, libri, oggetti di design, gioielli e orologi, luxury fashion, vini, distillati e automobili da collezione.

ANGELICA KAUFFMANN (Coira 1741 – Roma 1807). Ritratto femminile, 1804. STIMA € 30.000 – 50.000
Lotto venduto € 248.090, olio su tela, cm 62,5 x 52 firmato, locato e datato in basso a destra: Angelica / Kauffman / pinx / Roma 1804, Expertise Dr. Bettina Baumgärtel (Head of Angelica-Kauffmann-Research Project-AKRP), Dusseldorf, 14 giugno 2023 (disponibile in copia) L’opera è archiviata presso l’Angelica Kauffmann Research Project (AKRP). Asta:  “Arte Figurativa tra XIX e XX Secolo” 19/20 ottobre 2023, Milano

Miglior artista italiano in asta: Salvo

Lo scorso 28 novembre il dipinto di Salvo del 1994 “Il mattino” ha realizzato 1.115.022 $ (un prezzo quasi 9 volte superiore la stima più bassa) in asta da Christie’s a Hong Kong, sfondando dunque il tetto del milione e superando tutti i confini delle piazze globali. Salvatore Mangione (il vero nome dell’artista) si può considerare a tutti gli effetti uno degli artisti italiani del XX secolo più desiderati del momento sul mercato globale. Questo stesso dipinto era già passato in asta nel 2009, da Sotheby’s a Milano, quando era stato aggiudicato per 84.750 euro. Le sue quotazioni continuano a salire vertiginosamente. Solo per citare la sua ultima super performance in asta prima di questa “asiatica”, lo scorso 15 novembre la grande tela “Prima primavera” (70.2 x 110.2 cm) del 1996 è stata venduta da Phillips a New York per ben $495,300.

Un prezzo al di sotto del suo recentissimo record precedente a quello di ieri realizzato a Londra lo scorso ottobre, ma una cifra straordinaria soprattutto nei confronti della stima che era “solo” di $60,000 – 80,000. Ripercorrendo tutti gli ultimi record realizzati da Salvo, si nota subito che si sono tutti rincorsi in questo magico 2023, fino alla 12^ posizione, la prima risalente al 2022 quando tutto è iniziato con aggiudicazioni particolarmente alte sul mercato italiano tra le case d’aste Blindarte e Boetto.

SALVO (1947 – 2015) Il Mattino (The Morning) signed and titled ‘”Il Mattino” Salvo’ (on the reverse) oil on canvas 205 x 327 cm. (80 3⁄4 x 128 3⁄4 in.) Painted in 1994 Price realised HKD 8,694,000 Estimate HKD 1,800,000 – HKD 2,800,000

Miglior fiera d’arte internazionale: Tefaf (antico) e Nada (contemporaneo)

Tefaf non ha bisogno di presentazioni: è la fiera più prestigiosa a livello mondiale per quanto riguarda l’arte antica e l’alto antiquariato. Oltre all’edizione regina di Maastricht, quest’anno ha brillato prepotentemente anche la versione più glamour boutique newyorkese (qua sia i focus dai Paesi Bassi che dagli States). Nada, sia a New York che a Miami, si sta consacrando sempre di più come la manifestazione di arte super contemporanea di maggiore qualità. L’opinione trasversale e diffusa è che se hai una galleria emergente devi assolutamente esserci e partecipare. E questo la dice lunga.

William Claesz Heda, Vanitas Still Life, Dickinson - TEFAF 2023
William Claesz Heda, Vanitas Still Life, Dickinson – TEFAF 2023

Migliore fiera italiana: miart

Per il terzo anno sotto la guida di Nicola Ricciardi, miart ha visto un aumento delle gallerie partecipanti (169 da 27 Paesi), un incremento del 40% della compagine internazionale degli espositori e il raddoppio di premi e acquisizioni. Cresciuto anche il rapporto e lo scambio con la città, le sue istituzioni e i suoi cittadini grazie a una nuova edizione della Milano Art Week e a inedite collaborazioni con Triennale Milano e Fondazione Nicola Trussardi. Ne sono usciti tre giorni in cui Milano ha dato sfoggio alla sua proposta culturale, con al centro una fiera dal respiro internazionale che ogni hanno riesce a migliorarsi.

Nicola Ricciardi, direttore di miart

Miglior curatore internazionale: Candice Hopkins e Reem Fadda

Candice Hopkins (1977, Canada) ha anticipato la tendenza e l’attenzione per il riconoscimento dell’arte indigena nel mondo dell’arte contemporanea, mentre Reem Fadda può essere considerata la curatrice più impattante nell’area del Medio Oriente, da Dubai al Marocco alla Palestina. E in questi tempi dove il globalismo sembra avviato a un feroce tramonto (per fortuna) è necessario tenere gli occhi puntati sulle geografie di domani.

Candice Hopkins (fonte: https://curatorsintl.org/)

Miglior curatore italiano: Francesco Zanot

Zanot è uno di quei curatori che “non fa rumore” ma le cui scelte si vedono: lo sanno Fondazione Prada, Paris Photo, MAST di Bologna, Camera Torino; queste solo alcune delle istituzioni in cui il critico e curatore di fotografia ha prestato servizio negli ultimi anni, realizzando mostre e rassegne decisamente d’impatto.

Francesco Zanot

Miglior museo italiano: MAO Torino

L’arrivo alla guida di un direttore brillante e determinato come Davide Quadrio ha dato un’energia del tutto nuova al MAO, il Museo d’Arte Orientale di Torino, che ospita una delle raccolte artistiche asiatiche più importanti d’Italia. Un approccio sui più avanzati standard internazionali, con rigore scientifico affiancato da fondamentale attività di fundraising. I risultati meritano all’istituzione l’Oscar 2023 di ArtsLife, al quale contribuisce anche lo straordinario progetto di residenza/produzione realizzato con Marzia Migliora in dialogo con le collezioni dei museo.

L'installazione di Marzia Migliora al MAO di Torino
L’installazione di Marzia Migliora al MAO di Torino

Miglior museo internazionale: MAR Rio de Janeiro e M+ Hong Kong

MAR Rio de Janeiro. Il MAR ha, nell’ordine: una struttura architettonica invidiabile, un programma davvero contemporaneo che ha a che fare con società, musica, movimenti, questioni politiche – attualmente sono in scena una mostra sul FUNK e una seconda sul Carnevale di Rio – e, soprattutto, offre un servizio educativo che fa impallidire: dal martedì alla domenica folle di studenti, ma anche cittadini e semplici turisti affollano ogni sala del più “carioca” dei musei. Quando puntare sulla propria identità aiuta…

L’altra scelta è ricaduta sul mega M+ di Hong Kong. La città-stato, dopo la tenaglia cinese e il buio post-Covid, sta pian piano ritrovando la sua luce culturale. Art Basel è tornata a pieno regime e tutte le istituzioni museali hanno ripreso alla grande. Come recentemente ha certificato nella sua top mondiale la BBC, “su una superficie di circa 65 mila metri quadrati (quasi il doppio della Tate Modern) sono tornate a brillare le migliori mostre di arte contemporanea al mondo”.

Museu de Arte do Rio Foto Thales Leite

Miglior centro d’arte: Whitechapel e Rubell Collection

Parlano le mostre. Alla Whitechapel di Londra quest’anno, tra le altre, sono andate in scena la preziosissima “Action, Gesture, Paint” dedicata alle “espressioniste astratte dimenticate” con oltre 150 opere; la monografica di Nicole Eisenman: “What Happened” che ha ripercorso trent’anni di carriera della pittrice americana; e la prima esposizione istituzionale della poetessa Anna Mendelssohn. Dal pubblico al privato. La Rubell Collection è una delle più importanti collezioni d’arte private a Miami nel quartiere in profonda espansione di Allapattah. Don e Mera Rubell hanno raccolto in oltre 50 anni più di 7.700 pezzi per oltre mille artisti realizzando una collezione d’arte contemporanea enorme, tanto che nel 2022 si sono espansi fino a Washington dove hanno aperto una nuova sede del museo che ha inaugurato con quasi duecento opere d’arte contemporanea. A Miami l’evento più importante si tiene durante l’art week, quando sono esposti gli artisti chiamati tutto l’anno in residenza, un vero e proprio trampolino di lancio per gli artisti emergenti.

Nicole Eisenman, Sloppy Bar Room Kiss, 2011, Oil on canvas, 99.1 × 121.9 cm, Collection of Cathy and Jonathan Miller. Image Courtesy of the artist and Vielmetter Los Angeles, Photo credit: Robert Wedemeyer
Nicole Eisenman, Sloppy Bar Room Kiss, 2011, Oil on canvas, 99.1 × 121.9 cm, Collection of Cathy and Jonathan Miller. Image Courtesy of the artist and Vielmetter Los Angeles, Photo credit: Robert Wedemeyer

Migliore Fondazione internazionale: Sharjah Art Foundation e Fondation Louis Vuitton

L’evento dell’anno è certamente una ricchissima 15° edizione dell’omonima Biennale, che ha offerto un ultimo prestigioso palcoscenico al concept del compianto Okwui Enwezor. Con star del calibro di Steve McQueen, Kerry James Marshall, Ibrahim Mahama, Doris Salcedo, Nari Ward, Isaac Julien. Ma l’Oscar 2023 la Sharjah Art Foundation lo merita in primis per l’approccio al mondo dell’arte internazionale: umano, umanistico, sempre integrato alla storia e alla società dell’Emirato. Un hub per l’irrefrenabile fiorire di musei, teatri, eventi artistici, sempre in dialogo con la comunità artistica globale, con eventi gratuiti e aperti al pubblico. Con fiori all’occhiello come il March Meeting, incontro con protagonista la creme dei critici e artisti internazionali. O come le recenti commissioni assegnate ad artisti del calibro di Lubaina Himid e Magda Stawarska.

Dopo aver trionfato nell’edizione 2022, anche quest’anno non può mancare una menzione agli Oscar per la Fondation Louis Vuitton di Parigi. Certamente per la straordinaria retrospettiva dedicata a Mark Rothko, premiata anche con una statuetta nella sezione “mostre”. Ma l’istituzione francese si mette in luce anche per il programma “hors-les-murs”, con mostre a Tokyo, Monaco di Baviera, Pechino, Seul, Venezia, che negli Espaces Louis Vuitton presentano al pubblico internazionale le opere della Collezione della Fondazione. A Venezia l’onire è toccato a Fabrice Hyber, con la mostra “La Foresta Invisibile”.

Doris Salcedo, Uprooted, Biennale di Sharjah 2023
Doris Salcedo, Uprooted, Biennale di Sharjah 2023

Migliore fondazione italiana: Elpis

La notorietà al grande pubblico è arrivata con “Una Boccata d’Arte”, il progetto d’arte contemporanea promosso in collaborazione con Galleria Continua che quest’anno ha celebrato la sua quarta edizione, portando 20 artiste e artisti italiani e internazionali di età, formazione e pratiche differenti con opere site specific in altrettanti borghi di tutta Italia, uno per ogni regione. Ma dopo l’apertura a fine 2022 della sede “fisica” a Milano, la Fondazione Elpis ha intensificato la sua presenza sulla scena nazionale. Con un fitto programma di mostre nello spazio meneghino – l’ultima di Lucia Cantò in corso fino a febbraio 2024 – e collaborazioni con istituzioni e centri d’arte in tutto il Paese.

Fondazione Elpis_Lucia Canto © Fabrizio Vatieri

Migliore manifestazione artistica internazionale: Bienal das Amazônias

Senza false retoriche e senza perdersi in filoni “politicamente corretti” la prima Biennale delle “Amazzonie”, a Belém (Brasile), ha dimostrato come l’arte possa parlare di ambiente, cultura indigena e futuro con un approccio scientifico e soprattutto poetico, decisamente lontano (finalmente) da sermoni politici intrisi di sensi di colpa, ma guardando davvero al futuro di una delle aree più incredibili del pianeta.

View of exhibition, ground floor, Bienal das Amazônias, Belém do Pará, 2023. Photo: Danilo José Rocha

Miglior galleria internazionale: Gladstone e Mendes Wood DM

Con sei gallerie sparse per il mondo è facile organizzare tante mostre. Quel che non è facile è guadagnarsi questo spazio e riuscire a valorizzarlo. Gladstone Gallery – che ha tre sedi a New York, una a Bruxelles, Seoul e Los Angeles – ci è riuscita benissimo anche quest’anno, con un’infilita di esposizioni quasi inimitabili: Phille Parreno, Ugo Rondinone, Alex Katz, Claudia Comte, Robert Rauschenberg, Marisa Merz, Carrol Dunham e tanti altri. Per ultimo anche Salvo, che a Bruxelles è in mostra con una serie di dipinti di paesaggi immaginari (Capricci). Nel frattempo, in tutte le aste del mondo il pittore è tra i nomi più ricercati, con i record che si susseguono a ritmo incredibile da sei mesi a questa parte.

Dopo l’apertura della sede di San Paolo lo scorso anno, a ottobre è stata la volta di Parigi, in piena Place des Vosges, nel Marais. Due piani per oltre 200 metri quadrati e una mostra inaugurale raffinatissima: “I See No Difference Between a Handshake and a Poem”, ispirata a una lettera di Paul Celan del 1960. Mendes Wood DM è certezza di qualità e visione. Prossimo passo: un programma di residenze a New York, a cominciare da Paulo Nazareth e Paulo Monteiro.

Miglior galleria italiana: Galleria dello Scudo e Bottegantica

Galleria dello Scudo di Verona si è distinta anche quest’anno per il taglio curatoriale e le scelte coraggiose delle sue proposte, sempre volte alla valorizzazione artistica oltre che al fine commerciale. Lo testimoniano le mostre di ricerca dedicate a Piero Dorazio e Toti Scialoja, confluite non a caso in due importanti cataloghi pubblicati proprio quest’anno. Ma anche la scelta di puntare su Tancredi proprio nel momento in cui promette un’esplosione sul mercato. La galleria continua, da decenni, ad essere una delle protagoniste assolute ad Art Basel. E anche quando le fiere sono in Italia, come da miart o da Flashback a Torino, lo Scudo riesce sempre a stupire. Tre dialoghi serrati, a due a due, tra le sculture anni ’90 di Luigi Ontani e altrettanti dipinti di Pietro Ricchi, Giulio Cesare Procaccini e Andrea Pozzo. I lavori si guardavano, faccia a faccia, legati da un tema comune e da altri rimandi simbolici.

Dopo un anno di fiere per l’Italia e il mondo, tra cui il TEFAF, a Milano Bottegantica chiude alla grande il suo 2023 con una mostra di ricerca, altamente tematica: AEROPITTURA FUTURISTA. L’avanguardia italiana tra Biennali e Quadriennali. L’ultima grande costola del movimento di Marinetti è un’esperienza estetica, politica, storica e tecnologica. Prospettive eterogenee di cui l’esposizione ha tenuto le fila, aprendo più di uno sguardo su un periodo in cui in Italia di faceva pittura d’avanguardia.

Stand Galleria dello Scudo, Flashback 2023

Miglior mostra internazionale: Philip Guston tra Washington e Londra & Vermeer al Rijksmuseum di Amsterdam

Lungamente anticipate e per lungo tempo irripetibili. Pochi dubbi su quali siano state le mostre internazionali più importanti dell’anno. A partire dalla più grande esposizione mai realizzata su Johannes Vermeer dal Rijksmuseum di Amsterdam. 27 opere, sulle 37 realizzate dall’artista, hanno composto un evento mai visto che ha permesso di afferrare la poetica di un artista unico, che pur avendo dipinto poco lo ha fatto con tecnica eccezionale e stile unico.

Inimitabile come lo è stato anche Mark Rothko, di cui la Fondation Louis Vuitton di Parigi ha riunito 115 opere in una retrospettiva senza precedenti, che raccontano il percorso del pittore dagli esordi figurativi fino alla consacrazione come maestro assoluto dell’espressionismo astratto. E infine un’altra retrospettiva, quella dedicata a Philip Guston, prima rinviata tra le polemiche, poi andata in scena alla National Gallery of Art di Washington e alla Tate Modern di Londra. 100 opere, tra dipinti e disegni, che coprono i cinquant’anni di ricerca un artista tra i più influenti della fine del XX secolo.

Vermeer. The Greatest Exhibition
Johannes Vermeer dal Rijksmuseum di Amsterdam

Miglior mostra italiana: Rinascimento Ferrarese a Ferrara e El Greco a Milano

Cosmè Tura, Francesco del Cossa, Ercole de’ Roberti. Questa la triade di pittori rinascimentali che compongono l’eccellenza della Scuola Ferrarese, ripresa nella mostra – intitolata Rinascimento Ferrarese –  con la quale torna attivo il Palazzo dei Diamanti di Ferrara dopo il complesso intervento di restauro e riqualificazione. L’esposizione racconta di un Rinascimento coevo ma alternativo a quello toscano e veneziano, sviluppatosi in terra ferrarese e consacratosi a Bologna. Una scuola di grande forza, di inconfondibile identità – esasperazione espressiva, forme sintetiche, contorni netti e taglienti nei paesaggi – qui racconta con grande approfondimento critico.

Lo stesso con cui Palazzo Reale di Milano ha presentato la prima grande mostra italiana dedicata al pittore Doménikos Theotokópoulos, meglio noto come El Greco (Creta, 1541 – Toledo, 1614). Un’antologica composta da 40 tra le più importanti opere dell’autore. L’obiettivo della mostra, oltre a presentare al pubblico italiano in maniera composita l’opera del pittore come mai prima d’ora, ha anche carattere d’indagine. In particolare l’esposizione mira a riconsiderare l’impatto dei modelli italiani nella formazione dell’artista e d’interpretare l’ultimo periodo toledano in termini di consapevole recupero di un’impostazione compositiva, in senso lato, bizantina.

El Greco, Sacra Famiglia, 1595, Olio su tela, 127×106

Miglior ufficio stampa internazionale: Sutton

Con sedi in Europa, Stati Uniti e Asia Sutton è da oltre quindici anni tra i protagonisti indiscussi della comunicazione internazionale nel sistema dell’arte contemporanea, in cui nel 2023 ha seguito, tra le altre, fiere come Art Basel e 1-54 Contemporary African, e, tra i tanti, grandi musei, come, Kunstmuseum Basel.

Miglior ufficio stampa italiano: PCM Studio

Nello skyline italiano PCM Studio continua ad apporre la propria firma su eventi di massima portata: da Artissima alle grandi mostre di Pinacoteca Agnelli, alla collaborazione tra Triennale Milano e Fondation Cartier pour l’art contemporain di Parigi (qui potete leggere della più recente: la grande mostra di Ron Mueck), passando per Punta della Dogana e Palazzo Grassi e grandi galleria come la sede romana di Gagosian. Costante la capillare presenza sul territorio, con progetti come Platea a Lodi, la mostra sul ritratto contemporaneo tra Bellano e Vllla del Balbianello, bene FAI, e realtà innovative come E.ART.H. Eataly Art House a Verona.

Nella sua agende 2023 non sono mancati gli eventi internazionali di massimo rilievo: dalla presenza di Campari ad Art Basel con la prima edizione di “The Art of Mixology” (ve ne avevamo parlato qui), passando per il padiglioni dell’Uzbekistan alla Biennale Architettura fino alla grande mostra per i novant’anni di Valentino a Doha (Massimiliano Gioni l’ha raccontata ad ArtsLife nell’intervista che potete leggere qui).

Miglior giornalista: Roberta Scorranese

Faro da anni delle pagine di cultura del Corriere della Sera, l’ultimo suo libro “A questo serve il corpo” (Bompiani) è un sublime “Viaggio nell’arte attraverso i corpi delle donne” come recita il sottotitolo del volume. Per avvalorare la nostra scelta, facciamo nostre le parole di Aldo Cazzullo: “Roberta Scorranese è un raro esempio di giornalista e scrittrice che coniuga una mostruosa capacità di lavoro con il talento di gettare sulle cose uno sguardo laterale, e di rivelarci aspetti che ci sfuggono.” Punto.

“A questo serve il corpo” (Bompiani)

Miglior manifestazione italiana: Panorama

Il termine – e anche il concetto – è ormai piuttosto logoro, e probabilmente inadatto alle attuali dinamiche della scena nazionale. Ma se esiste in Italia qualcosa che si può avvicinare agli “Stati generali dell’arte”, quello è Panorama. L’evento promosso da Italics, il consorzio delle migliori gallerie italiane che dopo le edizioni di Procida (2021) e Monopoli (2022), curate da Vincenzo De Bellis, ha scelto L’Aquila per la terza edizione e invitato Cristiana Perrella a pensare una mostra diffusa per il capoluogo abruzzese. Con 19 sedi espositive sparse nel centro che hanno accolto singole installazioni o mostre collettive, performance e opere nate e connesse con il territorio. Prossimo appuntamento in Monferrato.

Miglior politico per la cultura: Dan Gelber 

Sono anni che Dan Gelber, sindaco di Miami Beach (il cui mandato si è concluso appena due settimane fa dopo sei anni), sta svolgendo un ruolo cruciale per lo sviluppo del sistema culturale in Florida. Tra i progetti, si segnalano il progetto STEAM+, che integra le arti visuali e performative all’interno del programma di scienza, tecnologia, ingegneria e matematica (STEM) proposto dalla scuola pubblica, e il massiccio investimento nella riqualificazione e rigenerazione degli spazi artistici nella città. Gelber è tra le figure istituzionali che più ha creduto nella crescita “collaterale” al colosso fieristico Art Basel, che quest’anno ha compiuto 21 anni, attraverso il sostegno dei progetti paralleli (sia ufficiali che indipendenti) che animano l’art week dicembrina. Fondamentale, come ultimo punto, la collaborazione sinergica con il sindaco di Miami, Francis Xavier Suarez, per la connessione sempre più efficace tra distretti delle due città e istituzioni.

Oscar 2021

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