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Casta Diva. A Venezia 81 “Maria” di Pablo Larraín racconta gli ultimi giorni di Maria Callas

Una scena di "Maria" (2024) di Pablo Larraín
Una scena di “Maria” (2024) di Pablo Larraín

Una delle prime immagini di “Maria” – il nuovo film Pablo Larraín, in concorso alla 81esima Mostra del Cinema di Venezia, terzo biopic del regista cileno dopo “Jackie” su Jacqueline Kennedy e “Spencer” su Lady Diana – è un primo piano di Angelina Jolie: l’attrice interpreta l’iconico soprano di origini greche Maria Callas nelle fasi finali della sua vita, che si spense nel suo appartamento parigino nel 1977, quando aveva 56 anni. Il volto di Jolie – fotografato in bianco e nero da Edward Lachman, già collaboratore di Larraín ne “El Conde” –, intenta a intonare una delle arie che resero Callas celebre nel mondo, si staglia nel buio come un’isola in un mare di oscurità.

“Isolata” è d’altronde l’aggettivo che meglio descrive la Maria Callas ritratta da Larraín, da anni ritiratasi dalla sua folgorante carriera di cantante lirica e quanto mai distante dai quei riflettori che, per anni, non le diedero tregua. A starle vicini solo la domestica Bruna (Alba Rohrwacher) e il maggiordomo Ferruccio (Pierfrancesco Favino), che si prendono cura di lei, tra abusi di sostanze e timidi tentativi di tornare a cantare che la prosciugano delle scarse energie rimaste.

La relazione che li unisce, in un insolito triangolo che si potrebbe definire “amoroso”, è difficile da definire: se da un lato Bruna e Ferruccio accudiscono Maria, proteggendola da una realtà delle cose diventata per lei insostenibile, dall’altra sembrano volerla preservare gelosamente, come se temessero le conseguenze che sarebbero derivate dalla scomparsa di Maria: la fine della loro funzione di “sacri” custodi e della relativa vita privilegiata fino a quel momento da loro condotta (nella realtà, dopo la morte di Callas, molti oggetti preziosi a lei appartenuti finirono svenduti all’asta: i due domestici non diedero mai spiegazioni a riguardo).

Una scena di “Maria” (2024) di Pablo Larraín

Un ulteriore personaggio, un intervistatore che accompagna Callas per le strade di una Parigi autunnale, è frutto di allucinazioni dovute ai farmaci da lei assunti. Tramite questa figura Callas rivive momenti del suo passato: dalle sue origini umili fino all’arrivo in Italia, dove avrebbe incontrato l’imprenditore Giovanni Battista Meneghini, che avrebbe sposato e poi lasciato a seguito dell’incontro con l’armatore greco Aristotele Onassis. Al teatro vuoto in cui si reca per cantare, accompagnata solo da un pianista desideroso di rivedere “la Callas” fare ritorno agli antichi fasti, fanno da contrappunto i gloriosi palcoscenici che la consacrarono come “Divina”: da La Scala di Milano alla Metropolitan Opera House di New York, dalla Civic Opera di Chicago al Convent Garden di Londra.

È il racconto di una persona in conflitto, con sé stessa, con la propria famiglia, se non con il mondo intero. La relazione tra la cantante e i suoi domestici è di grande amore, si tratta di due persone che si prendono cura di una donna nel momento in cui questa sta per sparire. Il film non vuole mettere in evidenza aspetti ‘dark’ della vita di Maria Callas, anzi. Si tratta di una celebrazione, della sua persona e ancora prima del suo straordinario canto”, racconta il regista in conferenza stampa. “Non pretendo di raccontare la realtà, nessuno sa come siano andate davvero le cose. Il mio è un film di finzione, si basa di una illusione arbitraria: quella che metto in scena è sola una delle verità possibili. Volevo mostrare la persona che si nasconde dietro una diva”, aggiunge Larraín.

Angelina Jolie nei panni di Maria Callas con il regista Pablo Larraín

Degna di nota la performance di Angelina Jolie, in grado di restituire da un lato il carisma e la forza quasi “gravitazionale” che Maria Callas esercitava su chiunque la circondasse, dall’altro l’estrema fragilità di una donna che ha sempre vissuto e cantato per gli altri e che si trova ora, nella bolla parigina in cui si è rifugiata, a sperimentare cosa significhi farlo per sé stessa. “Ero terrorizzata di deludere le persone che hanno amato Maria Callas, per prepararmi a cantare l’opera ho studiato intensivamente per sette mesi” sono le parole di Jolie a Venezia. “Entrare nei suoi panni per me ha significato comprendere come la sua persona, verso la fine, fosse diventata la somma di tutti i personaggi che ha interpretato nella sua carriera, di tutte le tragedie che ha cantato”.

“Maria”, distribuito da 01 Distribution, arriverà nelle sale italiane il 1 gennaio 2025.

Una scena di "Maria" (2024) di Pablo Larraín
Una scena di “Maria” (2024) di Pablo Larraín

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