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LABA, la fotografia contemporanea ha un nuovo punto di rifermento

Alessandro Sambini, Human Image Recognition
Alessandro Sambini, Human Image Recognition
Grazie all’impegno del critico e curatore Mauro Zanchi, LABA (Libera Accademia di Belle Arti di Brescia) si avvale di un nuovo polo dedicato alla ricerca fotografica contemporanea, capace di offrire agli studenti un’avanzata e aggiornata proposta didattica.

Proporre una ricerca approfondita e aggiornata su cosa oggi sia la fotografia è probabilmente una scelta necessaria per un’accademia di belle arti che voglia rispondere alle sollecitazione filosofiche del contemporaneo ma anche alla più stretta contingenza del quotidiano. E sembra che LABA (Libera Accademia di Belle Arti di Brescia), abbia colto questa necessità sostenendo un nuovo polo di ricerca, teorico e pratico, dedicato alla fotografia, coordinato dal critico e curatore Mauro Zanchi.

Un polo che coinvolge i più importanti critici, curatori e artisti che oggi, in Italia, riflettono sul fotografico e sulla sua detonazione: Aurelio Andrighetto, Marco Archetti, Sara Benaglia, Federico Clavarino, Nicola Di Giorgio, Sergio Giusti, Francesca Lazzarini, Giovanni Mantovani, Maurizio Montagna, Marco Paltrinieri, Carlo Sala, Alessandro Sambini, Andrea Tinterri e Mauro Zanchi.
Panorama che da quest’anno vedrà l’introduzione anche del corso di Laurea Magistrale con il contributo di Marina Caneve, Rica Cerbarano, Irene Fenara, Maurizio Montagna, Simone Santilli, Alessandro Sambini e Mauro Zanchi.

Marina Caneve, Entre chien et loup #1

Personalità in grado di espandere il concetto di fotografia, affrancandolo dalla tradizione novecentesca. Il rischio, oggi molto alto, è quello di appiattire l’approfondimento accademico e universitario, in ambito fotografico, su un territorio circoscritto e rassicurante. Oggi la fotografia ha mutato il suo ruolo sociale, non è più, in realtà non lo è mai stata, un documento testimoniale, ma un arcipelago i cui limiti vanno riscritti e nuovamente interpretati. Per questo, sempre più spesso, si parla di metafotografia e postfotografia, per sottolineare uno slittamento interpretativo che possa cogliere la detonazione in atto.

E non sono questioni prettamente accademiche inscritte in un fantomatico iperuranio, sono piuttosto interrogativi su cui ognuno di noi è costretto ad interrogarsi quotidianamente. Il ruolo della fotografia e dell’immagine pervade il nostro presente, siamo continuamente sotto i riflettori, evidenti o mascherati che siano, e siamo sottoposti a sollecitazioni visivi difficili da disinnescare se privi di strumenti adeguati.

La funzione di fotografi, artisti, critici e curatori come quelli che fanno parte del polo di LABA è di rendere visibile o comunque approfondire quell’intrigato arcipelago iconografico nelle cui acque rischiamo di affogare se non adeguatamente equipaggiati. L’uso ormai diffuso dell’intelligenza artificiale, ad esempio, ci pone di fronte a questioni che dobbiamo affrontare con la consapevolezza che la fotografia, o quello che ne rimane, ha mutato la propria natura ontologica. La comunicazione si avvale di strumenti e piattaforme che continuamente mutano la propria fisionomia e il proprio linguaggio visivo, indagare tale complessità è un impegno necessario, ma che spesso l’accademia e l’università trascura. Il dipartimento di fotografia di LABA, per queste ragioni, vuole diventare una vera e propria piattaforma d’approfondimento a cui gli studenti possano accedere e partecipare. Un punto di riferimento per la più avanzata ricerca sull’immagine fotografica e la sua nuova e intricata natura.

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