
Quando la politica diventa arte, quando l’arte diventa politica. Una nuova riflessione dell’artista Bruno Ceccobelli
Quando Tristan Tzara, uno dei fondatori del Dadaismo, scrisse una presentazione per l’esposizione di Hans Arp, ricordò il loro primo incontro e il loro comune dio politico. “Il mio principio è di non aver principi”, questa è una frase di Tristan; per loro, per i nichilisti, il dio politico è stato prima l’ideale anarchico e poi il Partito Comunista Sovietico. Oggi il mondo capitalista scopre di aver bisogno di uno Sceriffo, un Presidente dadaista! Ora c’è il dio economico antipolitico e antidemocratico, il dio politico è morto; lapalissianamente scopriamo anche che le guerre invasive non avvengono per ragioni razziali, politiche, filosofiche e religiose, ma per favorire buoni clienti o per punire cattivi pagatori che non hanno “le carte”… di credito.
“Se non fate come dico io vi farò conoscere l’inferno!”. Così afferma nei suoi pistolotti l’arconte americano; per “l’arancione” cotonato approssimativo la guerra ha solo una missione, quella di “svuota cantine”; evidentemente il presidente pratica bassi fondi diabolici. Seguiamolo e attacchiamoci al Tramp, tra il Transumanesimo e lo Sturmtruppen; dal Trampolino mondiale di materialismo storico è in gara il primo “golpista globale”. Ehi! Compà! La storia è semplice e le chiacchiere sono a zero: la democrazia, le leggi e le costituzioni sono un freno per il capitalismo… “O mi porti le terre rare: bacco, tabacco e venere, nonché vitelli d’oro, oppure non faremo né accordi, né saremo fratelli, né patrioti!”. Evviva le dittature delle bugie!
Gli Dei son caduti, i demoni preistorici son tornati, l’Occidente non ha retto, l’onore è perduto, e in quel che ci rimane non c’è più l’ombrello dello zio Sam! Arrivano le invasioni barbariche, evaporano il pensiero debole e quello fluido e che ne faremo ora degli artisti Queer? Ma allora in questa scena internazionale surreale l’arte presente da che parte sta? Con la politica? Con l’economia? O con la scienza? O con la metafisica trascendentale?
Per esempio ricordo che a diciannove anni, nel 1971, fui invitato dalla direttrice del Museo d’Arte Moderna di Roma Palma Bucarelli ad Alpbach*, in Austria, per un Forum Internazionale sulle sorti Europee; erano presenti premi Nobel, politici, economisti, fisici, antropologi e artisti**. A quell’epoca, anarchico-esistenzialista-concettuale, esposi dei semplici fogli “A4” sulla porta a vetri quadrettata dell’albergo più frequentato dai conferenzieri; sui fogli bianchi, attaccati con uno scotch trasparente, avevo scritto, con la macchina Olivetti 32, semplici frasi. Frasi apodittiche, una su ogni foglio: “nato morto”, “vuoto su spazio”, “volevo volare”, frasi molto vicine alla poetica dell’artista Vincenzo Agnetti.

In quel Forum di Alpbach frequentai alcuni seminari, scambiai qualche ragionamento con gli astanti, ma mi resi subito conto che per quei conferenzieri d’eccezione, rappresentanti l’intellighenzia europea, l’Arte Concettuale era considerata un orpello pseudo-intellettuale, borghese e scaduto… Otto anni più tardi, a 27 anni, nel 1979, ero a Stuttgart, in Germania, per una esposizione dal titolo: “Europa 79”… giovani artisti europei selezionati sotto i trentacinque anni. Tra gli italiani oltre a me c’erano Bianchi, Chia, Clemente, Cucchi, Donati, D’Argenio, Faggiano, Gallo, Garutti, Germanà, Longobardi, Mengacci, Zaza.
In quel periodo ero diventato più intimista spirituale e seguivo l’arte comportamentale; producevo opere installative perlopiù di foto; ero influenzato dai gruppi Teosofici e dai teatri d’avanguardia che frequentavo a Roma… quei teatri-cantina tipo il Teatro Beat ’72; lì, partecipai a vari spettacoli come scenografo e, inoltre, come attore, nel gruppo “La Gaia Scienza”. A Stuttgart feci un’installazione site specific, una grande spirale di foto comportamentali e di calchi anatomici del mio corpo con a terra delle scie di cenere… volevo esprimere una dinamica rituale, un forte riconoscimento dell’io, in una metamorfologia animica, nell’unità divina, pur se diviso in tanti frammenti corporei.

Trascorsi lateralmente i tempi contestativi e di piombo del Sessantotto e del Settantasette, io e pochi altri artisti non cercavamo più un “dio politico” rivoluzionario violento, ma un dio intimo pacifico cosmico. Una ricerca psicosomatica di saggezza metafisica che spaziava dalle filosofie e religioni orientali, all’esoterismo alchemico occidentale. Non per isolarci dal sociale, ma perché convinti che la vera rivoluzione fosse esclusivamente spirituale, personale, interiore, paritetica alla propria sublimazione coscienziale, attraverso una individuale prassi estetica.
In quella parte di fine anni Settanta ero appassionato di Joseph Beuys “artista sociale” antroposofo, fondatore, in Germania, della Free International University e del Partito dei Verdi; affermava: “La rivoluzione siamo noi”. Credeva nell’unione della natura con la cultura, una delle sue “opere manifestazioni” era quella di appendere un grande striscione con scritto Difesa della Natura e piantare alberi. Credeva nella terza via tra comunismo e capitalismo, c’era in mezzo la creatività della dialettica democratica.

Joseph non credeva nell’arte come bellezza, ma come atto di volontà, atto morale etico, non più sentimento, ma azione sociale per una coscienza popolare libera e partecipativa. Nel 2004 fui invitato dalla Fondazione Orestiadi Gibellina di Ludovico Corrao*** a progettare quattro grandi mosaici per la grande piazza centrale di Gibellina dedicata a Joseph Beuys. E lì volli contrapporre alla celebre frase dell’artista tedesco, “la rivoluzione siamo noi”, un mio aforisma con una differente visione dell’uomo-artista alla ricerca della verità, non più solo uomo terrestre umanista razionale, ma ancor più metafisico come uomo cosmico: “la vera medicina è l’Eternità”.

Serve amarci o riarmarci? Per difenderci io pagherei più volentieri artisti filosofi, poeti ironici e perfino sciamani, insomma tutti quelli spostati come me… per far comprendere con dei capolavori che la Grazia Celeste è in ognuno di noi. L’arte sensibile cerca la Luce della rivelazione… dipinge l’invisibile; chi sarà toccato dalla Grazia sarà graziato, si sta al mondo per essere mondati. L’arte è luminescente, l’arte è sacra, con i creatori di Luce e di Senso si costruiscono anime, oltre la prigione degli occhi.
Fine Prima Parte… continua nella Seconda Parte dal titolo: “Il Bello è politico”.
*European Forum Alpbach, si tiene dal 1945 ad Alpbach, comune austriaco in Tirolo. Ogni anno, d’estate, si rinnova questo forum europeo con accademici ed esperti di settore, frequentato soprattutto da giovani; sulla stessa scia nel 1971 in Svizzera nasceva il Forum Economico Mondiale di Davos.
**Gli artisti italiani presenti oltre a me: Samuel Montealegre, d’origine colombiana, ed Emilio Farina.
***Ludovico Corrao (1927-2011) avvocato, senatore siciliano, sindaco di Alcamo e di Gibellina per 25 anni, fu anche famoso collezionista; dopo il terremoto del Belice ricostruì la nuova Gibellina chiamando importanti architetti come Ludovico Quaroni e Franco Purini, e artisti come Pietro Consagra e Alberto Burri, dando vita all’attuale città.